Profili neuropsicologici e risposta al trattamento nell'anoressia nervosa

Background: AN is a psychiatric disorder that falls within the broader category of EDs. It is a serious condition to the extent of endangering the life of those affected. AN is characterized by a marked alteration in eating behavior leading to a significant reduction in caloric intake, accompanied by a considerable weight loss. It is a psychiatric condition that carries a high mortality rate, due to a higher incidence of suicidal behaviors and disabling organic complications. In recent years, there has been growing clinical and empirical interest in neurocognitive functioning in patients with EDs, particularly anorexia nervosa. Deficits in specific cognitive areas are considered presumed endophenotypes of AN. Aim: The study aims to develop models based on the specific characteristics of the patients under examination, focusing mainly on their neuropsychological profiles. The objective is to determine whether these profiles can serve as prognostic factors to predict the effectiveness of outpatient therapies. Methods: The study was conducted on a sample of 427 female patients diagnosed with eating disorders (ED), of whom 382 had anorexia nervosa (AN) and 45 were not diagnosed with a lifetime diagnosis of AN. Of all the patients, 114 underwent neuropsychological testing while hospitalized in a Day Hospital setting. The neuropsychological functioning of the patients was compared with that of a control group consisting of 375 healthy girls. All patients were administered a series of clinical assessment questionnaires and a battery of neuropsychological tests to measure cognitive abilities. Results: The first phase of the analysis involved comparing the variables under consideration between the case group and the control group, highlighting significant differences both in general characteristics and in the results of self-administered questionnaires and neuropsychological assessments. Significant values emerged from the comparison between improved and unimproved cases for the duration of the illness; BMI lost importance. Variables such as personal inefficacy, personal distrust, depression, sensitivity, trait and state anxiety, social support, and social ranking were highly significant. The most indicative neuropsychological profiles were working memory and decision-making skills. In a second phase of the analysis, only patients with anorexia nervosa were considered, revealing that all general variables were significant, along with personal inefficacy and personal distrust. Depression played a prominent role in the specific context of anorexia nervosa, while the CBT remained significant. The sample was limited to patients treated exclusively on an outpatient basis, maintaining the significance of personal inefficacy, trait anxiety, and social support. Conversely, depression lost significance, along with social ranking. The CBT remained suggestive, with perseverative responses also emerging as significant variables. Finally, the population affected by bulimia nervosa was analyzed, revealing significant data regarding minimum BMI and submissive attitude. Three distinct neuropsychological profiles were developed by combining central coherence, decision-making, and inflexibility to study the degree of disease remission within each profile. However, the data obtained did not reach statistical significance. Consequently, a multivariate model was developed that integrated both neuropsychological and general variables: the most indicative variables were minimum BMI, social support, and CBT, while the duration of the illness showed less relevance. Conclusions: In conclusion, our study did not find a significant correlation between neuropsychological profiles and disease outcome in anorexia nervosa, suggesting that neuropsychology alone may not be sufficient to predict treatment outcomes. However, we emphasize the importance of integrating prognostic variables from different categories to predict treatment response.

Presupposti dello studio: L’AN è un disturbo psichiatrico che rientra all’interno della più ampia categoria dei DCA. È una patologia grave al punto da mettere a rischio la vita di chi ne è affetto; si contraddistingue per una marcata alterazione della condotta alimentare che porta a una significativa riduzione dell’introito calorico, accompagnata da una considerevole perdita di peso. È una condizione psichiatrica con un elevato tasso di mortalità, per maggiore incidenza non soltanto di condotte suicidarie ma anche di complicanze organiche invalidanti. Negli ultimi anni, c'è stato un crescente interesse per il funzionamento neurocognitivo nei pazienti affetti da DCA. Deficit a livello di specifiche aree cognitive sono considerati presunti endofenotipi dell'AN. Scopo: Lo studio mira a sviluppare modelli basati sulle caratteristiche specifiche delle pazienti in studio, concentrandosi soprattutto sui loro profili neuropsicologici. L'obiettivo è determinare se questi profili possano fungere da fattori prognostici per predire l'efficacia delle terapie ambulatoriali. Materiali e metodi: Lo studio è stato effettuato su un campione di 427 pazienti di sesso femminile con diagnosi di DCA, di cui 382 affette da AN e 45 non hanno ricevuto una diagnosi di AN nel corso della loro vita. Di tutte le pazienti, 114 hanno svolto i test neuropsicologici mentre erano ricoverate in regime di Day Hospital. Il funzionamento neuropsicologico delle pazienti è stato confrontato con quello di un gruppo di controllo composto da 375 ragazze sane. A tutte le pazienti è stata somministrata una serie di questionari per la valutazione clinica e una batteria di test neuropsicologici. Risultati: Nel confronto delle variabili tra il gruppo dei casi e quello dei controlli, si ritrovano notevoli differenze nelle caratteristiche generali, nei risultati dei questionari auto-somministrati e nelle valutazioni neuropsicologiche. Dal confronto tra i casi migliorati e quelli non migliorati sono emersi valori significativi per la durata della malattia, mentre il BMI ha perso di importanza. Variabili come l'inefficacia personale, la sfiducia personale, la depressione, la sensibilità, l'ansia di tratto e di stato, il sostegno sociale e il ranking sociale sono risultate molto significative. Inoltre, i profili neuropsicologici maggiormente indicativi sono stati la memoria di lavoro e l'abilità decisionale. Per le sole pazienti affette da anoressia nervosa, tutte le variabili generali sono risultate significative, insieme all'inefficacia personale e alla sfiducia personale. La depressione ha assunto un ruolo di rilievo nel contesto specifico dell'anoressia nervosa, così come il CBT. Limitando l’analisi alle pazienti trattate solo in regime ambulatoriale, si ha una perdita di rilevanza del BMI ma rimangono significative l'inefficacia personale, l'ansia di tratto e il sostegno sociale; il CBT è rimasto suggestivo. Infine, dalla popolazione affetta da bulimia nervosa sono stati evidenziati dati significativi per il BMI minimo e l'atteggiamento sottomesso. Sono stati elaborati tre profili neuropsicologici combinando coerenza centrale, abilità decisionale e inflessibilità, al fine di studiare il grado di remissione della malattia all'interno di ciascun profilo: i dati ottenuti non hanno raggiunto significatività statistica. È stato sviluppato un modello multivariato che integrasse sia le variabili neuropsicologiche che quelle generali: il sostegno sociale e il CBT sono cruciali, in misura minore anche il BMI minimo e la durata della malattia. Conclusioni: In conclusione, il nostro studio non ha riscontrato una correlazione significativa tra i profili neuropsicologici e l'esito di malattia, suggerendo che la sola neuropsicologia potrebbe non essere sufficiente per predire l'esito delle terapie. Tuttavia, sottolineiamo l'importanza di integrare variabili prognostiche provenienti da diverse categorie per predire la risposta al trattamento.