La presente Relazione Finale descrive il periodo di tirocinio che ho svolto presso lo stabilimento di Mira (VE) della Marchi Industriale S.p.A., azienda chimica italiana tra le maggiori produttrici italiane di acido solforico, acido cloridrico, solfato di potassio e policloruro di alluminio. In un mondo nel quale l'attenzione per ambiente, la sostenibilità e la consapevolezza degli impatti ambientali sono destinati ad essere aspetti fondamentali dell'esistenza quotidiana, tutto questo diventa il principale motore dell'azione di un'azienda chimica di non trascurabili dimensioni qual è la Marchi Industriale, ovviamente non disgiungendosi mai dagli aspetti di sostenibilità economica insiti comunque nelle more della legislazione italiana. In questo ambito, il rispetto totale dell'ambiente abbinato ad un rendiconto profittevole, diventa fondamentale l'applicazione dell'AIA, l'Autorizzazione Integrata Ambientale che, come una sorte di manuale d'uso, descrive in dettaglio (e nello specifico) ogni attività che l'azienda deve espletare per rispettare non solo le leggi vigenti in materia ambientale ma tutta una serie di vincoli, procedure e scadenze che l'Autorità Competente (Ministero dell'Ambiente) impone nell'AIA e che l'ente di controllo (ISPRA/ARPAV) è chiamato a verificare annualmente nel corso di visite ispettive che coinvolgono per alcuni giorni tutti i principali attori aziendali (Direzione, Produzione, Ufficio Tecnico, Gestione dei Sistemi, Laboratorio). In questa occasione diventano oggetto di verifica tutte quelle "evidenze oggettive", ossia tutta la documentazione (analisi agli scarichi idrici, analisi ai camini, riscontri di manutenzioni, gestione dei rifiuti) che accompagna la quotidianità di una capillare gestione ambientale così come è stata prevista e imposta dal PMC, ossia il Piano di Monitoraggio e Controllo che, insieme al PIC (Parere Istruttorio Conclusivo) forma il Decreto AIA n° 384 del 24 Settembre 2021. La Relazione Finale è dunque che un excursus all'interno delle quasi 200 pagine che compongono l'AIA della Marchi Industriale, descrivendone le criticità nell'adempiere alle prescrizioni e i momenti di applicazione pratica, sia documentale (report annuale) sia in campo (effettuazione di analisi e campionamenti), analizzando anche il contesto produttivo e impiantistico, le metodologie di controllo applicate, e come la gestione di tutti questi adempimenti ricada nell'alveo del Sistema di Gestione che governa le attività dell'azienda.
L'AIA nelle aziende chimiche: l'esempio di Marchi Industriale
SARTORI, CRISTINA
2022/2023
Abstract
La presente Relazione Finale descrive il periodo di tirocinio che ho svolto presso lo stabilimento di Mira (VE) della Marchi Industriale S.p.A., azienda chimica italiana tra le maggiori produttrici italiane di acido solforico, acido cloridrico, solfato di potassio e policloruro di alluminio. In un mondo nel quale l'attenzione per ambiente, la sostenibilità e la consapevolezza degli impatti ambientali sono destinati ad essere aspetti fondamentali dell'esistenza quotidiana, tutto questo diventa il principale motore dell'azione di un'azienda chimica di non trascurabili dimensioni qual è la Marchi Industriale, ovviamente non disgiungendosi mai dagli aspetti di sostenibilità economica insiti comunque nelle more della legislazione italiana. In questo ambito, il rispetto totale dell'ambiente abbinato ad un rendiconto profittevole, diventa fondamentale l'applicazione dell'AIA, l'Autorizzazione Integrata Ambientale che, come una sorte di manuale d'uso, descrive in dettaglio (e nello specifico) ogni attività che l'azienda deve espletare per rispettare non solo le leggi vigenti in materia ambientale ma tutta una serie di vincoli, procedure e scadenze che l'Autorità Competente (Ministero dell'Ambiente) impone nell'AIA e che l'ente di controllo (ISPRA/ARPAV) è chiamato a verificare annualmente nel corso di visite ispettive che coinvolgono per alcuni giorni tutti i principali attori aziendali (Direzione, Produzione, Ufficio Tecnico, Gestione dei Sistemi, Laboratorio). In questa occasione diventano oggetto di verifica tutte quelle "evidenze oggettive", ossia tutta la documentazione (analisi agli scarichi idrici, analisi ai camini, riscontri di manutenzioni, gestione dei rifiuti) che accompagna la quotidianità di una capillare gestione ambientale così come è stata prevista e imposta dal PMC, ossia il Piano di Monitoraggio e Controllo che, insieme al PIC (Parere Istruttorio Conclusivo) forma il Decreto AIA n° 384 del 24 Settembre 2021. La Relazione Finale è dunque che un excursus all'interno delle quasi 200 pagine che compongono l'AIA della Marchi Industriale, descrivendone le criticità nell'adempiere alle prescrizioni e i momenti di applicazione pratica, sia documentale (report annuale) sia in campo (effettuazione di analisi e campionamenti), analizzando anche il contesto produttivo e impiantistico, le metodologie di controllo applicate, e come la gestione di tutti questi adempimenti ricada nell'alveo del Sistema di Gestione che governa le attività dell'azienda.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/57368