abstract:Chiunque nel suo percorso accademico si è imbattuto nella definizione “separazione dei poteri”.Questa definizione,la quale è stata fin da sempre oggetto di analisi da parte degli storici,ci è sempre stata presentata in un modo poco dinamico,sottintendendo una molteplicità di nozioni e soprattutto perdendo il focus su cosa essa sia e quali siano i principi cardine che permettono la sua realizzazione. Ciò che vorrei proporre,facendomi aiutare dalle interpretazioni di costituzionalisti come Troper è un analisi storica,semantica e “pratica”(riportata nel campo fenomenico della realtà attuale). Innanzitutto,per introdurre la mia analisi vorrei occorre fare una premessa di carattere storico;La definizione separazione dei poteri ha subito una vasta attribuzioni di significati che spesso si sono intrecciati durante la storia assumendo negli anni varie sfaccettature giuridiche,fino ad arrivare all’attualità di oggi. Non da trascurare l’aspetto semantico,anch’esso fondamentale per approcciarsi adeguatamente all’argomento.I costituzionalisti hanno provato a definire questo concetto riallacciandosi all’originaria teoria di Montesquieu(teorizzatore di questa teoria nell’esprit des lois)imbattendosi in termini come bilanciamento dei poteri,specializzazione,funzioni… che verranno in seguito illustrati. Dietro a questa molteplicità semantica di nasconde un dibattito teorico ben più interessante.Fino a che punto possiamo fare affidamento su un processo automatico e spontaneo di 3 poteri che si autobilanciano fra di loro laddove vi è la necessità di un quarto organo come il potere politico o la corte costituzionale? Interessante spostare la questione della separazione dei poteri nel dominio dell’attualità con un risvolto sul piano sociale.La sua effettività diventa tale con un conflitto sociale in atto,se esso non si presentasse questo procedimento risulterebbe macchinoso.
L'interpretazione della teoria della separazione dei poteri
ORLANDELLI, MARCO
2023/2024
Abstract
abstract:Chiunque nel suo percorso accademico si è imbattuto nella definizione “separazione dei poteri”.Questa definizione,la quale è stata fin da sempre oggetto di analisi da parte degli storici,ci è sempre stata presentata in un modo poco dinamico,sottintendendo una molteplicità di nozioni e soprattutto perdendo il focus su cosa essa sia e quali siano i principi cardine che permettono la sua realizzazione. Ciò che vorrei proporre,facendomi aiutare dalle interpretazioni di costituzionalisti come Troper è un analisi storica,semantica e “pratica”(riportata nel campo fenomenico della realtà attuale). Innanzitutto,per introdurre la mia analisi vorrei occorre fare una premessa di carattere storico;La definizione separazione dei poteri ha subito una vasta attribuzioni di significati che spesso si sono intrecciati durante la storia assumendo negli anni varie sfaccettature giuridiche,fino ad arrivare all’attualità di oggi. Non da trascurare l’aspetto semantico,anch’esso fondamentale per approcciarsi adeguatamente all’argomento.I costituzionalisti hanno provato a definire questo concetto riallacciandosi all’originaria teoria di Montesquieu(teorizzatore di questa teoria nell’esprit des lois)imbattendosi in termini come bilanciamento dei poteri,specializzazione,funzioni… che verranno in seguito illustrati. Dietro a questa molteplicità semantica di nasconde un dibattito teorico ben più interessante.Fino a che punto possiamo fare affidamento su un processo automatico e spontaneo di 3 poteri che si autobilanciano fra di loro laddove vi è la necessità di un quarto organo come il potere politico o la corte costituzionale? Interessante spostare la questione della separazione dei poteri nel dominio dell’attualità con un risvolto sul piano sociale.La sua effettività diventa tale con un conflitto sociale in atto,se esso non si presentasse questo procedimento risulterebbe macchinoso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/63653