Durante la mia prima esperienza lavorativa ho frequentato un corso di formazione che aveva come scopo il valorizzare il concetto di qualità della vita e successivamente, durante il corso di laurea magistrale, frequentando alcuni insegnamenti, il mio interesse si è focalizzato su alcune parole chiave che ruotano intorno a questo concetto: adultità, progetto di vita, aspettative future, preferenze, inclusione. L’importanza e la complessità dell’argomento che andrò a trattare è dimostrata da numerosi studi scientifici e sta diventando modello di riferimento per attuare gli interventi e i progetti di vita da realizzare a favore delle persone con disabilità intellettiva. Nel primo capitolo ho ripercorso l’immagine sociale della persona con disabilità e i cambiamenti negli anni sessanta del Novecento, l’importanza del passaggio verso l’età adulta delle persone con disabilità. Ho proseguito approfondendo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità da parte delle Nazioni Unite nel 2006 in cui assume grande importanza il termine “persone” con diversi significati. Tutti gli esseri umani indipendentemente dalla loro condizione sono persone. Successivamente legato alla Convenzione ONU ho approfondito il cambio di paradigma e coprogettazione capacitante. Nel secondo riguarda il progetto di vita, cioè l’insieme delle politiche e delle pratiche a beneficio delle persone con disabilità inteso come “sistema composto di molteplici procedure, raccomandazioni e indicazioni orientate alla promozione del cambiamento della vita delle persone con disabilità” (Cloutier, Malloy, Hagner, 2006). Infine, il concetto di qualità della vita e proposte applicative della qualità di vita realizzabili nei servizi per le disabilità ed i servizi per gli adulti con disabilità intellettiva, in un’ottica inclusiva. Nell’ultimo capitolo, farò una ricerca valutativa all’interno del centro diurno il “Faro” di Codigoro (FE) utilizzando le domande presenti nella prima parte dell’impianto progettuale e valutativo che si rifà al costrutto di qualità di vita: una tabella nella quale vengono registrati punteggi in base alle abilità del soggetto interessato. Le aree interessate sono: 1. Area funzionale di base: attenzione, controllo movimento grosso-motorio, controllo movimento fine-motorio, comunicazione, memoria, orientamento al luogo, orientamento al tempo. 2. Pratiche di autonomia personale: alimentazione, igiene personale, vestirsi/svestirsi, utilizzo del bagno, cura della propria salute, vita domestica e sicurezza. 3. Aree cognitive e concettuali; comprensione verbale, espressione verbale, concetti topologici, schema corporeo, lettura, scrittura, calcolo, pianificazione e ploblem solving. 4. Pratiche di vita quotidiana e sociali: autonomia esterna, uso denaro, uso orologio, uso telefono, utilizzo servizi della comunità, affettivo relazionali, sociali e autodeterminazione. Sono stati intervistati un gruppo di quattro adulti con disabilità intellettiva che frequentano il centro diurno. Successivamente ho confrontato le risposte date dai ragazzi con i risultati emersi dell’équipe educativa. L’obiettivo della ricerca è dar voce ai ragazzi e comprendere se le aspettative e le risposte dell’équipe coincidono con le aspettative dei ragazzi nelle 4 aree prese in considerazione per creare un progetto di vita che li renda più autonomi e indipendenti. Nell’ultima parte del lavoro analizzerò le implicazioni e i possibili sviluppi di quanto osservato.
Dar voce agli adulti con disabilità intellettiva. Esiti valutativi sulla qualità di vita presso il centro diurno “Il Faro”
GATTI, MARTINA
2022/2023
Abstract
Durante la mia prima esperienza lavorativa ho frequentato un corso di formazione che aveva come scopo il valorizzare il concetto di qualità della vita e successivamente, durante il corso di laurea magistrale, frequentando alcuni insegnamenti, il mio interesse si è focalizzato su alcune parole chiave che ruotano intorno a questo concetto: adultità, progetto di vita, aspettative future, preferenze, inclusione. L’importanza e la complessità dell’argomento che andrò a trattare è dimostrata da numerosi studi scientifici e sta diventando modello di riferimento per attuare gli interventi e i progetti di vita da realizzare a favore delle persone con disabilità intellettiva. Nel primo capitolo ho ripercorso l’immagine sociale della persona con disabilità e i cambiamenti negli anni sessanta del Novecento, l’importanza del passaggio verso l’età adulta delle persone con disabilità. Ho proseguito approfondendo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità da parte delle Nazioni Unite nel 2006 in cui assume grande importanza il termine “persone” con diversi significati. Tutti gli esseri umani indipendentemente dalla loro condizione sono persone. Successivamente legato alla Convenzione ONU ho approfondito il cambio di paradigma e coprogettazione capacitante. Nel secondo riguarda il progetto di vita, cioè l’insieme delle politiche e delle pratiche a beneficio delle persone con disabilità inteso come “sistema composto di molteplici procedure, raccomandazioni e indicazioni orientate alla promozione del cambiamento della vita delle persone con disabilità” (Cloutier, Malloy, Hagner, 2006). Infine, il concetto di qualità della vita e proposte applicative della qualità di vita realizzabili nei servizi per le disabilità ed i servizi per gli adulti con disabilità intellettiva, in un’ottica inclusiva. Nell’ultimo capitolo, farò una ricerca valutativa all’interno del centro diurno il “Faro” di Codigoro (FE) utilizzando le domande presenti nella prima parte dell’impianto progettuale e valutativo che si rifà al costrutto di qualità di vita: una tabella nella quale vengono registrati punteggi in base alle abilità del soggetto interessato. Le aree interessate sono: 1. Area funzionale di base: attenzione, controllo movimento grosso-motorio, controllo movimento fine-motorio, comunicazione, memoria, orientamento al luogo, orientamento al tempo. 2. Pratiche di autonomia personale: alimentazione, igiene personale, vestirsi/svestirsi, utilizzo del bagno, cura della propria salute, vita domestica e sicurezza. 3. Aree cognitive e concettuali; comprensione verbale, espressione verbale, concetti topologici, schema corporeo, lettura, scrittura, calcolo, pianificazione e ploblem solving. 4. Pratiche di vita quotidiana e sociali: autonomia esterna, uso denaro, uso orologio, uso telefono, utilizzo servizi della comunità, affettivo relazionali, sociali e autodeterminazione. Sono stati intervistati un gruppo di quattro adulti con disabilità intellettiva che frequentano il centro diurno. Successivamente ho confrontato le risposte date dai ragazzi con i risultati emersi dell’équipe educativa. L’obiettivo della ricerca è dar voce ai ragazzi e comprendere se le aspettative e le risposte dell’équipe coincidono con le aspettative dei ragazzi nelle 4 aree prese in considerazione per creare un progetto di vita che li renda più autonomi e indipendenti. Nell’ultima parte del lavoro analizzerò le implicazioni e i possibili sviluppi di quanto osservato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/58943