Italy plays a prominent role in the European production landscape concerning melon cultivation, ranking second among cultivating countries. The current production scenario is dynamically evolving due to multiple interactive factors, requiring the implementation of alternative strategies to approach new potential cultivation and marketing opportunities. Among the primary factors influencing production dynamics are climate change and variations in seasonal fruit consumption patterns, prompting the exploration of new opportunities in melon cultivation, particularly in Northern Italy. Off- season cultivation, encompassing both early and late melon production, enables growers to expand their offerings while meeting melon demands outside the traditional season, providing a distinct avenue for revenue enhancement. The aim of this work is to examine, through two cultivation cycles conducted in a unheated greenhouse tunnel, at the "Lucio Toniolo" experimental farm of the University of Padua, the effects of specific commercially relevant melon varieties and rootstocks (Cucumis melo L.). It aimed to investigate potential outcomes resulting from the interaction between these factors concerning qualitative and quantitative aspects and their relationship to production earliness. In the first cycle, the fruits harvesting started 95 days post-transplanting, with Dafne (8.63 kg/plant) and Presagio (8.55 kg/plant) proving to be the most productive varieties, while Tarquinio yielded 7.24 kg/plant and Adagio 5.93 kg/plant. The rootstocks displayed insignificant effects on the main parameters evaluated, except for rind thickness and flesh fruit pH, which also influenced SPAD index values during a specific sampling period. Regarding the second cycle, harvesting began on the 59th day post-transplantation, where Plaizir stood as the sole variety capable of completing the cultivation cycle within the established timeframe, yielding 2.97 kg/plant. Across both cultivation cycles, all cultivars demonstrated excellent fruit quality attributes, showcasing total soluble solids content exceeding 12° Brix. The only exception was the Jenga variety, which suffered severe aphids attack, which prevented the conclusion of the cultivation cycle.

L’Italia riveste un ruolo di spicco nel panorama produttivo europeo relativo alla coltivazione di melone, collocandosi al secondo posto tra i paesi coltivatori. Lo scenario produttivo attuale è in continua evoluzione, a causa di numerosi fattori interattivi che richiedono l’attuazione di strategie alternative volte ad approcciare nuove possibili opportunità di coltivazione e di vendita. Tra i principali fattori che interferiscono sulle dinamiche di produzione, vi sono il cambiamento climatico e le variazioni nei modelli di consumo di frutta di stagione che hanno reso necessario esplorare nuove opportunità nella coltivazione di meloni, in particolare nell’areale del Nord Italia. La coltivazione destagionalizzata, che comprende la produzione precoce e tardiva di meloni, permette ai coltivatori di ampliare l’offerta e consente al tempo stesso di soddisfare la domanda di meloni al di fuori della stagione tradizionale, fornendo così una diversa possibilità di aumentare i ricavi. Questo studio ha esaminato, attraverso due cicli di coltivazione condotti in una serra-tunnel fredda, presso l’Azienda agraria sperimentale “Lucio Toniolo” dell’Università degli studi di Padova, l'effetto di alcune varietà e portinnesti di melone (Cucumis melo L.) d'interesse commerciale, investigando gli eventuali risultati derivanti dall’interazione tra i due fattori, relativamente agli aspetti quali-quantitativi e in relazione alla precocità produttiva. Nel primo ciclo la raccolta è iniziata dopo 95 giorni dal trapianto, le varietà più produttive sono state Dafne (8,63 kg/pianta) e Presagio (8,55 kg/pianta), mentre Tarquinio ha prodotto (7,24 kg/pianta) e Adagio (5,93 kg/pianta). I portinnesti non hanno mostrato effetti significativi relativamente ai principali parametri considerati, ad eccezione della variazione dello spessore tegumento e del pH dei frutti, influenzando, in una data di campionamento, anche i valori dell’indice SPAD. Relativamente al secondo ciclo, la raccolta è iniziata al 59° giorno dal trapianto, Plaizir è stata l’unica varietà in grado di completare il ciclo colturale nei tempi stabiliti ed ha prodotto 2,97 kg/pianta. In entrambi i cicli di coltivazione tutte le varietà hanno mostrato ottimi attributi qualitativi dei frutti, manifestando contenuto di solidi solubili superiore a 12° Brix; l’unica eccezione riguarda la varietà Jenga che ha subito un severo attacco di afidi che ne ha pregiudicato il completamento del ciclo colturale.

Effetto di varietà e portinnesto sulla produzione precoce e tardiva di melone (Cucumis melo L.) in ambiente protetto.

UBERTI, GIORDANO
2022/2023

Abstract

Italy plays a prominent role in the European production landscape concerning melon cultivation, ranking second among cultivating countries. The current production scenario is dynamically evolving due to multiple interactive factors, requiring the implementation of alternative strategies to approach new potential cultivation and marketing opportunities. Among the primary factors influencing production dynamics are climate change and variations in seasonal fruit consumption patterns, prompting the exploration of new opportunities in melon cultivation, particularly in Northern Italy. Off- season cultivation, encompassing both early and late melon production, enables growers to expand their offerings while meeting melon demands outside the traditional season, providing a distinct avenue for revenue enhancement. The aim of this work is to examine, through two cultivation cycles conducted in a unheated greenhouse tunnel, at the "Lucio Toniolo" experimental farm of the University of Padua, the effects of specific commercially relevant melon varieties and rootstocks (Cucumis melo L.). It aimed to investigate potential outcomes resulting from the interaction between these factors concerning qualitative and quantitative aspects and their relationship to production earliness. In the first cycle, the fruits harvesting started 95 days post-transplanting, with Dafne (8.63 kg/plant) and Presagio (8.55 kg/plant) proving to be the most productive varieties, while Tarquinio yielded 7.24 kg/plant and Adagio 5.93 kg/plant. The rootstocks displayed insignificant effects on the main parameters evaluated, except for rind thickness and flesh fruit pH, which also influenced SPAD index values during a specific sampling period. Regarding the second cycle, harvesting began on the 59th day post-transplantation, where Plaizir stood as the sole variety capable of completing the cultivation cycle within the established timeframe, yielding 2.97 kg/plant. Across both cultivation cycles, all cultivars demonstrated excellent fruit quality attributes, showcasing total soluble solids content exceeding 12° Brix. The only exception was the Jenga variety, which suffered severe aphids attack, which prevented the conclusion of the cultivation cycle.
2022
Effect of variety and rootstock on early and late production of melon (Cucumis melo L.) in greenhouse.
L’Italia riveste un ruolo di spicco nel panorama produttivo europeo relativo alla coltivazione di melone, collocandosi al secondo posto tra i paesi coltivatori. Lo scenario produttivo attuale è in continua evoluzione, a causa di numerosi fattori interattivi che richiedono l’attuazione di strategie alternative volte ad approcciare nuove possibili opportunità di coltivazione e di vendita. Tra i principali fattori che interferiscono sulle dinamiche di produzione, vi sono il cambiamento climatico e le variazioni nei modelli di consumo di frutta di stagione che hanno reso necessario esplorare nuove opportunità nella coltivazione di meloni, in particolare nell’areale del Nord Italia. La coltivazione destagionalizzata, che comprende la produzione precoce e tardiva di meloni, permette ai coltivatori di ampliare l’offerta e consente al tempo stesso di soddisfare la domanda di meloni al di fuori della stagione tradizionale, fornendo così una diversa possibilità di aumentare i ricavi. Questo studio ha esaminato, attraverso due cicli di coltivazione condotti in una serra-tunnel fredda, presso l’Azienda agraria sperimentale “Lucio Toniolo” dell’Università degli studi di Padova, l'effetto di alcune varietà e portinnesti di melone (Cucumis melo L.) d'interesse commerciale, investigando gli eventuali risultati derivanti dall’interazione tra i due fattori, relativamente agli aspetti quali-quantitativi e in relazione alla precocità produttiva. Nel primo ciclo la raccolta è iniziata dopo 95 giorni dal trapianto, le varietà più produttive sono state Dafne (8,63 kg/pianta) e Presagio (8,55 kg/pianta), mentre Tarquinio ha prodotto (7,24 kg/pianta) e Adagio (5,93 kg/pianta). I portinnesti non hanno mostrato effetti significativi relativamente ai principali parametri considerati, ad eccezione della variazione dello spessore tegumento e del pH dei frutti, influenzando, in una data di campionamento, anche i valori dell’indice SPAD. Relativamente al secondo ciclo, la raccolta è iniziata al 59° giorno dal trapianto, Plaizir è stata l’unica varietà in grado di completare il ciclo colturale nei tempi stabiliti ed ha prodotto 2,97 kg/pianta. In entrambi i cicli di coltivazione tutte le varietà hanno mostrato ottimi attributi qualitativi dei frutti, manifestando contenuto di solidi solubili superiore a 12° Brix; l’unica eccezione riguarda la varietà Jenga che ha subito un severo attacco di afidi che ne ha pregiudicato il completamento del ciclo colturale.
melone
Nord Italia
ciclo precoce
ciclo tardivo
innesto
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