Background: Studi sul deficit lessicale-semantico in produzione in forme di afasia sia fluente che non fluente hanno evidenziato come l’accesso lessicale sia influenzato da diverse variabili psicolinguistiche, tra cui la concretezza. Le parole concrete sarebbero meglio processate di quelle astratte sia in soggetti sani che, in modo più evidente, in pazienti afasici. Scopo: Questo studio si propone di osservare come si modifica l'accesso al lessico nei soggetti afasici in relazione alla variabile concretezza. Materiali e Metodi: Per rispondere a questa domanda è stato sviluppato un protocollo sperimentale somministrato ad un gruppo di pazienti afasici e a controlli. Lo studio ha reclutato, in modo prospettico, un gruppo di 9 pazienti afasici in fase post-acuta e cronica. Il campione di pazienti aveva un’età media di 62,56 anni e una scolarità media di 14. Tutti i soggetti parlavano l’italiano come lingua madre e 5 erano bilingue. L’eziologia era vascolare per 8 pazienti e neuro-oncologica per 1. I quadri sintomatologici erano riconducibili ai seguenti tipi di afasia: afasia anomica (n° pz = 2), afasia di Wernicke (n° pz = 2), afasia transcorticale motoria (n° pz = 1), afasia di Broca (n° pz = 4). Tutti i pazienti erano destrimani. È stato anche reclutato, in modo da essere rappresentativo del gruppo di pazienti con afasia per età e scolarità, un gruppo di 9 soggetti di controllo che non avesse patologie neurologiche o psichiatriche pregresse o in atto. La loro età media era di 62,11 anni con una scolarità media di 13,44. Tutti i soggetti parlavano l’italiano come lingua madre e 5 erano bilingue. Tutti i soggetti erano destrimani. È stato sviluppato un compito di fluenza semantica utilizzando sostantivi, verbi e aggettivi concreti e astratti ad alta frequenza d’uso. Gli item erano 18, selezionati dall'adattamento italiano del database ANEW (Montefinese et al., 2014) e organizzati in due liste randomizzate sottoposte entrambe ad ogni paziente in maniera alternata. Il compito prevedeva che i pazienti producessero il maggior numero possibile di parole semanticamente relate agli item senza limiti di tempo. Seguiva la prova di fluenza fonemica dell’ENB-2 (Esame Neuropsicologico Breve 2, di Mondini et al., 2011) allo scopo di valutare le differenze in una prova che richiedeva pur sempre una fluenza di accessi lessicali, ma utilizzando il livello fonologico. Risultati: Lo studio ha rilevato che sia i pazienti afasici sia i controlli hanno prodotto un numero maggiore di parole e più rapidamente quando l'item di partenza era una parola concreta. Tuttavia, la produzione dei pazienti era ridotta e più lenta rispetto ai controlli sia per parole concrete che per parole astratte. La categoria di item più complessa per entrambi i gruppi di partecipanti era quella dei verbi a bassa concretezza. L'analisi ha anche rilevato differenze tra pazienti afasici fluenti e non fluenti. Infatti, i pazienti non fluenti, da un punto di vista quantitativo hanno effettuato più accessi corretti e commesso meno errori. Hanno inoltre ottenuto anche migliori prestazioni qualitative. È stata infatti meno frequente la necessità di annullare intere o parziali produzioni all’interno di item per produzioni tangenziali o perdita della consegna. Implicazioni: Una valutazione logopedica attenta a queste variabili consentirebbe prospettive di trattamento del deficit lessicale-semantico in fase post-acuta e cronica più mirate. Una terapia che, sia in contesto conversazionale che strutturato, si basa sul recupero di accessi lessicali astratti, soprattutto per la categoria dei verbi, porterebbe a generalizzazioni anche nelle reti semantiche più concrete e migliorerebbe l’autonomia comunicativo-linguistica della persona con afasia.

L'influenza delle parole concrete e astratte sull'accesso al lessico nell'afasia

ORLANDO, SIMONE
2022/2023

Abstract

Background: Studi sul deficit lessicale-semantico in produzione in forme di afasia sia fluente che non fluente hanno evidenziato come l’accesso lessicale sia influenzato da diverse variabili psicolinguistiche, tra cui la concretezza. Le parole concrete sarebbero meglio processate di quelle astratte sia in soggetti sani che, in modo più evidente, in pazienti afasici. Scopo: Questo studio si propone di osservare come si modifica l'accesso al lessico nei soggetti afasici in relazione alla variabile concretezza. Materiali e Metodi: Per rispondere a questa domanda è stato sviluppato un protocollo sperimentale somministrato ad un gruppo di pazienti afasici e a controlli. Lo studio ha reclutato, in modo prospettico, un gruppo di 9 pazienti afasici in fase post-acuta e cronica. Il campione di pazienti aveva un’età media di 62,56 anni e una scolarità media di 14. Tutti i soggetti parlavano l’italiano come lingua madre e 5 erano bilingue. L’eziologia era vascolare per 8 pazienti e neuro-oncologica per 1. I quadri sintomatologici erano riconducibili ai seguenti tipi di afasia: afasia anomica (n° pz = 2), afasia di Wernicke (n° pz = 2), afasia transcorticale motoria (n° pz = 1), afasia di Broca (n° pz = 4). Tutti i pazienti erano destrimani. È stato anche reclutato, in modo da essere rappresentativo del gruppo di pazienti con afasia per età e scolarità, un gruppo di 9 soggetti di controllo che non avesse patologie neurologiche o psichiatriche pregresse o in atto. La loro età media era di 62,11 anni con una scolarità media di 13,44. Tutti i soggetti parlavano l’italiano come lingua madre e 5 erano bilingue. Tutti i soggetti erano destrimani. È stato sviluppato un compito di fluenza semantica utilizzando sostantivi, verbi e aggettivi concreti e astratti ad alta frequenza d’uso. Gli item erano 18, selezionati dall'adattamento italiano del database ANEW (Montefinese et al., 2014) e organizzati in due liste randomizzate sottoposte entrambe ad ogni paziente in maniera alternata. Il compito prevedeva che i pazienti producessero il maggior numero possibile di parole semanticamente relate agli item senza limiti di tempo. Seguiva la prova di fluenza fonemica dell’ENB-2 (Esame Neuropsicologico Breve 2, di Mondini et al., 2011) allo scopo di valutare le differenze in una prova che richiedeva pur sempre una fluenza di accessi lessicali, ma utilizzando il livello fonologico. Risultati: Lo studio ha rilevato che sia i pazienti afasici sia i controlli hanno prodotto un numero maggiore di parole e più rapidamente quando l'item di partenza era una parola concreta. Tuttavia, la produzione dei pazienti era ridotta e più lenta rispetto ai controlli sia per parole concrete che per parole astratte. La categoria di item più complessa per entrambi i gruppi di partecipanti era quella dei verbi a bassa concretezza. L'analisi ha anche rilevato differenze tra pazienti afasici fluenti e non fluenti. Infatti, i pazienti non fluenti, da un punto di vista quantitativo hanno effettuato più accessi corretti e commesso meno errori. Hanno inoltre ottenuto anche migliori prestazioni qualitative. È stata infatti meno frequente la necessità di annullare intere o parziali produzioni all’interno di item per produzioni tangenziali o perdita della consegna. Implicazioni: Una valutazione logopedica attenta a queste variabili consentirebbe prospettive di trattamento del deficit lessicale-semantico in fase post-acuta e cronica più mirate. Una terapia che, sia in contesto conversazionale che strutturato, si basa sul recupero di accessi lessicali astratti, soprattutto per la categoria dei verbi, porterebbe a generalizzazioni anche nelle reti semantiche più concrete e migliorerebbe l’autonomia comunicativo-linguistica della persona con afasia.
2022
The influence of concrete and abstract words on lexical access in aphasia
Afasia
Concretezza
Accesso lessicale
Logopedia
Fluenze
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/58640