Introduzione: La fluoxetina è il primo inibitore della ricaptazione della serotonina (SSRI) ad esser stato impiegato in medicina veterinaria; il suo utilizzo viene riportato nei manuali di medicina comportamentale e le indicazioni d’impiego sono molteplici. Sebbene siano trascorsi oltre 40 anni dalla prima pubblicazione, ad oggi non esiste una revisione sistematica che raggruppi gli articoli in circolazione, ne determini la validità dell’evidenza e ci attribuisca un livello. La presente revisione sistematica si prefigge di indicizzare le pubblicazioni presenti nelle principali banche dati, di classificarle sulla base del loro livello di evidenza e di redigere indicazioni pragmatiche sull’impiego del principio attivo nei cani e nei gatti. Metodi: La presente revisione sistematica è stata condotta seguendo le indicazioni fornite dalla Cochrane e dalla Oxford University; ovvero, una fase preliminare di progettazione degli step e formulazione di un protocollo, una fase principale di ricerca degli articoli, selezione ed estrapolazione dei dati e una fase finale di rielaborazione, studio dei dati e stesura delle conclusioni. Le banche dati consultate sono state le seguenti: PubMed, Cochrane CENTRAL, Web of Science, Scopus, Medline, Embase, JAMVA. Risultati: La ricerca nei database e la selezione degli articoli eleggibili ha identificato la presenza di 45 studi sui cani e 19 sui gatti eleggibili per la revisione sistematica. Dieci studi effettuati sui cani hanno riportato la presenza sia di un gruppo sperimentale che di un gruppo di controllo, venendo così classificati come randomised-controlled trial (RTC 6), prospective controlled cohort study (PCCS 3) o retrospective controlled cohort study (RCCS 1); 35 articoli, invece, hanno riportato casi clinici singoli o multipli analoghi e sono stati classificati come case serie (7) o case report (28). Il totale dei pazienti a cui è stata somministrata la fluoxetina è 459. Gli effetti collaterali osservati sono stati scarsi e con bassa prevalenza; i principali sintomi sono stati la letargia e l’anoressia. Riguardo i gatti, due studi su 20 sono stati classificati come sperimentali (1 RCT e 1 PCCS), mentre i rimanenti 18 articoli sono stati catalogati come case serie o case report. In totale, i pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sono stati 44. Similmente al cane, anche il gatto ha presentato scarsi effetti collaterali riconducibili all’assunzione di fluoxetina e il principale sintomo evidenziato è stata la letargia. Conclusioni: Le pubblicazioni scientifiche rinvenute durante la ricerca sono state scarse e/o di basso valore scientifico; tuttavia, la fluoxetina si è dimostrata efficace per il trattamento dei disordini compulsivi del cane (gli esiti hanno raggiunto la rilevanza statistica). Risultati discreti sono stati ottenuti anche nel trattamento delle patologie legate ad ansia senza manifestazione di aggressività (es. problemi da separazione), ma ulteriori evidenze di alto livello dovrebbero essere prodotte per confermare l’efficacia. Infine, la fluoxetina risulta essere poco efficace per il trattamento dell’ansia associata ad aggressività, quindi si richiedono terapie prolungate. Nel gatto la fluoxetina è stata studiata quasi esclusivamente per la gestione della marcatura urinaria e della minzione fuori cassetta con risultati eccezionali: la patologia è stata risolta nella quasi totalità dei casi e alcuni pazienti hanno potuto sospendere il trattamento. Lo svolgimento di un ulteriore studio RCT potrebbe confermare definitivamente l’efficacia del farmaco per questa patologia. Gli effetti collaterali osservati nel cane e nel gatto sono stati rari e di lieve entità, principalmente letargia e anoressia transitorie; la fluoxetina può essere, quindi, considerata un farmaco sicuro.

REVISIONE SISTEMATICA SULL’UTILIZZO DELLA FLUOXETINA PER LE TERAPIE COMPORTAMENTALI NEL CANE E NEL GATTO

CHIARI, CASSANDRO
2022/2023

Abstract

Introduzione: La fluoxetina è il primo inibitore della ricaptazione della serotonina (SSRI) ad esser stato impiegato in medicina veterinaria; il suo utilizzo viene riportato nei manuali di medicina comportamentale e le indicazioni d’impiego sono molteplici. Sebbene siano trascorsi oltre 40 anni dalla prima pubblicazione, ad oggi non esiste una revisione sistematica che raggruppi gli articoli in circolazione, ne determini la validità dell’evidenza e ci attribuisca un livello. La presente revisione sistematica si prefigge di indicizzare le pubblicazioni presenti nelle principali banche dati, di classificarle sulla base del loro livello di evidenza e di redigere indicazioni pragmatiche sull’impiego del principio attivo nei cani e nei gatti. Metodi: La presente revisione sistematica è stata condotta seguendo le indicazioni fornite dalla Cochrane e dalla Oxford University; ovvero, una fase preliminare di progettazione degli step e formulazione di un protocollo, una fase principale di ricerca degli articoli, selezione ed estrapolazione dei dati e una fase finale di rielaborazione, studio dei dati e stesura delle conclusioni. Le banche dati consultate sono state le seguenti: PubMed, Cochrane CENTRAL, Web of Science, Scopus, Medline, Embase, JAMVA. Risultati: La ricerca nei database e la selezione degli articoli eleggibili ha identificato la presenza di 45 studi sui cani e 19 sui gatti eleggibili per la revisione sistematica. Dieci studi effettuati sui cani hanno riportato la presenza sia di un gruppo sperimentale che di un gruppo di controllo, venendo così classificati come randomised-controlled trial (RTC 6), prospective controlled cohort study (PCCS 3) o retrospective controlled cohort study (RCCS 1); 35 articoli, invece, hanno riportato casi clinici singoli o multipli analoghi e sono stati classificati come case serie (7) o case report (28). Il totale dei pazienti a cui è stata somministrata la fluoxetina è 459. Gli effetti collaterali osservati sono stati scarsi e con bassa prevalenza; i principali sintomi sono stati la letargia e l’anoressia. Riguardo i gatti, due studi su 20 sono stati classificati come sperimentali (1 RCT e 1 PCCS), mentre i rimanenti 18 articoli sono stati catalogati come case serie o case report. In totale, i pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sono stati 44. Similmente al cane, anche il gatto ha presentato scarsi effetti collaterali riconducibili all’assunzione di fluoxetina e il principale sintomo evidenziato è stata la letargia. Conclusioni: Le pubblicazioni scientifiche rinvenute durante la ricerca sono state scarse e/o di basso valore scientifico; tuttavia, la fluoxetina si è dimostrata efficace per il trattamento dei disordini compulsivi del cane (gli esiti hanno raggiunto la rilevanza statistica). Risultati discreti sono stati ottenuti anche nel trattamento delle patologie legate ad ansia senza manifestazione di aggressività (es. problemi da separazione), ma ulteriori evidenze di alto livello dovrebbero essere prodotte per confermare l’efficacia. Infine, la fluoxetina risulta essere poco efficace per il trattamento dell’ansia associata ad aggressività, quindi si richiedono terapie prolungate. Nel gatto la fluoxetina è stata studiata quasi esclusivamente per la gestione della marcatura urinaria e della minzione fuori cassetta con risultati eccezionali: la patologia è stata risolta nella quasi totalità dei casi e alcuni pazienti hanno potuto sospendere il trattamento. Lo svolgimento di un ulteriore studio RCT potrebbe confermare definitivamente l’efficacia del farmaco per questa patologia. Gli effetti collaterali osservati nel cane e nel gatto sono stati rari e di lieve entità, principalmente letargia e anoressia transitorie; la fluoxetina può essere, quindi, considerata un farmaco sicuro.
2022
SYSTEMATIC REVIEW ON THE USE OF FLUOXETINE FOR BEHAVIORAL THERAPIES IN DOGS AND CATS
Fluoxetina
Cane
Gatto
Revisione
Comportamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/59148