The purpose of this work is to examine, in light of the regulations on administrative liability for crimes of companies and entities provided for in Legislative Decree 231/2001, what remedial actions a legal person can implement to avoid the application of interdictory sanctions . The analysis is divided into three chapters. In the first chapter, I will illustrate, from a historical-comparative perspective, the legislative evolution and the dogmatic and socioeconomic reasons that led to the transition from a strongly anthropocentric vision of criminal law, which can be summarized with the brocard "societas delinquere non potest ", to the recognition of an effective responsibility also on the part of the entity. In the second chapter, taking art. 17 of Legislative Decree 231/2001 as integrated by Law no. 17/2023, I will analytically evaluate the behaviors to remedy the consequences produced by a crime which, if adopted subsequent to the offense and in compliance with other pre-established conditions, mitigate the need for punishment, allowing the entity to avoid the implementation of sanctions interdictions, which, as a rule, tend to paralyze or condition the performance of its activity. On this point it emerges that the legislator, for evident special-preventive purposes, grants considerable rewards to companies that choose to carry out counter-actions of a reorganisational, reintegrative and reparative nature of the offense committed. In the third chapter, I will finally critically examine the current problems that govern the discipline, as highlighted by the doctrine and emerged from the most significant jurisprudential cases on the subject. The conclusion reached is that the post factum repentance of the entity is excessively incentivised, according to a reward logic which aims to favor compensation for the offense over the mere punishment of the offence.

Scopo del presente lavoro è esaminare, alla luce della disciplina in materia di responsabilità amministrativa da reato di società ed enti prevista nel D. Lgs. 231/2001, quali condotte riparatorie una persona giuridica può porre in essere per evitare l'applicazione di sanzioni interdittive. L’analisi è ripartita in tre capitoli. Nel primo capitolo, si illustreranno, in un’ottica storica-comparatistica, l'evoluzione legislativa e le ragioni di carattere dogmatico e socioeconomico che hanno condotto al passaggio da una visione fortemente antropocentrica del diritto penale, riassumibile con il brocardo "societas delinquere non potest", al riconoscimento di un'effettiva responsabilità anche in capo all'ente. Nel secondo capitolo, prendendo come punto di riferimento l'art. 17 del D. Lgs. 231/2001 così come integrato dalla Legge n. 17/2023, si valuteranno analiticamente i comportamenti di riparazione delle conseguenze prodotte da un reato che, se adottati successivamente all’illecito e nel rispetto di altre prestabilite condizioni, attenuano il bisogno di pena, consentendo all’ente di scongiurare l’attuazione delle sanzioni interdittive, che, di regola, tendono a paralizzare o a condizionare lo svolgimento della sua attività. Sul punto emerge che il legislatore, per evidenti finalità special-preventive, accorda considerevoli premi alle società che scelgono di realizzare contro-azioni di natura riorganizzativa, reintegrativa e riparatoria dell’offesa realizzata. Nel terzo capitolo, si esamineranno infine in modo critico i problemi attuali che governano la disciplina, così come evidenziati dalla dottrina ed emersi dai più significativi casi giurisprudenziali in materia. La conclusione a cui si perviene è che risulta eccessivamente incentivato il ravvedimento post factum dell’ente, secondo una logica premiale che mira a privilegiare la compensazione dell’offesa rispetto alla mera punizione dell’illecito.

Le condotte riparatorie previste nel D. Lgs. 231/2001: problemi attuali

LEANDRI, ILARIA
2023/2024

Abstract

The purpose of this work is to examine, in light of the regulations on administrative liability for crimes of companies and entities provided for in Legislative Decree 231/2001, what remedial actions a legal person can implement to avoid the application of interdictory sanctions . The analysis is divided into three chapters. In the first chapter, I will illustrate, from a historical-comparative perspective, the legislative evolution and the dogmatic and socioeconomic reasons that led to the transition from a strongly anthropocentric vision of criminal law, which can be summarized with the brocard "societas delinquere non potest ", to the recognition of an effective responsibility also on the part of the entity. In the second chapter, taking art. 17 of Legislative Decree 231/2001 as integrated by Law no. 17/2023, I will analytically evaluate the behaviors to remedy the consequences produced by a crime which, if adopted subsequent to the offense and in compliance with other pre-established conditions, mitigate the need for punishment, allowing the entity to avoid the implementation of sanctions interdictions, which, as a rule, tend to paralyze or condition the performance of its activity. On this point it emerges that the legislator, for evident special-preventive purposes, grants considerable rewards to companies that choose to carry out counter-actions of a reorganisational, reintegrative and reparative nature of the offense committed. In the third chapter, I will finally critically examine the current problems that govern the discipline, as highlighted by the doctrine and emerged from the most significant jurisprudential cases on the subject. The conclusion reached is that the post factum repentance of the entity is excessively incentivised, according to a reward logic which aims to favor compensation for the offense over the mere punishment of the offence.
2023
The remedial actions envisaged in Legislative Decree 231/2001: current problems
Scopo del presente lavoro è esaminare, alla luce della disciplina in materia di responsabilità amministrativa da reato di società ed enti prevista nel D. Lgs. 231/2001, quali condotte riparatorie una persona giuridica può porre in essere per evitare l'applicazione di sanzioni interdittive. L’analisi è ripartita in tre capitoli. Nel primo capitolo, si illustreranno, in un’ottica storica-comparatistica, l'evoluzione legislativa e le ragioni di carattere dogmatico e socioeconomico che hanno condotto al passaggio da una visione fortemente antropocentrica del diritto penale, riassumibile con il brocardo "societas delinquere non potest", al riconoscimento di un'effettiva responsabilità anche in capo all'ente. Nel secondo capitolo, prendendo come punto di riferimento l'art. 17 del D. Lgs. 231/2001 così come integrato dalla Legge n. 17/2023, si valuteranno analiticamente i comportamenti di riparazione delle conseguenze prodotte da un reato che, se adottati successivamente all’illecito e nel rispetto di altre prestabilite condizioni, attenuano il bisogno di pena, consentendo all’ente di scongiurare l’attuazione delle sanzioni interdittive, che, di regola, tendono a paralizzare o a condizionare lo svolgimento della sua attività. Sul punto emerge che il legislatore, per evidenti finalità special-preventive, accorda considerevoli premi alle società che scelgono di realizzare contro-azioni di natura riorganizzativa, reintegrativa e riparatoria dell’offesa realizzata. Nel terzo capitolo, si esamineranno infine in modo critico i problemi attuali che governano la disciplina, così come evidenziati dalla dottrina ed emersi dai più significativi casi giurisprudenziali in materia. La conclusione a cui si perviene è che risulta eccessivamente incentivato il ravvedimento post factum dell’ente, secondo una logica premiale che mira a privilegiare la compensazione dell’offesa rispetto alla mera punizione dell’illecito.
condotte riparatorie
D.Lgs.231/2001
problemi attuali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/64332