Background: The immune response to hepatitis B vaccination has been shown to be associated with a number of different factors, including age, sex, BMI, comorbidities and modifiable determinants, including smoking. However, while there is a strong evidence suggesting that smokers are at higher risk of not responding to the vaccine, the effect of smoking on long-term antibody persistence is not fully understood. Aim of the study: evaluating the effect of smoking habit on long-term immunity (~20 years) after primary vaccination. Methods: Individuals were recruited on the occasion of the occupational health surveillance medical examination at the University of Padova, Italy. Participants had to have received a standard 3-dose schedule in infancy (2-12 months of age) with no subsequent booster dose, and be 18-24 years of age at the enrolment. Information was collected on age, sex, body mass index (BMI), age at first dose and interval between doses. Antibody titres <10IU/l were considered non-protective according to international standards. Given the young age of the participants, current and former smokers were considered together. A single-step logistic regression was performed to assess the effect of smoking on a non-protective antibody titre, adjusting for all variables considered. Results: A total of 2,133 individuals were included, of whom 62.6% were female. The mean age of the participants was 20.28±0.92 years. The risk of a non-protective antibody titre was significantly higher in smokers compared to non-smokers (AOR: 1.287; 95%CI: 1.002-1.652). Conclusions: Smokers have a +29% risk of having antibody levels below the recommended threshold when assessing long-term immunity, although it should be noted that a titre <10IU/l does not automatically mean lack of protection. Smoking habit not only negatively affects the short-term response to the vaccine in adults, but also the long-term immunity when vaccinated in infancy, making the need for additional immunity enhancement in this subpopulation reasonable.

Background: è dimostrato che la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione contro l’Epatite B è associata a vari fattori: età, sesso, BMI, eventuali comorbidità e determinanti modificabili come il fumo. Tuttavia, nonostante vi siano forti evidenze di come soggetti fumatori presentino un rischio più elevato di non rispondere alla vaccinazione, gli effetti del fumo sulla persistenza anticorpale nel lungo periodo non sono ancora pienamente chiariti. Scopo dello studio: l’obiettivo di questo studio è di valutare l’impatto dell’abitudine al fumo sull’immunità a lungo termine (~20 anni) in seguito al ciclo vaccinale primario. Materiali e metodi: i soggetti sono stati individuati e reclutati durante le visite di medicina preventiva nell’Università di Padova, Italia. I criteri di inclusione sono stati: l’aver ricevuto uno schema vaccinale standard a tre dosi nell’infanzia (2-12 mesi di vita), senza dosi successive, e un’età fra i 18 ed i 24 anni al momento del reclutamento. Sono stati raccolti dati relativi ad età, sesso, indice di massa corporea (BMI), età di somministrazione della prima dose di vaccino ed intervallo temporale fra le dosi. È stato considerato come non-protettivo un titolo anticorpale <10IU/L, in accordo alle soglie stabilite dagli standard internazionali. Data la giovane età dei soggetti, i fumatori attivi e gli ex-fumatori sono stati considerati come un’unica categoria. Per stabilire l’effetto del fumo su un livello di anticorpi non protettivo è stata utilizzata una regressione logistica a singolo step, aggiustando i dati per le variabili considerate. Risultati: sono stati inclusi nello studio un totale di 2,133 individui, di cui il 62.6% di sesso femminile. L’età media dei partecipanti è stata di 20.28 ± 0.92 anni. Il rischio di avere un titolo anticorpale non protettivo è risultato significativamente più alto nei soggetti fumatori rispetto ai non-fumatori (AOR: 1.287; 95%CI: 1.002-1.652). Conclusioni: i soggetti fumatori hanno un rischio del 29% maggiore di avere livelli anticorpali al di sotto della soglia raccomandata per la valutazione dell’immunità a lungo termine, sebbene un titolo <10IU/L non rappresenti automaticamente una mancanza di protezione verso il virus. Il fumo non impatta negativamente solo sulla risposta vaccinale a breve termine negli adulti, ma anche sulla risposta immunitaria a lungo termine nei soggetti vaccinati durante l’infanzia, rendendo potenzialmente necessari specifici richiami vaccinali in tale sottopopolazione.

L’effetto del fumo sull’immunità a lungo termine da vaccinazione contro l’epatite B nell’infanzia. Uno studio di coorte ventennale

PALMISANO, ANDREA
2022/2023

Abstract

Background: The immune response to hepatitis B vaccination has been shown to be associated with a number of different factors, including age, sex, BMI, comorbidities and modifiable determinants, including smoking. However, while there is a strong evidence suggesting that smokers are at higher risk of not responding to the vaccine, the effect of smoking on long-term antibody persistence is not fully understood. Aim of the study: evaluating the effect of smoking habit on long-term immunity (~20 years) after primary vaccination. Methods: Individuals were recruited on the occasion of the occupational health surveillance medical examination at the University of Padova, Italy. Participants had to have received a standard 3-dose schedule in infancy (2-12 months of age) with no subsequent booster dose, and be 18-24 years of age at the enrolment. Information was collected on age, sex, body mass index (BMI), age at first dose and interval between doses. Antibody titres <10IU/l were considered non-protective according to international standards. Given the young age of the participants, current and former smokers were considered together. A single-step logistic regression was performed to assess the effect of smoking on a non-protective antibody titre, adjusting for all variables considered. Results: A total of 2,133 individuals were included, of whom 62.6% were female. The mean age of the participants was 20.28±0.92 years. The risk of a non-protective antibody titre was significantly higher in smokers compared to non-smokers (AOR: 1.287; 95%CI: 1.002-1.652). Conclusions: Smokers have a +29% risk of having antibody levels below the recommended threshold when assessing long-term immunity, although it should be noted that a titre <10IU/l does not automatically mean lack of protection. Smoking habit not only negatively affects the short-term response to the vaccine in adults, but also the long-term immunity when vaccinated in infancy, making the need for additional immunity enhancement in this subpopulation reasonable.
2022
Effect of smoking on long-term immunity after hepatitis B vaccine in infancy. A 20-year cohort study
Background: è dimostrato che la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione contro l’Epatite B è associata a vari fattori: età, sesso, BMI, eventuali comorbidità e determinanti modificabili come il fumo. Tuttavia, nonostante vi siano forti evidenze di come soggetti fumatori presentino un rischio più elevato di non rispondere alla vaccinazione, gli effetti del fumo sulla persistenza anticorpale nel lungo periodo non sono ancora pienamente chiariti. Scopo dello studio: l’obiettivo di questo studio è di valutare l’impatto dell’abitudine al fumo sull’immunità a lungo termine (~20 anni) in seguito al ciclo vaccinale primario. Materiali e metodi: i soggetti sono stati individuati e reclutati durante le visite di medicina preventiva nell’Università di Padova, Italia. I criteri di inclusione sono stati: l’aver ricevuto uno schema vaccinale standard a tre dosi nell’infanzia (2-12 mesi di vita), senza dosi successive, e un’età fra i 18 ed i 24 anni al momento del reclutamento. Sono stati raccolti dati relativi ad età, sesso, indice di massa corporea (BMI), età di somministrazione della prima dose di vaccino ed intervallo temporale fra le dosi. È stato considerato come non-protettivo un titolo anticorpale <10IU/L, in accordo alle soglie stabilite dagli standard internazionali. Data la giovane età dei soggetti, i fumatori attivi e gli ex-fumatori sono stati considerati come un’unica categoria. Per stabilire l’effetto del fumo su un livello di anticorpi non protettivo è stata utilizzata una regressione logistica a singolo step, aggiustando i dati per le variabili considerate. Risultati: sono stati inclusi nello studio un totale di 2,133 individui, di cui il 62.6% di sesso femminile. L’età media dei partecipanti è stata di 20.28 ± 0.92 anni. Il rischio di avere un titolo anticorpale non protettivo è risultato significativamente più alto nei soggetti fumatori rispetto ai non-fumatori (AOR: 1.287; 95%CI: 1.002-1.652). Conclusioni: i soggetti fumatori hanno un rischio del 29% maggiore di avere livelli anticorpali al di sotto della soglia raccomandata per la valutazione dell’immunità a lungo termine, sebbene un titolo <10IU/L non rappresenti automaticamente una mancanza di protezione verso il virus. Il fumo non impatta negativamente solo sulla risposta vaccinale a breve termine negli adulti, ma anche sulla risposta immunitaria a lungo termine nei soggetti vaccinati durante l’infanzia, rendendo potenzialmente necessari specifici richiami vaccinali in tale sottopopolazione.
Vaccinazione
Epatite B
Fumo
Efficacia
Infanzia
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Palmisano_Andrea.pdf

accesso riservato

Dimensione 1.56 MB
Formato Adobe PDF
1.56 MB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/60842