Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di analizzare la disciplina e l’operatività della clausola di prelazione impropria, prendendone in considerazione gli aspetti controversi e le problematiche interpretative. Nel primo capitolo si illustra la ratio della clausola di prelazione impropria, ovvero la ragione che sta alla base della creazione di questa ‘’variante’’ della prelazione societaria, tradizionalmente concepita per operare a parità di condizioni; si prosegue con l’analisi della questione relativa alla qualificazione giuridica della stessa e con la spiegazione degli argomenti a favore della inammissibilità ovvero della ammissibilità della clausola. Nel secondo capitolo vengono proposte le soluzioni interpretative alle clausole di prelazione ‘’generiche’’, definite tali perché non specificano il loro ambito di operatività, ovvero non chiariscono quali siano i negozi di fronte ai quali la clausola di prelazione possa operare. In particolare, una soluzione interpretativa è necessaria per comprendere se, in assenza di indicazioni a riguardo, una clausola di prelazione generica operi secondo il meccanismo della clausola di prelazione propria ovvero secondo il meccanismo della clausola di prelazione impropria. Successivamente, si analizza l’operatività della clausola di prelazione impropria in presenza di negozi giuridici diversi dalla compravendita. Il terzo capitolo è dedicato all’approfondimento dei criteri da utilizzare per la determinazione del prezzo di cessione e, di conseguenza, al principio di equa valorizzazione, nonché al rapporto intercorrente tra l’utilizzo di criteri penalizzanti e il diritto di recesso. Infine, si analizza l’operatività della clausola di prelazione impropria nelle società a partecipazione pubblica, valutandone la compatibilità alla luce del principio di libera concorrenza e di altri principi ispiratori della materia e tenendo conto di una recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha intrapreso una direzione diversa rispetto a quella seguita sino a quel momento non solo dalla dottrina, ma anche dal Consiglio di Stato stesso.
La clausola di prelazione impropria: aspetti controversi e soluzioni interpretative
CARBONERA, FEDERICO
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di analizzare la disciplina e l’operatività della clausola di prelazione impropria, prendendone in considerazione gli aspetti controversi e le problematiche interpretative. Nel primo capitolo si illustra la ratio della clausola di prelazione impropria, ovvero la ragione che sta alla base della creazione di questa ‘’variante’’ della prelazione societaria, tradizionalmente concepita per operare a parità di condizioni; si prosegue con l’analisi della questione relativa alla qualificazione giuridica della stessa e con la spiegazione degli argomenti a favore della inammissibilità ovvero della ammissibilità della clausola. Nel secondo capitolo vengono proposte le soluzioni interpretative alle clausole di prelazione ‘’generiche’’, definite tali perché non specificano il loro ambito di operatività, ovvero non chiariscono quali siano i negozi di fronte ai quali la clausola di prelazione possa operare. In particolare, una soluzione interpretativa è necessaria per comprendere se, in assenza di indicazioni a riguardo, una clausola di prelazione generica operi secondo il meccanismo della clausola di prelazione propria ovvero secondo il meccanismo della clausola di prelazione impropria. Successivamente, si analizza l’operatività della clausola di prelazione impropria in presenza di negozi giuridici diversi dalla compravendita. Il terzo capitolo è dedicato all’approfondimento dei criteri da utilizzare per la determinazione del prezzo di cessione e, di conseguenza, al principio di equa valorizzazione, nonché al rapporto intercorrente tra l’utilizzo di criteri penalizzanti e il diritto di recesso. Infine, si analizza l’operatività della clausola di prelazione impropria nelle società a partecipazione pubblica, valutandone la compatibilità alla luce del principio di libera concorrenza e di altri principi ispiratori della materia e tenendo conto di una recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha intrapreso una direzione diversa rispetto a quella seguita sino a quel momento non solo dalla dottrina, ma anche dal Consiglio di Stato stesso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/64018