Seedbed di Vito Acconci (1972): una performance tra pubblico e privato, desiderio e repulsione

This thesis aims to delve into the figure of Vito Acconci, an American poet, performer and architect who is considered one of the founding fathers of Body Art, focusing in particular on Seedbed, one of his most important and provocative performances, remembered for the great capacity it showed in influencing not only the remaining artistic activity of Acconci himself, but also a large part of the generation of artists and performers who followed in his footsteps in the following years. Seedbed was presented in 1972 at the Sonnabend Gallery in New York on the occasion of a solo exhibition by Vito Acconci. It played at crumbling the taboos of the time through a continuous oscillation between public and private dimensions, such that there was no clear distinction between the two, and between desire and repulsion in a context in which the artist's audible erotic fantasies were stimulated by the viewer, an individual who could decide to listen or, on the contrary, to flee from what Teresa Macrì has called "an asphyxiating psychosexual box." The paper compares different critical positions in order to create as broad an overview as possible of the work examined, highlighting possible concordances and discordances between the different voices, and ends with an analysis of the second moment of Seven Easy Pieces (2005), a project by Marina Abramovic in which the Serbian artist proposed a re-performance of the works that most influenced the development of her artistic personality. Among the seven performances chosen, two are by Abramovic and five belong to fellow artists: among them Vito Acconci's Seedbed stands out.

La tesi vuole approfondire la figura di Vito Acconci, poeta, performer e architetto americano, considerato uno dei padri fondatori della Body Art, concentrandosi in particolare su Seedbed, una delle sue performance più importanti e provocatorie, ricordata per la grande capacità dimostrata nell’influenzare non solo la restante attività artistica dello stesso Acconci, ma anche gran parte della generazione di artisti e performer che hanno seguito le sue orme nei successivi anni. Seedbed venne presentata nel 1972 alla Sonnabend Gallery di New York in occasione di una mostra personale di Vito Acconci. Essa giocava a sgretolare i tabù dell’epoca attraverso una continua oscillazione tra dimensione pubblica e privata, tale da non consentire una chiara distinzione tra le due, e tra desiderio e repulsione in un contesto in cui le udibili fantasie erotiche dell’artista erano stimolate dallo spettatore, individuo che poteva decidere di mettersi in ascolto o, al contrario, di fuggire da quella che Teresa Macrì ha definito “un’asfissiante scatola psicosessuale”. L’elaborato confronta diverse posizioni critiche al fine di creare una panoramica quanto più ampia possibile dell’opera presa in esame, mettendo in evidenza eventuali concordanze e discordanze tra le diverse voci, e termina con l’analisi del secondo momento di Seven Easy Pieces (2005), un progetto di Marina Abramovic in cui l’artista serba ha proposto una re-performance dei lavori che maggiormente hanno influenzato lo sviluppo della sua personalità artistica. Tra le sette performance scelte, due sono di Abramovic e cinque appartengono a colleghi artisti: tra queste spicca proprio Seedbed di Vito Acconci.