L'udito è uno dei sensi fondamentali dell’essere umano; ci consente di ascoltare, comprendere il mondo circostante e partecipare attivamente alla società. L’ipoacusia, ovvero la riduzione della capacità uditiva, può avere un impatto significativo sulla salute mentale, sulla sicurezza e l'inclusione sociale. L'esposizione prolungata a livelli elevati di rumore sul posto di lavoro può essere causa di ipoacusia, nota anche come perdita dell'udito occupazionale. Questa tecnopatia ha la caratteristica di colpire prima le alte frequenze, manifestandosi all’esame audiometrico con una caduta sui 4000 Hz, seguita da una risalita alle frequenze più acute. Lo scopo dell’elaborato è analizzare il trend dell'ipoacusia da rumore occupazionale in Italia, basato sull’analisi dei dati INAIL dal 2007 al 2020, per poi dedicarsi ad uno studio locale effettuato su pazienti del Cilento, una località della Campania in cui il laureando ha effettuato i tre anni di tirocinio durante il periodo di studi relativo al corso di laurea in Tecniche Audioprotesiche presso l’Università di Padova. La dissertazione, inoltre, vuole concentrarsi sulle abitudini dei lavoratori esaminati per comprendere le mansioni svolte, le caratteristiche dei luoghi di lavoro frequentati, se vi è (o fosse) una tendenza all’utilizzo o meno di otoprotettori (DPI) e su alcuni aspetti della vita privata legati all’esposizione a rumori dannosi. I dati nazionali, ricavati dai report biennali del sistema MALPROF dell’INAIL, sono stati elaborati e messi sotto forma di grafici per una più semplice lettura nonché per poter meglio confrontarli con i dati ottenuti dalla somministrazione, in forma anonima, di un questionario conoscitivo creato specificatamente per lo studio cilentano. Le domande hanno trovato risposta in quaranta pazienti a cui è stato sottoposto un preciso protocollo. Si è partiti da un’indagine anamnestica seguita poi dalla somministrazione del questionario, lo svolgimento di un’indagine auricolare, un’indagine audioprotesica per concludere poi con un colloquio finale. Dai risultati nazionali elaborati è emerso uno scarso afflusso di dati dalle regioni, ad esclusione dell’Emilia Romagna e della Lombardia, che ha evidenziato un trend delle segnalazioni in netta discesa su tutto il territorio nazionale dal 2007 al 2020. L’analisi dello studio locale, invece, ha fatto emergere una situazione critica; la tendenza a non usare i dispositivi di protezione individuale sul posto di lavoro, la quasi inesistente formazione ed informazione da parte delle aziende in ambito di sicurezza, il vizio del fumo di sigaretta e gli hobby dannosi per l’udito sono le principali problematiche dello scenario presentatosi. È possibile affermare che le ipoacusie occupazionali sono una vera e propria sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare. Appare evidente che solo dall’impegno e dalla collaborazione di tutti i principali protagonisti della gestione della salute e della sicurezza nelle aziende (ovvero datori di lavoro, medici competenti e lavoratori) si potrebbe ottenere una svolta decisiva a questo problema. L’audioprotesista, al pari delle figure su citate, svolge un ruolo fondamentale quale professionista nel settore della riabilitazione uditiva nonché quale divulgatore di nozioni atte a portare i propri pazienti a vivere una vita protetta dai rumori dannosi.

ANALISI DEL TREND DELL’IPOACUSIA DA RUMORE IN ITALIA DAL 2007 AL 2020: DA UNA PANORAMICA NAZIONALE AD UNA LOCALE

CIAGLIA, ALFREDO
2022/2023

Abstract

L'udito è uno dei sensi fondamentali dell’essere umano; ci consente di ascoltare, comprendere il mondo circostante e partecipare attivamente alla società. L’ipoacusia, ovvero la riduzione della capacità uditiva, può avere un impatto significativo sulla salute mentale, sulla sicurezza e l'inclusione sociale. L'esposizione prolungata a livelli elevati di rumore sul posto di lavoro può essere causa di ipoacusia, nota anche come perdita dell'udito occupazionale. Questa tecnopatia ha la caratteristica di colpire prima le alte frequenze, manifestandosi all’esame audiometrico con una caduta sui 4000 Hz, seguita da una risalita alle frequenze più acute. Lo scopo dell’elaborato è analizzare il trend dell'ipoacusia da rumore occupazionale in Italia, basato sull’analisi dei dati INAIL dal 2007 al 2020, per poi dedicarsi ad uno studio locale effettuato su pazienti del Cilento, una località della Campania in cui il laureando ha effettuato i tre anni di tirocinio durante il periodo di studi relativo al corso di laurea in Tecniche Audioprotesiche presso l’Università di Padova. La dissertazione, inoltre, vuole concentrarsi sulle abitudini dei lavoratori esaminati per comprendere le mansioni svolte, le caratteristiche dei luoghi di lavoro frequentati, se vi è (o fosse) una tendenza all’utilizzo o meno di otoprotettori (DPI) e su alcuni aspetti della vita privata legati all’esposizione a rumori dannosi. I dati nazionali, ricavati dai report biennali del sistema MALPROF dell’INAIL, sono stati elaborati e messi sotto forma di grafici per una più semplice lettura nonché per poter meglio confrontarli con i dati ottenuti dalla somministrazione, in forma anonima, di un questionario conoscitivo creato specificatamente per lo studio cilentano. Le domande hanno trovato risposta in quaranta pazienti a cui è stato sottoposto un preciso protocollo. Si è partiti da un’indagine anamnestica seguita poi dalla somministrazione del questionario, lo svolgimento di un’indagine auricolare, un’indagine audioprotesica per concludere poi con un colloquio finale. Dai risultati nazionali elaborati è emerso uno scarso afflusso di dati dalle regioni, ad esclusione dell’Emilia Romagna e della Lombardia, che ha evidenziato un trend delle segnalazioni in netta discesa su tutto il territorio nazionale dal 2007 al 2020. L’analisi dello studio locale, invece, ha fatto emergere una situazione critica; la tendenza a non usare i dispositivi di protezione individuale sul posto di lavoro, la quasi inesistente formazione ed informazione da parte delle aziende in ambito di sicurezza, il vizio del fumo di sigaretta e gli hobby dannosi per l’udito sono le principali problematiche dello scenario presentatosi. È possibile affermare che le ipoacusie occupazionali sono una vera e propria sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare. Appare evidente che solo dall’impegno e dalla collaborazione di tutti i principali protagonisti della gestione della salute e della sicurezza nelle aziende (ovvero datori di lavoro, medici competenti e lavoratori) si potrebbe ottenere una svolta decisiva a questo problema. L’audioprotesista, al pari delle figure su citate, svolge un ruolo fondamentale quale professionista nel settore della riabilitazione uditiva nonché quale divulgatore di nozioni atte a portare i propri pazienti a vivere una vita protetta dai rumori dannosi.
2022
TREND ANALYSIS OF NOISE HEARING LOSS IN ITALY FROM 2007 TO 2020: FROM A NATIONAL TO A LOCAL OVERVIEW
Ipoacusia
Rumore
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57503