Le api sono una delle principali classi di insetti impollinatori e per questo motivo permettono la conservazione e la biodiversità dell’ecosistema terrestre. Purtroppo, negli ultimi decenni le colonie delle Apis mellifere stanno drasticamente diminuendo a causa di svariate minacce, tra cui l'infestazione da parassiti come la Varroa destructor. La varroatosi è una malattia parassitaria causata dalla Varroa d. che colpisce le colonie delle api domestiche (apis mellifera). La Varroa d. è un acaro che attacca meccanicamente sia le api adulte che le larve, indebolendone il sistema immunitario e rendendole più vulnerabili a malattie e infezioni batteriche. Ciò causa il collasso della colonia colpita, anche a distanza di due anni dall’infestazione. Proprio per questo motivo, il controllo della varroa è diventato uno degli obiettivi principali per gli apicoltori e gli studiosi del settore apistico. Il trattamento viene eseguito tramite la somministrazione di acaricidi che possono essere di origine sintetica o di origine naturale. Dato che l’applicazione di acaricidi sintetici comporta problemi legati all’insorgenza di resistenza e di residui nei prodotti dell’alveare, è preferibile utilizzare gli acaricidi di origine naturale. Tra questi troviamo il timolo, l’acido formico e l’acido ossalico. In particolare, l’acido ossalico agisce per contatto e viene somministrato generalmente per gocciolamento o spruzzatura di una soluzione o per sublimazione con l’ausilio di un sublimatore. Tutti questi metodi, tuttavia, non risultano essere agevoli per gli apicoltori che per metterli in atto hanno bisogno di attrezzature specifiche e di effettuare un trattamento frequente. Questo lavoro di ricerca ha lo scopo di formulare una forma farmaceutica a rilascio prolungato a base di acido ossalico che permetta di superare i limiti dei prodotti attualmente in commercio. In particolare, si è voluto formulare un gel che dovrà essere posto tra i telaini dell’arnia così da permetterne il contatto con le api affette dalla Varroa. Lo studio è iniziato effettuando uno screening tra diversi idrocolloidi (Amido Pregelatinizzato, Pectina, Idrossipropilmetilcellulosa, Gomma Xantana, Chitosano e Silice) al fine di identificare le capacità viscosizzanti e la stabilità in ambiente acido (Acido ossalico 6.2% (p/p)). Le dispersioni di idrocolloidi sono state caratterizzate mediante viscosimetro rotazionale, reometro e texture analyzer (TPA-texture profile analysis). Lo studio ha permesso di identificare gli idrocolloidi che possiedono le caratteristiche volute di viscosità e stabilità nel tempo ovvero la Gomma Xantana, il Chitosano e la Silice. Con questi due idrocolloidi, da soli e in combinazione, sono stati preparati dei gel contenti il 6,2% (p/p) di acido ossalico. I gel sono stati caratterizzati ad intervalli di tempo al fine di valutarne la stabilità nel tempo. I gel inoltre sono stati disposti in vaschette di alluminio in strati di 7 mm di spessore al fine di imitare le condizioni di utilizzo nell’arnia e valutare l’influenza della temperatura e dell’umidità sulle caratteristiche dei gel (perdita di acqua e variazione di texture).
Sviluppo di forme farmaceutiche contenenti acido ossalico per il trattamento della varroatosi
SIGNORETTO, GIORGIA
2023/2024
Abstract
Le api sono una delle principali classi di insetti impollinatori e per questo motivo permettono la conservazione e la biodiversità dell’ecosistema terrestre. Purtroppo, negli ultimi decenni le colonie delle Apis mellifere stanno drasticamente diminuendo a causa di svariate minacce, tra cui l'infestazione da parassiti come la Varroa destructor. La varroatosi è una malattia parassitaria causata dalla Varroa d. che colpisce le colonie delle api domestiche (apis mellifera). La Varroa d. è un acaro che attacca meccanicamente sia le api adulte che le larve, indebolendone il sistema immunitario e rendendole più vulnerabili a malattie e infezioni batteriche. Ciò causa il collasso della colonia colpita, anche a distanza di due anni dall’infestazione. Proprio per questo motivo, il controllo della varroa è diventato uno degli obiettivi principali per gli apicoltori e gli studiosi del settore apistico. Il trattamento viene eseguito tramite la somministrazione di acaricidi che possono essere di origine sintetica o di origine naturale. Dato che l’applicazione di acaricidi sintetici comporta problemi legati all’insorgenza di resistenza e di residui nei prodotti dell’alveare, è preferibile utilizzare gli acaricidi di origine naturale. Tra questi troviamo il timolo, l’acido formico e l’acido ossalico. In particolare, l’acido ossalico agisce per contatto e viene somministrato generalmente per gocciolamento o spruzzatura di una soluzione o per sublimazione con l’ausilio di un sublimatore. Tutti questi metodi, tuttavia, non risultano essere agevoli per gli apicoltori che per metterli in atto hanno bisogno di attrezzature specifiche e di effettuare un trattamento frequente. Questo lavoro di ricerca ha lo scopo di formulare una forma farmaceutica a rilascio prolungato a base di acido ossalico che permetta di superare i limiti dei prodotti attualmente in commercio. In particolare, si è voluto formulare un gel che dovrà essere posto tra i telaini dell’arnia così da permetterne il contatto con le api affette dalla Varroa. Lo studio è iniziato effettuando uno screening tra diversi idrocolloidi (Amido Pregelatinizzato, Pectina, Idrossipropilmetilcellulosa, Gomma Xantana, Chitosano e Silice) al fine di identificare le capacità viscosizzanti e la stabilità in ambiente acido (Acido ossalico 6.2% (p/p)). Le dispersioni di idrocolloidi sono state caratterizzate mediante viscosimetro rotazionale, reometro e texture analyzer (TPA-texture profile analysis). Lo studio ha permesso di identificare gli idrocolloidi che possiedono le caratteristiche volute di viscosità e stabilità nel tempo ovvero la Gomma Xantana, il Chitosano e la Silice. Con questi due idrocolloidi, da soli e in combinazione, sono stati preparati dei gel contenti il 6,2% (p/p) di acido ossalico. I gel sono stati caratterizzati ad intervalli di tempo al fine di valutarne la stabilità nel tempo. I gel inoltre sono stati disposti in vaschette di alluminio in strati di 7 mm di spessore al fine di imitare le condizioni di utilizzo nell’arnia e valutare l’influenza della temperatura e dell’umidità sulle caratteristiche dei gel (perdita di acqua e variazione di texture).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/62068