ABSTRACT Background: le infezioni del flusso sanguigno correlate a catetere (CRBSI) rappresentano un importante problema a livello ospedaliero, associato a mortalità, morbilità e dispendio di risorse economiche. La diagnosi corretta delle CRBSI viene stabilita tramite l’esecuzione di un particolare esame del sangue denominato emocoltura. La corretta esecuzione dell’emocoltura è di fondamentale importanza per l’attendibilità del risultato, in quanto una contaminazione durante lo svolgimento della procedura e/o una inadeguata gestione del campione dopo il prelievo possono portare ad emocolture contaminate, propriamente dette emocolture falsamente positive (FPBC). Studi recenti hanno evidenziato che le emocolture contaminate rappresentano una problematica molto comune nella pratica clinica e che spesso possono portare a notevoli conseguenze per il paziente e per la gestione del percorso terapeutico, tra cui la rimozione dell’accesso vascolare. Obiettivo: il principale obiettivo di questo studio è quello di indagare quali possano essere, dal punto di vista infermieristico, i fattori potenzialmente associati alla genesi di emoculture falsamente positive. Materiali e metodi: l’indagine iniziale è stata eseguita tramite la consultazione della letteratura scientifica disponibile su Pubmed, di libri di testo e delle varie linee guida inerenti l’argomento. Successivamente si è andato a studiare il fenomeno in differenti reparti dell’Azienda Ulss1 Dolomiti e dell’Azienda Ulss2 Marca Trevigiana, attraverso il disegno e la somministrazione in forma anonima di un questionario con 21 quesiti a risposta multipla al personale infermieristico operante in contesti internistici ed onco-ematologici. Sono stati inoltre acquisiti i dati aggregati relativi ad emocolture eseguite nelle stesse sedi e tipologie di reparto nel corso degli ultimi 5 anni. Infine è stato possibile dimostrare solo parzialmente il tasso di contaminazione relativo alle emocolture eseguite dal secondo semestre 2022 e dell’anno 2023 a livello delle due aziende. Risultati: Il tasso medio di contaminazione nel 2022 è pari a 1.36% mentre nell’anno 2023 ammonta fino al 1.77%. Nonostante una percentuale così elevata di falsi positivi, dai dati emersi dai questionari si può dimostrare come il personale infermieristico conosca la procedura per la corretta esecuzione dell’emocoltura ma che comunque ci siano delle lacune inerenti ad alcuni passaggi. Infatti il personale infermieristico non disinfetta il tappo di gomma del flacone o aderisce parzialmente (56%), non aspira una quantità di sangue corretta per la ricerca del microrganismo (51%) ed infine non rispetta i tempi tra un prelievo e l’altro (47%). Conclusioni: Al fine di una corretta esecuzione del prelievo per l’esame dell’emocoltura è fondamentale che il professionista sanitario conosca ma soprattutto aderisca al protocollo aziendale della rispettiva azienda. Inoltre aderire ai diversi corsi di formazione istituiti dall’azienda ospedaliera è utile per migliore la pratica di esecuzione dell’emocoltura.
"Emocoltura e contaminazioni: l’importanza del ruolo dell’infermiere nella prevenzione dei falsi positivi nell’esecuzione dell’emocoltura da catetere venoso centrale e periferico.”
MICHELUZZI, ANNA
2022/2023
Abstract
ABSTRACT Background: le infezioni del flusso sanguigno correlate a catetere (CRBSI) rappresentano un importante problema a livello ospedaliero, associato a mortalità, morbilità e dispendio di risorse economiche. La diagnosi corretta delle CRBSI viene stabilita tramite l’esecuzione di un particolare esame del sangue denominato emocoltura. La corretta esecuzione dell’emocoltura è di fondamentale importanza per l’attendibilità del risultato, in quanto una contaminazione durante lo svolgimento della procedura e/o una inadeguata gestione del campione dopo il prelievo possono portare ad emocolture contaminate, propriamente dette emocolture falsamente positive (FPBC). Studi recenti hanno evidenziato che le emocolture contaminate rappresentano una problematica molto comune nella pratica clinica e che spesso possono portare a notevoli conseguenze per il paziente e per la gestione del percorso terapeutico, tra cui la rimozione dell’accesso vascolare. Obiettivo: il principale obiettivo di questo studio è quello di indagare quali possano essere, dal punto di vista infermieristico, i fattori potenzialmente associati alla genesi di emoculture falsamente positive. Materiali e metodi: l’indagine iniziale è stata eseguita tramite la consultazione della letteratura scientifica disponibile su Pubmed, di libri di testo e delle varie linee guida inerenti l’argomento. Successivamente si è andato a studiare il fenomeno in differenti reparti dell’Azienda Ulss1 Dolomiti e dell’Azienda Ulss2 Marca Trevigiana, attraverso il disegno e la somministrazione in forma anonima di un questionario con 21 quesiti a risposta multipla al personale infermieristico operante in contesti internistici ed onco-ematologici. Sono stati inoltre acquisiti i dati aggregati relativi ad emocolture eseguite nelle stesse sedi e tipologie di reparto nel corso degli ultimi 5 anni. Infine è stato possibile dimostrare solo parzialmente il tasso di contaminazione relativo alle emocolture eseguite dal secondo semestre 2022 e dell’anno 2023 a livello delle due aziende. Risultati: Il tasso medio di contaminazione nel 2022 è pari a 1.36% mentre nell’anno 2023 ammonta fino al 1.77%. Nonostante una percentuale così elevata di falsi positivi, dai dati emersi dai questionari si può dimostrare come il personale infermieristico conosca la procedura per la corretta esecuzione dell’emocoltura ma che comunque ci siano delle lacune inerenti ad alcuni passaggi. Infatti il personale infermieristico non disinfetta il tappo di gomma del flacone o aderisce parzialmente (56%), non aspira una quantità di sangue corretta per la ricerca del microrganismo (51%) ed infine non rispetta i tempi tra un prelievo e l’altro (47%). Conclusioni: Al fine di una corretta esecuzione del prelievo per l’esame dell’emocoltura è fondamentale che il professionista sanitario conosca ma soprattutto aderisca al protocollo aziendale della rispettiva azienda. Inoltre aderire ai diversi corsi di formazione istituiti dall’azienda ospedaliera è utile per migliore la pratica di esecuzione dell’emocoltura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/58268