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Introduzione: La Maternity Blues (MB) è da alcuni anni oggetto di attenzione nel mondo scientifico e della comunità degli operatori sanitari, in virtù del fatto che la gravidanza e il post partum rappresentano uno dei periodi della vita a maggior rischio di insorgenza di disturbi depressivi (Guerra, 2016). La Maternity Blues ha una prevalenza del 39% ed è una condizione emotiva transitoria puerperale, anche se benigna può evolversi in una condizione patologica, la depressione post partum (PPD). In letteratura sono noti diversi fattori di rischio per lo sviluppo di depressione perinatale e sono disponibili test di screening, come ad esempio l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), Nella Regione Veneto esiste un programma di screening specifico nell’ambito della depressione post partum proposto a tutte le puerpere ricoverate, effettuato con un test combinato (EPDS+questionario sui fattori di rischio). Il ruolo degli infermieri, è fondamentale nel riconoscere la Maternity Blues, informare e supportare la puerpera nel post partum, individuare in modo precoce l’insorgenza dei disturbi depressivi nonché collaborare con altri professionisti nel gestire la sindrome con delle strategie di coping. Tuttavia, la figura dell’infermiere ad oggi non è sempre coinvolta e valorizzata nelle attività di prevenzione e gestione della sindrome. Obiettivo: Attraverso una revisione della letteratura lo scopo di questa tesi è quello di descrivere il quadro generale della Maternity Blues, e analizzare il ruolo dell’infermiere nella prevenzione, identificazione e gestione di questa sindrome. Metodologia: E’ stata condotta una revisione della letteratura in banche dati, quali PubMed, Scopus, Google Scholar e Cinahl. La ricerca ha considerato gli studi pubblicati negli ultimi cinque anni. Sono risultati eleggibili 15 articoli che corrispondevano ai criteri di inclusione ed esclusione stabiliti per la ricerca. La ricerca è iniziata a dicembre 2022 e terminata a settembre 2023. Risultati: Secondo i criteri di inclusione e esclusione su cinquantaquattro articoli analizzati sono risultati eleggibili quindici. Gli articoli selezionati riguardano il quadro generale della Maternity Blues, l’epidemiologia, la prevenzione e soprattutto il ruolo dell’infermiere nell’identificazione e gestione della MB. Conclusione: I risultati della revisione dimostrano come il ruolo dell’infermiere è importante nella gestione della Maternity Blues e prevenzione della depressione post partum. L’infermiere, insieme ad altre figure professionali, attraverso l’utilizzo di scale di valutazione, come l’EPDS, contribuisce ad individuare in modo precoce il rischio di depressione post partum. Trattandosi di una condizione emotiva transitoria, l’infermiere ha un ruolo fondamentale nel supportare la madre e guidarla verso il superamento di questa condizione mettendo in atto trattamenti non farmacologici.

GESTIONE E PREVENZIONE DELLA MATERNITY BLUES: il ruolo dell’infermiere.

TUPAZ, MALAIKA LYGREI PINERO
2022/2023

Abstract

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2022
Management and prevention of Maternity Blues: nurse's role.
Introduzione: La Maternity Blues (MB) è da alcuni anni oggetto di attenzione nel mondo scientifico e della comunità degli operatori sanitari, in virtù del fatto che la gravidanza e il post partum rappresentano uno dei periodi della vita a maggior rischio di insorgenza di disturbi depressivi (Guerra, 2016). La Maternity Blues ha una prevalenza del 39% ed è una condizione emotiva transitoria puerperale, anche se benigna può evolversi in una condizione patologica, la depressione post partum (PPD). In letteratura sono noti diversi fattori di rischio per lo sviluppo di depressione perinatale e sono disponibili test di screening, come ad esempio l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), Nella Regione Veneto esiste un programma di screening specifico nell’ambito della depressione post partum proposto a tutte le puerpere ricoverate, effettuato con un test combinato (EPDS+questionario sui fattori di rischio). Il ruolo degli infermieri, è fondamentale nel riconoscere la Maternity Blues, informare e supportare la puerpera nel post partum, individuare in modo precoce l’insorgenza dei disturbi depressivi nonché collaborare con altri professionisti nel gestire la sindrome con delle strategie di coping. Tuttavia, la figura dell’infermiere ad oggi non è sempre coinvolta e valorizzata nelle attività di prevenzione e gestione della sindrome. Obiettivo: Attraverso una revisione della letteratura lo scopo di questa tesi è quello di descrivere il quadro generale della Maternity Blues, e analizzare il ruolo dell’infermiere nella prevenzione, identificazione e gestione di questa sindrome. Metodologia: E’ stata condotta una revisione della letteratura in banche dati, quali PubMed, Scopus, Google Scholar e Cinahl. La ricerca ha considerato gli studi pubblicati negli ultimi cinque anni. Sono risultati eleggibili 15 articoli che corrispondevano ai criteri di inclusione ed esclusione stabiliti per la ricerca. La ricerca è iniziata a dicembre 2022 e terminata a settembre 2023. Risultati: Secondo i criteri di inclusione e esclusione su cinquantaquattro articoli analizzati sono risultati eleggibili quindici. Gli articoli selezionati riguardano il quadro generale della Maternity Blues, l’epidemiologia, la prevenzione e soprattutto il ruolo dell’infermiere nell’identificazione e gestione della MB. Conclusione: I risultati della revisione dimostrano come il ruolo dell’infermiere è importante nella gestione della Maternity Blues e prevenzione della depressione post partum. L’infermiere, insieme ad altre figure professionali, attraverso l’utilizzo di scale di valutazione, come l’EPDS, contribuisce ad individuare in modo precoce il rischio di depressione post partum. Trattandosi di una condizione emotiva transitoria, l’infermiere ha un ruolo fondamentale nel supportare la madre e guidarla verso il superamento di questa condizione mettendo in atto trattamenti non farmacologici.
Maternity Blues
Risk factors
Prevention
Postpartum blues
Nurse's role
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/58324