La sindrome da burnout, anche nota come "sindrome da esaurimento professionale", è stata riconosciuta e descritta negli anni '70. Si tratta di una condizione di stress cronico legata al lavoro, caratterizzata da una esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale. La categoria di lavoratori che, negli anni, ne ha maggiormente sofferto è quella delle professioni d’aiuto. L’obiettivo di questa tesi è di analizzare, attraverso la revisione della letteratura, l’impatto della sindrome di burnout tra i professionisti sanitari prima, durante e dopo il periodo pandemico da COVID-19, mettendo, poi, a confronto lo scenario italiano con quello estero. La revisione della letteratura è stata costruita con l’aiuto della ricerca delle banche dati internazionali, rintracciando materiale pertinente al problema. I criteri di selezione degli articoli sono pubblicazioni con la presenza di fulltext, con spazio temporale degli ultimi 20 anni, dal 2003 al 2023, in lingua inglese e italiana. Dall’analisi dei risultati raccolti possiamo ricavare che, per quanto riguarda l’Italia, la pandemia ha determinato un acuirsi straordinario di questa problematica portando a un aumento dei livelli di esaurimento emotivo tra i lavoratori. Per quanto riguarda lo scenario estero, invece, in Cina si sono riscontrate percentuali simili, se non sovrapponibili, tra il prima e il dopo la pandemia. In Turchia, pur registrando alte percentuali di infermieri con ridotta realizzazione personale, non si sono verificati cambiamenti di rilievo con il diffondersi del COVID-19. In Iran, al contrario, in seguito allo sviluppo della pandemia, sono notevolmente aumentati gli infermieri con ridotta realizzazione personale e professionale. In Belgio si è evidenziato come la percentuale di infermieri colpiti da burnout sia aumentata tra gli infermieri di terapia intensiva e sia, invece, rimasta invariata tra gli infermieri di emergenza. Possiamo quindi concludere che, tra gli Stati presi in considerazione, quelli in cui si sono registrati livelli più alti di burnout, dopo la pandemia di COVID-19, ossia Italia e Iran, sono quelli che si sono trovati impreparati, da un punto di vista economico, sociale ed organizzativo, di fronte a un'emergenza sanitaria di questa portata. Per mitigare l'impatto della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale degli infermieri sarebbe perciò utile introdurre nuove misure preventive, in modo da fornire il sostegno necessario per garantire la salute e il benessere di coloro che lavorano nelle professioni a rischio.

La sindrome da burnout nel personale sanitario: gli effetti della pandemia da Covid-19 sullo stress lavoro correlato

MALACARNE, GIADA
2022/2023

Abstract

La sindrome da burnout, anche nota come "sindrome da esaurimento professionale", è stata riconosciuta e descritta negli anni '70. Si tratta di una condizione di stress cronico legata al lavoro, caratterizzata da una esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale. La categoria di lavoratori che, negli anni, ne ha maggiormente sofferto è quella delle professioni d’aiuto. L’obiettivo di questa tesi è di analizzare, attraverso la revisione della letteratura, l’impatto della sindrome di burnout tra i professionisti sanitari prima, durante e dopo il periodo pandemico da COVID-19, mettendo, poi, a confronto lo scenario italiano con quello estero. La revisione della letteratura è stata costruita con l’aiuto della ricerca delle banche dati internazionali, rintracciando materiale pertinente al problema. I criteri di selezione degli articoli sono pubblicazioni con la presenza di fulltext, con spazio temporale degli ultimi 20 anni, dal 2003 al 2023, in lingua inglese e italiana. Dall’analisi dei risultati raccolti possiamo ricavare che, per quanto riguarda l’Italia, la pandemia ha determinato un acuirsi straordinario di questa problematica portando a un aumento dei livelli di esaurimento emotivo tra i lavoratori. Per quanto riguarda lo scenario estero, invece, in Cina si sono riscontrate percentuali simili, se non sovrapponibili, tra il prima e il dopo la pandemia. In Turchia, pur registrando alte percentuali di infermieri con ridotta realizzazione personale, non si sono verificati cambiamenti di rilievo con il diffondersi del COVID-19. In Iran, al contrario, in seguito allo sviluppo della pandemia, sono notevolmente aumentati gli infermieri con ridotta realizzazione personale e professionale. In Belgio si è evidenziato come la percentuale di infermieri colpiti da burnout sia aumentata tra gli infermieri di terapia intensiva e sia, invece, rimasta invariata tra gli infermieri di emergenza. Possiamo quindi concludere che, tra gli Stati presi in considerazione, quelli in cui si sono registrati livelli più alti di burnout, dopo la pandemia di COVID-19, ossia Italia e Iran, sono quelli che si sono trovati impreparati, da un punto di vista economico, sociale ed organizzativo, di fronte a un'emergenza sanitaria di questa portata. Per mitigare l'impatto della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale degli infermieri sarebbe perciò utile introdurre nuove misure preventive, in modo da fornire il sostegno necessario per garantire la salute e il benessere di coloro che lavorano nelle professioni a rischio.
2022
Burnout syndrome in health care personnel: the effects of the Covid-19 pandemic on work-related stress
Burnout
Healthcare personnel
Covid-19
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/58260