Background: La tavola spinale è un dispositivo utilizzato per estricare, immobilizzare e trasportare pazienti traumatizzati o sospetti tali. Il presidio si è diffuso a partire dagli anni Settanta negli Stati Uniti ed ha visto una progressiva diffusione anche in Europa nei decenni seguenti. Fin dagli albori del suo utilizzo, la tavola spinale è diventata oggetto di dibattito tra gli operatori sanitari, poiché le evidenze che ne supportano l’uso si sono più volte dimostrate insufficienti o incomplete. In Italia, ogni anno, tra le 18 e le 20 persone per milione di abitanti subiscono una lesione spinale traumatica. Considerando la frequenza con cui si verificano queste tipologie di traumi in ambito preospedaliero, gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri, spesso si trovano a dover ricorrere all’uso di manovre e presidi di restrizione. Pertanto, è di fondamentale importanza identificare le evidenze scientifiche più recenti e accreditate al fine di definire l’approccio nelle situazioni di emergenza e urgenza relative a questo tipo di casistica. Obiettivo: Questa tesi di revisione bibliografica si propone di verificare se l’impiego della tavola spinale sia un elemento sempre necessario nella gestione del trauma in ambito preospedaliero, con una particolare attenzione al trauma spinale. L’obiettivo è quello di analizzare le modalità e le tempistiche legate all’utilizzo della tavola spinale, identificandone benefici e complicazioni, anche in relazione ad altri presidi analoghi, come il materasso a depressione per immobilizzazione. Materiali e metodi: La ricerca ha preso in considerazione articoli scientifici in inglese presenti in testo integrale, pubblicati in un arco temporale compreso tra il 2013 e il 2023. Gli articoli sono stati reperiti utilizzando il motore di ricerca PubMed. Gli studi selezionati in questa revisione si suddividono in revisioni narrative, sistematiche, sistematiche con metanalisi, studi randomizzati controllati, studi di coorte e studi osservazionali. Non sono stati considerati articoli su pazienti pediatrici, geriatrici o pazienti con patologie pregresse. Inoltre, per la completezza della ricerca sono stati incluse le più recenti linee guida ITLS 2018 e ATLS 2019. Risultati: La ricerca iniziale ha prodotto 625 articoli, dei quali 29 sono stati inclusi in questa revisione. I risultati principali hanno evidenziato che l’immobilizzazione spinale può compromettere alcuni parametri vitali, come le funzioni respiratore e la pressione intracranica, può causare disagio e dolore nel paziente. Inoltre, può provocare lesioni da pressione e ritardare le cure salvavita nei pazienti con lesioni penetranti isolate. Il suo impiego sistematico può essere dannoso anche per il sistema sanitario, aumentando i costi legati alle eccesive richieste di imaging derivate dal suo utilizzo. Tuttavia, esistono ancora delle situazioni in cui la tavola spinale è indicata, come l’immobilizzazione rapida di pazienti con parametri vitali instabili o in presenza di lesioni o circostanze distraenti. Discussione e conclusione: Le evidenze sull’ utilizzo della tavola spinale sono ancora controverse ed oggetto di dibattito. Stando alle ultime pubblicazioni, sono presenti forti raccomandazioni contro l’utilizzo della tavola spinale nelle lesioni penetranti isolate, deboli evidenze riguardo l’uso del collare cervicale rigido e della tavola spinale rigida. Inoltre, non esistono prove di alto livello a sostegno dell’idea che l’intervento prevenga la progressione di una lesione spinale. Tuttavia, non esistono prove sufficientemente valide per abbandonare del tutto l’utilizzo della tavola spinale. Nel contesto dell’emergenza, gli infermieri hanno un ruolo prominente per favorire un approccio selettivo all’immobilizzazione spinale e all’impiego della tavola spinale, che deve basarsi su un’accurata valutazione clinica.
L'immobilizzazione tramite l'impiego della tavola spinale nella gestione preospedaliera del paziente traumatizzato: routine o necessità? Una revisione di letteratura.
ZANIN, ANGELICA
2022/2023
Abstract
Background: La tavola spinale è un dispositivo utilizzato per estricare, immobilizzare e trasportare pazienti traumatizzati o sospetti tali. Il presidio si è diffuso a partire dagli anni Settanta negli Stati Uniti ed ha visto una progressiva diffusione anche in Europa nei decenni seguenti. Fin dagli albori del suo utilizzo, la tavola spinale è diventata oggetto di dibattito tra gli operatori sanitari, poiché le evidenze che ne supportano l’uso si sono più volte dimostrate insufficienti o incomplete. In Italia, ogni anno, tra le 18 e le 20 persone per milione di abitanti subiscono una lesione spinale traumatica. Considerando la frequenza con cui si verificano queste tipologie di traumi in ambito preospedaliero, gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri, spesso si trovano a dover ricorrere all’uso di manovre e presidi di restrizione. Pertanto, è di fondamentale importanza identificare le evidenze scientifiche più recenti e accreditate al fine di definire l’approccio nelle situazioni di emergenza e urgenza relative a questo tipo di casistica. Obiettivo: Questa tesi di revisione bibliografica si propone di verificare se l’impiego della tavola spinale sia un elemento sempre necessario nella gestione del trauma in ambito preospedaliero, con una particolare attenzione al trauma spinale. L’obiettivo è quello di analizzare le modalità e le tempistiche legate all’utilizzo della tavola spinale, identificandone benefici e complicazioni, anche in relazione ad altri presidi analoghi, come il materasso a depressione per immobilizzazione. Materiali e metodi: La ricerca ha preso in considerazione articoli scientifici in inglese presenti in testo integrale, pubblicati in un arco temporale compreso tra il 2013 e il 2023. Gli articoli sono stati reperiti utilizzando il motore di ricerca PubMed. Gli studi selezionati in questa revisione si suddividono in revisioni narrative, sistematiche, sistematiche con metanalisi, studi randomizzati controllati, studi di coorte e studi osservazionali. Non sono stati considerati articoli su pazienti pediatrici, geriatrici o pazienti con patologie pregresse. Inoltre, per la completezza della ricerca sono stati incluse le più recenti linee guida ITLS 2018 e ATLS 2019. Risultati: La ricerca iniziale ha prodotto 625 articoli, dei quali 29 sono stati inclusi in questa revisione. I risultati principali hanno evidenziato che l’immobilizzazione spinale può compromettere alcuni parametri vitali, come le funzioni respiratore e la pressione intracranica, può causare disagio e dolore nel paziente. Inoltre, può provocare lesioni da pressione e ritardare le cure salvavita nei pazienti con lesioni penetranti isolate. Il suo impiego sistematico può essere dannoso anche per il sistema sanitario, aumentando i costi legati alle eccesive richieste di imaging derivate dal suo utilizzo. Tuttavia, esistono ancora delle situazioni in cui la tavola spinale è indicata, come l’immobilizzazione rapida di pazienti con parametri vitali instabili o in presenza di lesioni o circostanze distraenti. Discussione e conclusione: Le evidenze sull’ utilizzo della tavola spinale sono ancora controverse ed oggetto di dibattito. Stando alle ultime pubblicazioni, sono presenti forti raccomandazioni contro l’utilizzo della tavola spinale nelle lesioni penetranti isolate, deboli evidenze riguardo l’uso del collare cervicale rigido e della tavola spinale rigida. Inoltre, non esistono prove di alto livello a sostegno dell’idea che l’intervento prevenga la progressione di una lesione spinale. Tuttavia, non esistono prove sufficientemente valide per abbandonare del tutto l’utilizzo della tavola spinale. Nel contesto dell’emergenza, gli infermieri hanno un ruolo prominente per favorire un approccio selettivo all’immobilizzazione spinale e all’impiego della tavola spinale, che deve basarsi su un’accurata valutazione clinica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/59063