La via dell'Essere e la mistica dell'amore

This thesis aims to present mysticism as the root of philosophical thought in order to place the experience of Esther Hillesum, who realized one of the most important mystical experiences of the european twentieth century, within this theoretical framework. In the beginning the mysticism of thought and the figure of the mystic in presented, subsequently the attention shifts to the very particular experience of Etty Hillesum, who internally discovers in her daily life the ‘very light norm’ that Rainer Maria Rilke talks about: ‘God’. ‘God or who for it’ is understood by Hillesum as the root of Being, which finds its home in the deepest part of her like of other human being. Etty works to dig up God from her heart. Subsequently I will focus on the mysticism of love and on the mystical language in the affective dimension of love. In this regard, an investigation will be carried out to understand how Etty’s exercise of charity is identifiable with the àgape mentioned by St. Paul in the Hymn of Love.

Questo lavoro di tesi si propone di presentare la mistica come radice del pensiero filosofico al fine di collocare all’interno di questa cornice teorica l’esperienza di Esther Hillesum, la quale ha realizzato una delle più importanti esperienze mistiche del Novecento europeo. In principio è presentata la mistica del pensiero e la figura del mistico, successivamente l’attenzione si sposta sull’esperienza particolarissima di Etty Hillesum, che scopre interiormente nel suo quotidiano la ‘norma leggerissima’ di cui parla Rainer Maria Rilke: ‘Dio’. ‘Dio o chi per esso’ viene inteso dalla Hillesum come radice dell’Essere, il quale trova dimora nella parte più profonda di lei come di ogni altro essere umano. Etty opera un lavoro di dissepoltura di Dio dal suo cuore. Successivamente ci si concentrerà sulla mistica dell’amore e sul linguaggio mistico nella dimensione affettiva dell’amore. A questo proposito si opererà un’indagine per capire quanto l’esercizio della carità da parte di Etty sia identificabile con l’àgape di cui parla S. Paolo nell’Inno all’amore.