Sempre più lavoratori soffrono di tecnopatia uditiva, un’ipoacusia di tipo neurosensoriale che compromette principalmente le frequenze 4000 e 6000 Hz; purtroppo non c’è modo di recuperare le funzionalità delle regioni cocleari morte (RCM), quindi l’unica soluzione è l’applicazione di apparecchi acustici. Solitamente vengono consigliati a questi pazienti apparecchi acustici di tipo retro-auricolare, cioè che non occludono completamente il condotto uditivo esterno, in questo modo i suoni gravi saranno uditi per via naturale dal paziente e non attraverso gli apparecchi acustici. Essendo compromesse zone importanti per il riconoscimento del parlato, l’algoritmo prescrittivo più utilizzato per questi pazienti è il NAL NL2: un metodo di amplificazione non lineare, il cui scopo è quello di ottenere la migliore intellegibilità del linguaggio possibile. Per riuscire ad udire suoni acuti, codificati in zone cocleari morte, è indispensabile applicare la trasposizione o la compressione in frequenza, grazie a queste strategie gli impulsi sonori saranno traslati da una RCM ad una zona cocleare in cui il paziente ha una soglia. La trasposizione e la compressione frequenziale portano ad un miglioramento nel riconoscimento dei fonemi consonantici, oltre che ad una buona percezione dei suoni ad alta frequenza. Nello studio corrente si analizzeranno 5 pazienti con tecnopatia uditiva portatori di apparecchi acustici. Attraverso un’attenta indagine conoscitiva, audiometria tonale, audiometria vocale, guadagno funzionale, misure in vivo e questionario APHAB si indagherà sul livello di soddisfazione del paziente nei confronti della riabilitazione uditiva tramite apparecchi acustici, confrontando test di tipo soggettivo con test oggettivi concentrandosi su quattro frequenze principali: 500 – 1000 – 2000 – 4000 Hz.
Correlazione tra guadagno funzionale ed in vivo nelle tecnopatie uditive
ROSTEGHIN, SERENA
2022/2023
Abstract
Sempre più lavoratori soffrono di tecnopatia uditiva, un’ipoacusia di tipo neurosensoriale che compromette principalmente le frequenze 4000 e 6000 Hz; purtroppo non c’è modo di recuperare le funzionalità delle regioni cocleari morte (RCM), quindi l’unica soluzione è l’applicazione di apparecchi acustici. Solitamente vengono consigliati a questi pazienti apparecchi acustici di tipo retro-auricolare, cioè che non occludono completamente il condotto uditivo esterno, in questo modo i suoni gravi saranno uditi per via naturale dal paziente e non attraverso gli apparecchi acustici. Essendo compromesse zone importanti per il riconoscimento del parlato, l’algoritmo prescrittivo più utilizzato per questi pazienti è il NAL NL2: un metodo di amplificazione non lineare, il cui scopo è quello di ottenere la migliore intellegibilità del linguaggio possibile. Per riuscire ad udire suoni acuti, codificati in zone cocleari morte, è indispensabile applicare la trasposizione o la compressione in frequenza, grazie a queste strategie gli impulsi sonori saranno traslati da una RCM ad una zona cocleare in cui il paziente ha una soglia. La trasposizione e la compressione frequenziale portano ad un miglioramento nel riconoscimento dei fonemi consonantici, oltre che ad una buona percezione dei suoni ad alta frequenza. Nello studio corrente si analizzeranno 5 pazienti con tecnopatia uditiva portatori di apparecchi acustici. Attraverso un’attenta indagine conoscitiva, audiometria tonale, audiometria vocale, guadagno funzionale, misure in vivo e questionario APHAB si indagherà sul livello di soddisfazione del paziente nei confronti della riabilitazione uditiva tramite apparecchi acustici, confrontando test di tipo soggettivo con test oggettivi concentrandosi su quattro frequenze principali: 500 – 1000 – 2000 – 4000 Hz.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Rosteghin_Serena.pdf
accesso riservato
Dimensione
6.36 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.36 MB | Adobe PDF |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/57514