Le riflessioni contenute nel presente lavoro si generano dalla seguente domanda: l’uomo può essere sostituito dall’Intelligenza Artificiale nella pratica di cura educativa? Se sì, in quale misura? Se no, perché? Quali aspetti rendono l’essere umano insostituibile? La tesi qui presentata ha l’obiettivo di analizzare alcune dimensioni che caratterizzano l’uomo proprio in quanto tale e di sottolineare come esse, facendo strutturalmente parte dell’esperienza esistenziale di ciascuno, siano irrinunciabili. Nello specifico l’analisi si sviluppa attorno al complesso tema della cura e di due dimensioni fondamentali in tale pratica: la relazionalità, come profonda e intrinseca necessità dell’essere umano di incontrare e di stare con l’altro, e il sentire come fattore emozionale-affettivo che dà ricchezza e spessore all’esperienza. Si è deciso di approfondire il tema della cura poiché oggi più che mai sembra necessario un recupero di tale pratica volto a ripristinare un'autentica sollecitudine verso gli altri e verso il mondo. In una realtà come la nostra molto complessa, in una società frenetica che sempre di più si rivolge al singolo, elogiando l'individualismo, riscoprire la cura, la cura autentica, sembra un atto tanto necessario quanto sovversivo. Alla luce di questo ci si interroga sul ruolo che può avere l’Intelligenza Artificiale e in quale misura questa possa subentrare all’uomo nelle pratiche di cura educativa. La tesi presentata, attraverso una prospettiva pedagogica, sostiene l’idea che la tecnica non possa sostituire in toto l’essere umano dal momento che la cura prevede un coinvolgimento profondo non solo a livello cognitivo e tecnico ma anche sul piano emotivo e proprio il sentire costituisce una dimensione di cui l’uomo riesce ad avere una comprensione autentica e profonda rispetto a quanto può fare la macchina.

Cura, relazionalità e sentire. Riflessioni pedagogiche sull'essere umano e sul ruolo dell'Intelligenza Artificiale

ALESSI, GIULIA
2023/2024

Abstract

Le riflessioni contenute nel presente lavoro si generano dalla seguente domanda: l’uomo può essere sostituito dall’Intelligenza Artificiale nella pratica di cura educativa? Se sì, in quale misura? Se no, perché? Quali aspetti rendono l’essere umano insostituibile? La tesi qui presentata ha l’obiettivo di analizzare alcune dimensioni che caratterizzano l’uomo proprio in quanto tale e di sottolineare come esse, facendo strutturalmente parte dell’esperienza esistenziale di ciascuno, siano irrinunciabili. Nello specifico l’analisi si sviluppa attorno al complesso tema della cura e di due dimensioni fondamentali in tale pratica: la relazionalità, come profonda e intrinseca necessità dell’essere umano di incontrare e di stare con l’altro, e il sentire come fattore emozionale-affettivo che dà ricchezza e spessore all’esperienza. Si è deciso di approfondire il tema della cura poiché oggi più che mai sembra necessario un recupero di tale pratica volto a ripristinare un'autentica sollecitudine verso gli altri e verso il mondo. In una realtà come la nostra molto complessa, in una società frenetica che sempre di più si rivolge al singolo, elogiando l'individualismo, riscoprire la cura, la cura autentica, sembra un atto tanto necessario quanto sovversivo. Alla luce di questo ci si interroga sul ruolo che può avere l’Intelligenza Artificiale e in quale misura questa possa subentrare all’uomo nelle pratiche di cura educativa. La tesi presentata, attraverso una prospettiva pedagogica, sostiene l’idea che la tecnica non possa sostituire in toto l’essere umano dal momento che la cura prevede un coinvolgimento profondo non solo a livello cognitivo e tecnico ma anche sul piano emotivo e proprio il sentire costituisce una dimensione di cui l’uomo riesce ad avere una comprensione autentica e profonda rispetto a quanto può fare la macchina.
2023
Care, relationality and to feel. Pedagogical reflections on human being and the role of Artificial Intelligence
Cura
Relazionalità
Sentire
Essere umano
IA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/62552