La realtà e il subconscio: due sistemi a contatto nel mondo di Séverine. Studio sulla carriera cinematografica di Luis Buñuel, analizzando la sua opera maestra “Bella di giorno” (1967) e il complesso mondo dell'onirico in ambito artistico

The essay in question aims to propose, in the first instance, a concise and complete exposition of the cinematographic life of the early twentieth century Spanish director, Luis Buñuel. By analyzing the obstacles and stages he went through, we can continue with a study of the method used by the director to make his films, until we reach the films of his last years, i.e. the most commercially successful ones. From here begins the second and more substantial part, which takes the case of "Bella di giorno" (Belle de jour, 1967). It is a film made during his last period, the Parisian one. For the study of this film I obtained the greatest support from texts such as those by Maurice Drouzy, in "Luis Buñuel. Architect du reve" (1978), by Silvio Alovisio, in "Luis Buñuel" (2022), and by Valentina Cordelli e Luciano De Giusti in "L'occhio anarchico del cinema. Luis Buñuel" (2001), but then by many others. We will start from an analysis of the dreams fantasized or dreamed, studying the structure of the film, and then delve into the continuous enigmas and doubts generated by the director precisely to provoke and instigate the imagination of the public. New and interesting interpretations will be taken into consideration, analyzing the looks, spaces, sounds and objects present in the dreams and reality of the film.

L'elaborato in questione vuole in prima istanza proporre un esposizione in maniera concisa e completa della vita cinematografica del regista spagnolo di inizio Novecento, Luis Buñuel. Analizzando gli ostacoli e le tappe da lui percorse, si potrà proseguire con uno studio del metodo utilizzato dal regista per la realizzazione dei suoi film, fino a raggiungere i film dei suoi ultimi anni, ossia quelli di maggior successo commerciale. Da qui comincia la seconda e più sostanziale parte, nella quale si prende il caso di "Bella di giorno" (Belle de jour, 1967). Si tratta di un film realizzato durante il suo ultimo periodo, quello parigino. Per lo studio di questo film il sostegno maggiore l'ho ottenuto da dei testi come quelli di Maurice Drouzy, in "Luis Buñuel. Architecte du reve" (1978), di Silvio Alovisio, in "Luis Buñuel" (2022), e di Valentina Cordelli e Luciano De Giusti in "L'occhio anarchico del cinema. Luis Buñuel" (2001), ma poi da tanti altri ancora. Si partirà da un'analisi dei sogni fantasticati o sognati, studiandone la struttura del film, per poi addentrarsi nei continui enigmi e dubbi generati dal regista proprio per provocare e istigare l'immaginazione del pubblico. Si prenderanno in considerazione nuove ed interessanti interpretazioni, analizzando gli sguardi, gli spazi, i suoni e gli oggetti presenti nei sogni e nella realtà del film.