I residui forestali comprendono ramaglie, cimali e il materiale rimanente a seguito delle operazioni di utilizzazione. Essi hanno un ruolo fondamentale nei nostri ecosistemi, dato che svolgono una duplice funzione: da una parte il rilascio dei residui in loco permette il mantenimento della fertilità e della protezione del suolo dall’erosione, dall’altra l’asporto e l’utilizzo bioenergetico di quest’ultimi può essere un’ottima soluzione per ridurre le emissioni di CO2. I residui forestali necessitano, perciò, di una chiara regolamentazione relativa alla loro gestione. A tal proposito, il quadro normativo italiano per la gestione forestale, che si compone di una costellazione di norme provenienti da diversi livelli istituzionali, pone di competenza delle Regioni e delle Province autonome la regolamentazione per la gestione dei residui forestali in bosco. In questo contesto, l’obiettivo di questa tesi è di analizzare, attraverso ricerche su quanto disponibile online e contatti con funzionari regionali addetti, i regolamenti degli enti locali finalizzati alla gestione dei residui forestali in bosco, per poter fornire una raccolta aggiornata e quanto più completa dei documenti legislativi legati alla gestione dei residui forestali e attualmente vigenti sul territorio nazionale. Si è poi fatto un confronto tra quest’ultimi, analizzando nello specifico le seguenti categorie: dimensioni, quantità, sistemazione, abbruciamento, tempistiche, divieti e deroghe. I risultati hanno evidenziato come, nella legislazione forestale italiana, ci siano alcune lacune in merito alla gestione dei residui forestali: per alcune Regioni – Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Val d’Aosta – nelle regolamentazioni non è presente alcuna indicazione riferita alla gestione dei residui forestali. A parte queste situazioni, nel quadro complessivo nazionale, invece, la situazione è abbastanza omogenea per quanto riguarda la presenza di regolamentazione per le categorie della sistemazione, dell’abbruciamento, delle tempistiche e dei divieti. Al contrario, per le categorie delle dimensioni, delle tempistiche e delle deroghe la regolamentazione è scarsa, o quasi assente. La revisione qui presentata può essere, dunque, una risorsa di partenza per studi successivi volti, ad esempio, alla definizione di nuove indicazioni mirate ad un utilizzo sostenibile delle biomasse forestali.
La gestione dei residui forestali nel quadro normativo italiano: un confronto tra i diversi regolamenti degli enti locali
CASERA, ILARIA
2022/2023
Abstract
I residui forestali comprendono ramaglie, cimali e il materiale rimanente a seguito delle operazioni di utilizzazione. Essi hanno un ruolo fondamentale nei nostri ecosistemi, dato che svolgono una duplice funzione: da una parte il rilascio dei residui in loco permette il mantenimento della fertilità e della protezione del suolo dall’erosione, dall’altra l’asporto e l’utilizzo bioenergetico di quest’ultimi può essere un’ottima soluzione per ridurre le emissioni di CO2. I residui forestali necessitano, perciò, di una chiara regolamentazione relativa alla loro gestione. A tal proposito, il quadro normativo italiano per la gestione forestale, che si compone di una costellazione di norme provenienti da diversi livelli istituzionali, pone di competenza delle Regioni e delle Province autonome la regolamentazione per la gestione dei residui forestali in bosco. In questo contesto, l’obiettivo di questa tesi è di analizzare, attraverso ricerche su quanto disponibile online e contatti con funzionari regionali addetti, i regolamenti degli enti locali finalizzati alla gestione dei residui forestali in bosco, per poter fornire una raccolta aggiornata e quanto più completa dei documenti legislativi legati alla gestione dei residui forestali e attualmente vigenti sul territorio nazionale. Si è poi fatto un confronto tra quest’ultimi, analizzando nello specifico le seguenti categorie: dimensioni, quantità, sistemazione, abbruciamento, tempistiche, divieti e deroghe. I risultati hanno evidenziato come, nella legislazione forestale italiana, ci siano alcune lacune in merito alla gestione dei residui forestali: per alcune Regioni – Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Val d’Aosta – nelle regolamentazioni non è presente alcuna indicazione riferita alla gestione dei residui forestali. A parte queste situazioni, nel quadro complessivo nazionale, invece, la situazione è abbastanza omogenea per quanto riguarda la presenza di regolamentazione per le categorie della sistemazione, dell’abbruciamento, delle tempistiche e dei divieti. Al contrario, per le categorie delle dimensioni, delle tempistiche e delle deroghe la regolamentazione è scarsa, o quasi assente. La revisione qui presentata può essere, dunque, una risorsa di partenza per studi successivi volti, ad esempio, alla definizione di nuove indicazioni mirate ad un utilizzo sostenibile delle biomasse forestali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/59275