Il tempo e la sua gestione nel contesto lavorativo si impongono come temi di grande rilevanza dalla pandemia ad oggi. Infatti, a partire dal lock-down del 2020, i lavoratori hanno sperimentato su larga scala modalità di lavoro da remoto. Infatti, lo smart working influenza in maniera rilevante la gestione del tempo dei lavoratori: non è necessario raggiungere il luogo di lavoro, permette di gestire le attività con maggiore autonomia e flessibilità. Questo elaborato ha l’obiettivo di studiare la relazione fra gestione del tempo e smartworking. In particolare, investiga sia i comportamenti di gestione del tempo sia le preferenze individuali rispetto alla flessibilità nello svolgimento dell’attività lavorativa. Al fine di studiare la relazione fra queste variabili, l’elaborato presenta un questionario e i dati raccolti presso un campione di 73 rispondenti. La tesi è organizzata come segue. In primo luogo, parte dalla definizione del tempo per analizzare come un concetto, apparentemente banale, possa avere variamente inteso. Il tempo viene presentato nel Capitolo I attraverso diverse prospettive: dalla cultura nazionale e dai valori, secondo il modello Hofstede, alle dimensioni organizzative (macro, meso, micro). Si affrontano temi e modelli sulla gestione del tempo. Si presentano: il metodo Posec, che riguarda la prioritizzazione di alcuni obiettivi rispetto ad altri per portarli a termine il prima possibile; la scala TMBS (Macan, 1990), che attraverso quattro dimensioni valuta come si comporta l’individuo per gestire il proprio tempo a disposizione nel modo più efficiente; infine,il metodo ABC, utile a distinguere l’importanza di un compito rispetto ad un altro. Grazie alla contestualizzazione del time management e ai modelli illustrati si introduce nel Capitolo II il tema dello smart working nell’era digitale odierna. Lo si definisce in modo approfondito per illustrare che oltre alla dimensione dello spazio (legata alla possibilità dei lavoratori di muoversi da casa per svolgere le 8h di lavoro giornaliere), la smart working riguarda anche la dimensione del tempo. Sono poi illustrati alcuni profili dello smart working (tra cui la flessibilità e l’autonomia) che possono essere più o meno apprezzati dal lavoratori. Ad esempio, non per tutti, ad esempio, la totale gestione in autonomia è considerabile un vantaggio; non per tutti, la mancanza di relazioni con colleghi e superiori è auspicabile. Grazie a queste preliminari analisi si introduce nel Capitolo III un questionario. Saranno riportati tutti i dati raccolti e una descrizione accurata del campione della popolazione per poter fare delle considerazioni sulle preferenze che gli individui hanno in merito alla gestione del tempo in ambito lavorativo (preferenza tra lavoro da remoto o in presenza, varie combinazioni, riduzioni dello stipendio in cambio di flessibilità) e sulla loro capacità di gestire il tempo (preferenze per l’organizzazione, meccanismi di gestione del tempo, controllo percepito del tempo, priorità e obiettivi (Macan, 1990), ritmo di lavoro (Gevers et al., 2016 ). L’analisi dei dati permette di evidenziare che, nello specifico, gli studenti-lavoratori sono i soggetti meno propensi all’organizzazione strategica. Alcuni dei fattori che potrebbero essere la causa della loro disorganizzazione sono la fatica nel perseguire contemporaneamente un percorso di studi e un lavoro e/o lo sforzo richiesto nel conciliare gli impegni. Queste problematiche comportano una pessima gestione del tempo a disposizione. Un altro dato significativo risulta essere che tutti i rispondenti al questionario convengono nel non essere disposti a rinunciare ad oltre il 30% del proprio stipendio per avere maggiore flessibiltà.
Time management: gestione del tempo e smart working
TRENTIN, ALESSANDRO
2023/2024
Abstract
Il tempo e la sua gestione nel contesto lavorativo si impongono come temi di grande rilevanza dalla pandemia ad oggi. Infatti, a partire dal lock-down del 2020, i lavoratori hanno sperimentato su larga scala modalità di lavoro da remoto. Infatti, lo smart working influenza in maniera rilevante la gestione del tempo dei lavoratori: non è necessario raggiungere il luogo di lavoro, permette di gestire le attività con maggiore autonomia e flessibilità. Questo elaborato ha l’obiettivo di studiare la relazione fra gestione del tempo e smartworking. In particolare, investiga sia i comportamenti di gestione del tempo sia le preferenze individuali rispetto alla flessibilità nello svolgimento dell’attività lavorativa. Al fine di studiare la relazione fra queste variabili, l’elaborato presenta un questionario e i dati raccolti presso un campione di 73 rispondenti. La tesi è organizzata come segue. In primo luogo, parte dalla definizione del tempo per analizzare come un concetto, apparentemente banale, possa avere variamente inteso. Il tempo viene presentato nel Capitolo I attraverso diverse prospettive: dalla cultura nazionale e dai valori, secondo il modello Hofstede, alle dimensioni organizzative (macro, meso, micro). Si affrontano temi e modelli sulla gestione del tempo. Si presentano: il metodo Posec, che riguarda la prioritizzazione di alcuni obiettivi rispetto ad altri per portarli a termine il prima possibile; la scala TMBS (Macan, 1990), che attraverso quattro dimensioni valuta come si comporta l’individuo per gestire il proprio tempo a disposizione nel modo più efficiente; infine,il metodo ABC, utile a distinguere l’importanza di un compito rispetto ad un altro. Grazie alla contestualizzazione del time management e ai modelli illustrati si introduce nel Capitolo II il tema dello smart working nell’era digitale odierna. Lo si definisce in modo approfondito per illustrare che oltre alla dimensione dello spazio (legata alla possibilità dei lavoratori di muoversi da casa per svolgere le 8h di lavoro giornaliere), la smart working riguarda anche la dimensione del tempo. Sono poi illustrati alcuni profili dello smart working (tra cui la flessibilità e l’autonomia) che possono essere più o meno apprezzati dal lavoratori. Ad esempio, non per tutti, ad esempio, la totale gestione in autonomia è considerabile un vantaggio; non per tutti, la mancanza di relazioni con colleghi e superiori è auspicabile. Grazie a queste preliminari analisi si introduce nel Capitolo III un questionario. Saranno riportati tutti i dati raccolti e una descrizione accurata del campione della popolazione per poter fare delle considerazioni sulle preferenze che gli individui hanno in merito alla gestione del tempo in ambito lavorativo (preferenza tra lavoro da remoto o in presenza, varie combinazioni, riduzioni dello stipendio in cambio di flessibilità) e sulla loro capacità di gestire il tempo (preferenze per l’organizzazione, meccanismi di gestione del tempo, controllo percepito del tempo, priorità e obiettivi (Macan, 1990), ritmo di lavoro (Gevers et al., 2016 ). L’analisi dei dati permette di evidenziare che, nello specifico, gli studenti-lavoratori sono i soggetti meno propensi all’organizzazione strategica. Alcuni dei fattori che potrebbero essere la causa della loro disorganizzazione sono la fatica nel perseguire contemporaneamente un percorso di studi e un lavoro e/o lo sforzo richiesto nel conciliare gli impegni. Queste problematiche comportano una pessima gestione del tempo a disposizione. Un altro dato significativo risulta essere che tutti i rispondenti al questionario convengono nel non essere disposti a rinunciare ad oltre il 30% del proprio stipendio per avere maggiore flessibiltà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/63336