L’obiettivo del presente studio è quello di valutare le abilità comunicativo-linguistiche in un piccolo gruppo di bambini affetti da malattia oncoematologica (diagnosi di diverse forme di leucemia e rabdomiosarcoma), prendendo in considerazione la letteratura presente in merito, le rispettive diagnosi, eventuali comorbidità, la terapia assunta, i periodi di ospedalizzazione e la conseguente ridotta stimolazione ambientale ai quali i pazienti vengono sottoposti. Il tutto, con lo scopo di attuare degli interventi studiati ad hoc per questa tipologia di popolazione e per le rispettive famiglie/caregivers, se necessario. Nel presente studio hanno preso parte 7 bambini di età compresa tra i 14 ed i 41 mesi d’età. Di questi, 4 hanno diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, 2 di leucemia mieloide acuta e 1 di rabdomiosarcoma. Inoltre, uno dei due pazienti affetti da leucemia mieloide acuta presenta una comorbidità con la sindrome di Down. Nessuno dei bambini facenti parte del progetto ha familiarità per problemi di udito, linguaggio o degli apprendimenti. I dati sono stati raccolti presso l’UOC Clinica di Oncoematologia Pediatrica (Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino) dell’Azienda Ospedale Università di Padova durante il periodo di tirocinio curricolare, avvenuto presso l’UOC Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedale Università di Padova, nel mese di aprile 2023. La raccolta dati è avvenuta in presenza, attraverso osservazioni qualitative dirette e il questionario ASCB che è stato compilato insieme ai genitori/caregivers; inoltre, è stato consegnato ai genitori dei pazienti ed in seguito restituito, nel periodo tra maggio ed agosto 2023, il questionario PVB “Gesti e Parole”/ “Parole e Frasi” - forma completa. Gli aspetti riguardanti la condizione clinica dei pazienti sono stati estrapolati dalla consultazione delle cartelle psicologiche dei pazienti e dai colloqui condotti con gli psicologi operanti presso la struttura. Per 2 bambini è stato inoltre possibile disporre dei risultati ottenuti alle Scale Griffiths III precedentemente somministrate e analizzate dagli psicologi operanti nella struttura. I risultati del presente studio, globalmente, indicano che, in base al piccolo gruppo preso in esame, non vi sono elementi che dimostrino una chiara compromissione dello sviluppo comunicativo – linguistico nei bambini affetti da malattia oncoematologica. Nei test quantitativi i bambini si sono collocati, per la maggior parte, tra la norma ed i limiti inferiori di norma, ad eccezione di qualche caso che si è collocato ben oltre la norma. Nonostante l’apparente assenza di correlazione tra malattia oncoematologica e difficoltà nello sviluppo comunicativo – linguistico, si ritiene necessario attuare una presa in carico longitudinale di questi bambini, in modo da poterne monitorare il relativo sviluppo comunicativo-linguistico nei diversi momenti della malattia, anche in relazione alle terapie assunte. A tale scopo potrebbe essere dunque utile l’inserimento nelle strutture ospedaliere, ed in particolare nelle UOC Oncoematologia Pediatrica, della figura del logopedista. Inoltre, il logopedista, creerebbe, in caso di necessità, un “ponte” tra l’ambiente ospedaliero e i servizi territoriali, nel caso in cui i bambini avessero la necessità di essere seguiti, una volta dimessi. Nello svolgimento di questo progetto sono emersi alcuni limiti quali: il numero ristretto dei partecipanti allo studio; le diverse fasce d’età dei bambini; la disomogeneità delle patologie prese in considerazione; le differenti terapie assunte dai pazienti; la fase della malattia differente tra i diversi pazienti; il periodo di osservazione diretta qualitativa dei pazienti e di compilazione dei questionari avvenuto in momenti diversi e la poca affidabilità delle informazioni raccolte da alcuni genitori, nel questionario PVB.
Sviluppo comunicativo-linguistico nel bambino affetto da malattia oncoematologica: studio pilota nella fascia d’età 12 - 48 mesi
CASANOVA, AURORA
2022/2023
Abstract
L’obiettivo del presente studio è quello di valutare le abilità comunicativo-linguistiche in un piccolo gruppo di bambini affetti da malattia oncoematologica (diagnosi di diverse forme di leucemia e rabdomiosarcoma), prendendo in considerazione la letteratura presente in merito, le rispettive diagnosi, eventuali comorbidità, la terapia assunta, i periodi di ospedalizzazione e la conseguente ridotta stimolazione ambientale ai quali i pazienti vengono sottoposti. Il tutto, con lo scopo di attuare degli interventi studiati ad hoc per questa tipologia di popolazione e per le rispettive famiglie/caregivers, se necessario. Nel presente studio hanno preso parte 7 bambini di età compresa tra i 14 ed i 41 mesi d’età. Di questi, 4 hanno diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, 2 di leucemia mieloide acuta e 1 di rabdomiosarcoma. Inoltre, uno dei due pazienti affetti da leucemia mieloide acuta presenta una comorbidità con la sindrome di Down. Nessuno dei bambini facenti parte del progetto ha familiarità per problemi di udito, linguaggio o degli apprendimenti. I dati sono stati raccolti presso l’UOC Clinica di Oncoematologia Pediatrica (Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino) dell’Azienda Ospedale Università di Padova durante il periodo di tirocinio curricolare, avvenuto presso l’UOC Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedale Università di Padova, nel mese di aprile 2023. La raccolta dati è avvenuta in presenza, attraverso osservazioni qualitative dirette e il questionario ASCB che è stato compilato insieme ai genitori/caregivers; inoltre, è stato consegnato ai genitori dei pazienti ed in seguito restituito, nel periodo tra maggio ed agosto 2023, il questionario PVB “Gesti e Parole”/ “Parole e Frasi” - forma completa. Gli aspetti riguardanti la condizione clinica dei pazienti sono stati estrapolati dalla consultazione delle cartelle psicologiche dei pazienti e dai colloqui condotti con gli psicologi operanti presso la struttura. Per 2 bambini è stato inoltre possibile disporre dei risultati ottenuti alle Scale Griffiths III precedentemente somministrate e analizzate dagli psicologi operanti nella struttura. I risultati del presente studio, globalmente, indicano che, in base al piccolo gruppo preso in esame, non vi sono elementi che dimostrino una chiara compromissione dello sviluppo comunicativo – linguistico nei bambini affetti da malattia oncoematologica. Nei test quantitativi i bambini si sono collocati, per la maggior parte, tra la norma ed i limiti inferiori di norma, ad eccezione di qualche caso che si è collocato ben oltre la norma. Nonostante l’apparente assenza di correlazione tra malattia oncoematologica e difficoltà nello sviluppo comunicativo – linguistico, si ritiene necessario attuare una presa in carico longitudinale di questi bambini, in modo da poterne monitorare il relativo sviluppo comunicativo-linguistico nei diversi momenti della malattia, anche in relazione alle terapie assunte. A tale scopo potrebbe essere dunque utile l’inserimento nelle strutture ospedaliere, ed in particolare nelle UOC Oncoematologia Pediatrica, della figura del logopedista. Inoltre, il logopedista, creerebbe, in caso di necessità, un “ponte” tra l’ambiente ospedaliero e i servizi territoriali, nel caso in cui i bambini avessero la necessità di essere seguiti, una volta dimessi. Nello svolgimento di questo progetto sono emersi alcuni limiti quali: il numero ristretto dei partecipanti allo studio; le diverse fasce d’età dei bambini; la disomogeneità delle patologie prese in considerazione; le differenti terapie assunte dai pazienti; la fase della malattia differente tra i diversi pazienti; il periodo di osservazione diretta qualitativa dei pazienti e di compilazione dei questionari avvenuto in momenti diversi e la poca affidabilità delle informazioni raccolte da alcuni genitori, nel questionario PVB.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/58628