Academic researchers, top management and common sense more generally have over time aligned themselves in the attempt of portraying workplaces as peaceful and unchallenged oases. Conflict, as a potentially characterising element of organisational routines, has often been concealed, silenced and denied. The aim of the present research project was to question the ideology of organisational aconflictuality and to investigate in concrete terms whether and how the dimension of conduct nonconformity is expressed in everyday work routines. To do so, the analysis has been focused on the daily behaviour of male and female workers, in the specific context of bars in Padua. Having ascertained the inconsistency of the thesis according to which workplaces are entirely free of conflict dynamics, the forms in which non-compliant conducts for the appropriation of significant resources at work are expressed have been questioned. An attempt was made in order to understand whether such appropriation strategies could represent instruments for workers to claim their agency and in order to identify whether common and transversal motives or causal patterns could be found among them. The empirical research was conducted in the city of Padua and involved, through a series of semi-structured interviews, young men and women bar workers who offered testimony of their own experiences at work. From the material collected it has emerged that work in bars is strongly characterised by the element of conflict and non-compliance of conduct with the formal and informal rules of the organisation. This set of behaviours has been summarised in the concept, coined by Akcroyd and Thompson, of misbehaviour. Workers, in the course of their daily routines, have shown that they are able to orient and plan their conducts, according to rationality and convenience, in order to obtain advantages and to appropriate significant resources. The action of strategically modelling their organisational behaviour proved to be a functional tool for them to claim agency at work. Lastly, the analysis has shown that, on the basis of certain recurring characteristics, organisational contexts can be identified as being more or less facilitating of misbehaviour: work conditions such as work pressure, the nature of workplace relationships, perceptions on the degree of control/autonomy and the level of organisational justice, are specifically the factors that make it possible to assess the greater or lesser susceptibility of a workplace to the occurrence of misbehaviour episodes.

Mondo della ricerca accademica, vertici manageriali e senso comune più in generale si sono, nel tempo, allineati nel tentativo di dipingere i luoghi di lavoro come oasi pacifiche e incontrastate. Il conflitto, come elemento potenzialmente caratterizzante le routine organizzative, è stato sovente nascosto, taciuto e negato. Con il presente progetto di ricerca ci si è occupati di mettere in discussione l’ideologia dell’aconflittualità organizzativa e di indagare nel concreto se e come la dimensione della non conformità delle condotte si esprima nella quotidianità del lavoro. Per farlo, si è focalizzata l’analisi sui comportamenti quotidiani di lavoratori e lavoratrici, nel contesto specifico dei bar padovani. Appurata l’inconsistenza della tesi secondo cui i posti di lavoro sarebbero del tutto esenti da dinamiche di conflitto, ci si è chiesti quali siano le forme in cui le condotte non conformi per l’appropriazione di risorse significative sul lavoro si esprimano. Si è cercato di comprendere se tali strategie dell’appropriazione possano rappresentare, per lavoratori e lavoratrici, strumenti di rivendicazione della propria agency e di individuare se tra esse potessero essere rinvenuti dei moventi o dei pattern causali comuni e trasversali. La ricerca, di taglio empirico, è stata condotta nella città di Padova e ha visto coinvolti, attraverso una serie di interviste semistrutturate, giovani lavoratori e lavoratrici di bar che hanno offerto testimonianza dei propri vissuti e delle proprie esperienze sul lavoro. Dal materiale raccolto è emerso che il lavoro in bar è fortemente caratterizzato dalla componente del conflitto e della non conformità delle condotte rispetto alle norme formali e informali proprie dell’organizzazione. Tale insieme di comportamenti è stato sintetizzato nel concetto, coniato da Akcroyd e Thompson, di misbehaviour. Lavoratori e lavoratrici, nel corso delle routine quotidiane, hanno dimostrato di saper orientare e pianificare le proprie condotte, secondo razionalità e convenienza, al fine di ottenere vantaggi e appropriarsi di risorse significative. L’azione del modellare strategicamente i propri comportamenti organizzativi si è rivelata per essi strumento funzionale alla rivendicazione di agency sul lavoro. Da ultimo, l’analisi ha dimostrato che, sulla base di determinate caratteristiche ricorrenti, possono essere identificati contesti organizzativi più o meno facilitatori di misbehaviour: condizioni del lavoro come la pressione lavorativa, la natura delle relazioni sul posto di lavoro, la percezione sul grado di controllo/autonomia e sul livello di giustizia organizzativa, sono nello specifico i fattori che permettono di valutare la maggiore o minore predisposizione di un posto di lavoro all’insorgenza di episodi di misbehaviour.

Il misbehaviour nella realtà organizzativa dei bar padovani.

CESANDRI, ARIANNA
2022/2023

Abstract

Academic researchers, top management and common sense more generally have over time aligned themselves in the attempt of portraying workplaces as peaceful and unchallenged oases. Conflict, as a potentially characterising element of organisational routines, has often been concealed, silenced and denied. The aim of the present research project was to question the ideology of organisational aconflictuality and to investigate in concrete terms whether and how the dimension of conduct nonconformity is expressed in everyday work routines. To do so, the analysis has been focused on the daily behaviour of male and female workers, in the specific context of bars in Padua. Having ascertained the inconsistency of the thesis according to which workplaces are entirely free of conflict dynamics, the forms in which non-compliant conducts for the appropriation of significant resources at work are expressed have been questioned. An attempt was made in order to understand whether such appropriation strategies could represent instruments for workers to claim their agency and in order to identify whether common and transversal motives or causal patterns could be found among them. The empirical research was conducted in the city of Padua and involved, through a series of semi-structured interviews, young men and women bar workers who offered testimony of their own experiences at work. From the material collected it has emerged that work in bars is strongly characterised by the element of conflict and non-compliance of conduct with the formal and informal rules of the organisation. This set of behaviours has been summarised in the concept, coined by Akcroyd and Thompson, of misbehaviour. Workers, in the course of their daily routines, have shown that they are able to orient and plan their conducts, according to rationality and convenience, in order to obtain advantages and to appropriate significant resources. The action of strategically modelling their organisational behaviour proved to be a functional tool for them to claim agency at work. Lastly, the analysis has shown that, on the basis of certain recurring characteristics, organisational contexts can be identified as being more or less facilitating of misbehaviour: work conditions such as work pressure, the nature of workplace relationships, perceptions on the degree of control/autonomy and the level of organisational justice, are specifically the factors that make it possible to assess the greater or lesser susceptibility of a workplace to the occurrence of misbehaviour episodes.
2022
Misbehaviour in the organisational context of bars in Padua.
Mondo della ricerca accademica, vertici manageriali e senso comune più in generale si sono, nel tempo, allineati nel tentativo di dipingere i luoghi di lavoro come oasi pacifiche e incontrastate. Il conflitto, come elemento potenzialmente caratterizzante le routine organizzative, è stato sovente nascosto, taciuto e negato. Con il presente progetto di ricerca ci si è occupati di mettere in discussione l’ideologia dell’aconflittualità organizzativa e di indagare nel concreto se e come la dimensione della non conformità delle condotte si esprima nella quotidianità del lavoro. Per farlo, si è focalizzata l’analisi sui comportamenti quotidiani di lavoratori e lavoratrici, nel contesto specifico dei bar padovani. Appurata l’inconsistenza della tesi secondo cui i posti di lavoro sarebbero del tutto esenti da dinamiche di conflitto, ci si è chiesti quali siano le forme in cui le condotte non conformi per l’appropriazione di risorse significative sul lavoro si esprimano. Si è cercato di comprendere se tali strategie dell’appropriazione possano rappresentare, per lavoratori e lavoratrici, strumenti di rivendicazione della propria agency e di individuare se tra esse potessero essere rinvenuti dei moventi o dei pattern causali comuni e trasversali. La ricerca, di taglio empirico, è stata condotta nella città di Padova e ha visto coinvolti, attraverso una serie di interviste semistrutturate, giovani lavoratori e lavoratrici di bar che hanno offerto testimonianza dei propri vissuti e delle proprie esperienze sul lavoro. Dal materiale raccolto è emerso che il lavoro in bar è fortemente caratterizzato dalla componente del conflitto e della non conformità delle condotte rispetto alle norme formali e informali proprie dell’organizzazione. Tale insieme di comportamenti è stato sintetizzato nel concetto, coniato da Akcroyd e Thompson, di misbehaviour. Lavoratori e lavoratrici, nel corso delle routine quotidiane, hanno dimostrato di saper orientare e pianificare le proprie condotte, secondo razionalità e convenienza, al fine di ottenere vantaggi e appropriarsi di risorse significative. L’azione del modellare strategicamente i propri comportamenti organizzativi si è rivelata per essi strumento funzionale alla rivendicazione di agency sul lavoro. Da ultimo, l’analisi ha dimostrato che, sulla base di determinate caratteristiche ricorrenti, possono essere identificati contesti organizzativi più o meno facilitatori di misbehaviour: condizioni del lavoro come la pressione lavorativa, la natura delle relazioni sul posto di lavoro, la percezione sul grado di controllo/autonomia e sul livello di giustizia organizzativa, sono nello specifico i fattori che permettono di valutare la maggiore o minore predisposizione di un posto di lavoro all’insorgenza di episodi di misbehaviour.
misbehaviour
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/60847