La terapia implantare è considerata oggi un trattamento standard e di successo nell’Odontoiatria e, con la sua progressiva diffusione avvenuta negli ultimi decenni, si è dovuto far fronte alle possibili complicanze ad essa conseguenti. La peri-implantite rappresenta il principale rischio biologico che influenza il successo e la sopravvivenza di un impianto dentale e presenta, da una revisione della letteratura recente, una prevalenza compresa tra il 22 e il 45% dei pazienti con impianti dentali. Sebbene l’eziopatogenesi della malattia perimplantare sia multifattoriale e non ancora chiara, appare evidente che un ruolo centrale nello sviluppo e nella progressione della peri - implantite sia da attribuire alla formazione di biofilm patogeno adeso alla superficie implantare. Per tale motivo la decontaminazione della superficie implantare è considerata il cardine della terapia della perimplantite ed una condizione necessaria per la rigenerazione dei difetti ossei peri - implantari al fine di ottenere una nuova osteointegrazione della superficie precedentemente contaminata.
 All’interno del biofilm i batteri mostrano un’estrema resistenza alla disinfezione topica e agli antibiotici sistemici. Di conseguenza, lo scopo della terapia causale consiste nell’effettiva rimozione meccanica di biofilm intatto. A tale scopo sono comunemente utilizzate curettes, ultrasuoni e strumenti per air-polishing. A causa delle differenti e specifiche caratteristiche del difetto osseo e di accessibilità alle aree infette, la terapia non chirurgica non è ancora in grado di fornire risultati predicibili e di successo, specialmente nei casi più complessi. Per facilitare la decontaminazione meccanica è spesso necessario affiancarla ad un approccio di tipo chirurgico. Studi sul trattamento peri-implantare concordano nel dimostrare che, anche quando la superficie da detergere è accessibile e visibile, la strumentazione rimane un compito difficile ed influenzato da capacità, conoscenze ed esperienza dall’operatore. Il presente studio si propone di valutare il potenziale di efficacia di diverse metodiche di strumentazione comunemente usate per la decontaminazione della superficie implantare, in vitro, usando un modello che simuli differenti pattern di difetto osseo. Ulteriore scopo dello studio è individuare la metodica meno operatore-dipendente. I dati ottenuti permetteranno di analizzare quale sia la metodica più efficace nel senso assoluto e quella meno legata all’esperienza dell’operatore.

Confronto tra diverse metodiche di trattamento non chirurgico della superficie implantare con simulazione di differenti pattern di riassorbimento osseo. Uno studio in vitro.

PETRINI, GAIA
2022/2023

Abstract

La terapia implantare è considerata oggi un trattamento standard e di successo nell’Odontoiatria e, con la sua progressiva diffusione avvenuta negli ultimi decenni, si è dovuto far fronte alle possibili complicanze ad essa conseguenti. La peri-implantite rappresenta il principale rischio biologico che influenza il successo e la sopravvivenza di un impianto dentale e presenta, da una revisione della letteratura recente, una prevalenza compresa tra il 22 e il 45% dei pazienti con impianti dentali. Sebbene l’eziopatogenesi della malattia perimplantare sia multifattoriale e non ancora chiara, appare evidente che un ruolo centrale nello sviluppo e nella progressione della peri - implantite sia da attribuire alla formazione di biofilm patogeno adeso alla superficie implantare. Per tale motivo la decontaminazione della superficie implantare è considerata il cardine della terapia della perimplantite ed una condizione necessaria per la rigenerazione dei difetti ossei peri - implantari al fine di ottenere una nuova osteointegrazione della superficie precedentemente contaminata.
 All’interno del biofilm i batteri mostrano un’estrema resistenza alla disinfezione topica e agli antibiotici sistemici. Di conseguenza, lo scopo della terapia causale consiste nell’effettiva rimozione meccanica di biofilm intatto. A tale scopo sono comunemente utilizzate curettes, ultrasuoni e strumenti per air-polishing. A causa delle differenti e specifiche caratteristiche del difetto osseo e di accessibilità alle aree infette, la terapia non chirurgica non è ancora in grado di fornire risultati predicibili e di successo, specialmente nei casi più complessi. Per facilitare la decontaminazione meccanica è spesso necessario affiancarla ad un approccio di tipo chirurgico. Studi sul trattamento peri-implantare concordano nel dimostrare che, anche quando la superficie da detergere è accessibile e visibile, la strumentazione rimane un compito difficile ed influenzato da capacità, conoscenze ed esperienza dall’operatore. Il presente studio si propone di valutare il potenziale di efficacia di diverse metodiche di strumentazione comunemente usate per la decontaminazione della superficie implantare, in vitro, usando un modello che simuli differenti pattern di difetto osseo. Ulteriore scopo dello studio è individuare la metodica meno operatore-dipendente. I dati ottenuti permetteranno di analizzare quale sia la metodica più efficace nel senso assoluto e quella meno legata all’esperienza dell’operatore.
2022
Comparison between non-surgical treatment methods of the implant surface with simulation of different bone resorption patterns. An in vitro study.
peri-implantitis
dental implants
dental hygene
implants bone
non surgical
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/57771