Una visione evolutiva sull'interazione tra i retrovirus e il loro ospite

L’evoluzione prevede un processo di adattamento. Tale processo non si limita solo ad organismi cellulari, ma è comune anche a virus, parassiti cellulari obbligati. La famiglia virale dei retrovirus è capace di integrare il proprio genoma in quello dell’ospite, e se l’integrazione avviene in cellule germinali il genoma virale può essere trasmesso alla generazione successiva, contribuendo all’evoluzione della specie. Integrando il proprio genoma nell’ospite, i retrovirus possono contribuire con nuove funzioni cellulari, comportandosi come geni cellulari acquisiti. I retrovirus endogeni (endogenous retroviruses, ERVs), resti genetici di infezioni virali, conferiscono nuove funzioni cellulari, spesso di tipo difensivo verso altri virus. APOBEC3 (A3) è un gruppo genico di origine retrovirale presente nel genoma dei mammiferi, che codifica per una citidina deaminasi con funzione antivirale. Nel corso del tempo A3 è coevoluto insieme ai virus, in un continuo processo di adattamento e riadattamento, indice del fatto che una forte pressione ecologia può stimolare la rapida evoluzione di una specie. Gli ERVs oltre a conferire nuove funzioni cellulari possono essere utilizzati come strumenti di analisi proteomica, genomica e filogenetica, quest’ultima opzione rende possibile la ricostruzione filogenetica delle specie infettate e dei retrovirus stessi.