Da una diagnosi di gravità a un’esperienza di finitudine vissuta temporalmente tra gli albori del Duemilaventi e gli ultimi mesi dei successivi quattro anni. Una rappresentazione inizialmente confinata a un intimo retroscena, dilagata poi in una lunga narrazione pregna di una riflessività che, a partire da esperienze giornaliere e senza la pretesa di fornire alcuna risposta, apre a interrogativi sui grandi temi che riguardano l’esistenza. Una narrazione esposta in una autoetnografia sperimentale che, mentre porta alla luce una molteplicità di temi, ne prende a cuore uno in particolare. È il tema della cura, cosa essenziale e irrinunciabile per la vita, fondamento stesso dell’essere umano, che lega con un filo più o meno invisibile tratti di vita nel tempo del morire. Una cura accarezzata da una rete sociale dimostratasi capace di disvelare quell’attenzione propria dell’aver cura; un esserci non obbligato e sensibile, in risposta a bisogni e ingiunzioni provenienti dall’altro. Si apre così un dialogo con la letteratura per esplorarne assimilazioni o distanze, per tentare di capire se eventi e riflessioni rappresentati, appartengano a un’esperienza unica, verificatasi in un determinato luogo, tempo e contesto, o se gli stessi siano osservabili anche attraverso una più ampia lente scientifica.
Gocce di finitudine Rappresentazioni della cura sul finire della vita
ASCARI, ROBERTA
2022/2023
Abstract
Da una diagnosi di gravità a un’esperienza di finitudine vissuta temporalmente tra gli albori del Duemilaventi e gli ultimi mesi dei successivi quattro anni. Una rappresentazione inizialmente confinata a un intimo retroscena, dilagata poi in una lunga narrazione pregna di una riflessività che, a partire da esperienze giornaliere e senza la pretesa di fornire alcuna risposta, apre a interrogativi sui grandi temi che riguardano l’esistenza. Una narrazione esposta in una autoetnografia sperimentale che, mentre porta alla luce una molteplicità di temi, ne prende a cuore uno in particolare. È il tema della cura, cosa essenziale e irrinunciabile per la vita, fondamento stesso dell’essere umano, che lega con un filo più o meno invisibile tratti di vita nel tempo del morire. Una cura accarezzata da una rete sociale dimostratasi capace di disvelare quell’attenzione propria dell’aver cura; un esserci non obbligato e sensibile, in risposta a bisogni e ingiunzioni provenienti dall’altro. Si apre così un dialogo con la letteratura per esplorarne assimilazioni o distanze, per tentare di capire se eventi e riflessioni rappresentati, appartengano a un’esperienza unica, verificatasi in un determinato luogo, tempo e contesto, o se gli stessi siano osservabili anche attraverso una più ampia lente scientifica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Gocce di finitudine_Rappresentazioni della cura sul finire della vita_Roberta Ascari_1224502_.pdf
accesso riservato
Dimensione
3.55 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.55 MB | Adobe PDF |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/60752