Il diritto è composto da un insieme di norme idonee a regolare i rapporti tra i cittadini, rispondendo alle loro esigenze, alle istanze e alle necessità, perciò, la legislazione si evolve in corrispondenza dell’inesorabile progresso umano. Oggi si discute di diritto ambientale, parità di genere, diritti dei lavoratori e rapporti con l’Europa, argomenti che fino a qualche decennio fa, restavano inesplorati. Dunque, a fronte di un nuovo quadro sociale, politico, e istituzionale, la legge dovrebbe riuscire ad assestarsi alle nuove esigenze. L’ordinamento italiano necessita dell’intervento del legislatore, il quale sempre più, risulta assente e disattento, ragione per la quale nel quadro giuridico processuale stiamo assistendo alla formazione di un nuovo diritto. Sul punto, viene proposta un’analisi della disciplina in merito alla punibilità della condotta di coltivazione di sostanze stupefacenti per uso personale. Negli anni Ottanta del Novecento, il legislatore assunse un atteggiamento decisamente proibizionista, conseguenza della tragedia generazionale di quel periodo, in cui molti giovani persero la vita. Successivamente, le sostanze stupefacenti furono oggetto di numerosi studi, analisi e valutazioni, incrementando notevolmente la consapevolezza generale in merito ai rischi e alle ripercussioni del loro utilizzo. Di conseguenza, mutarono anche le istanze della collettività, interessata alla coltivazione e alla vendita di sostanze stupefacenti a basso rischio. La legislazione, seppur con minimi cambiamenti, rimane orientata alle esigenze proibizionistiche del passato, risultando perciò lacunosa. Significativa in tal senso, la giurisprudenza, che interviene non solo attribuendo un significato preciso alle disposizioni, ma anche regolamentando le situazioni sprovviste di tutela, in altre parole supplendo il legislatore. Oggi le sentenze sono talmente rilevanti, che spesso i precedenti giudiziali e le massime assumono valore normativo, conseguendo un forte depauperamento del sistema positivo tradizionale.
La mobilità del paradigma delle fonti del diritto: una riflessione sulla giurisprudenza quale fonte del diritto vigente, a partire dalla disciplina della coltivazione degli stupefacenti
CASONATO, GAIA
2023/2024
Abstract
Il diritto è composto da un insieme di norme idonee a regolare i rapporti tra i cittadini, rispondendo alle loro esigenze, alle istanze e alle necessità, perciò, la legislazione si evolve in corrispondenza dell’inesorabile progresso umano. Oggi si discute di diritto ambientale, parità di genere, diritti dei lavoratori e rapporti con l’Europa, argomenti che fino a qualche decennio fa, restavano inesplorati. Dunque, a fronte di un nuovo quadro sociale, politico, e istituzionale, la legge dovrebbe riuscire ad assestarsi alle nuove esigenze. L’ordinamento italiano necessita dell’intervento del legislatore, il quale sempre più, risulta assente e disattento, ragione per la quale nel quadro giuridico processuale stiamo assistendo alla formazione di un nuovo diritto. Sul punto, viene proposta un’analisi della disciplina in merito alla punibilità della condotta di coltivazione di sostanze stupefacenti per uso personale. Negli anni Ottanta del Novecento, il legislatore assunse un atteggiamento decisamente proibizionista, conseguenza della tragedia generazionale di quel periodo, in cui molti giovani persero la vita. Successivamente, le sostanze stupefacenti furono oggetto di numerosi studi, analisi e valutazioni, incrementando notevolmente la consapevolezza generale in merito ai rischi e alle ripercussioni del loro utilizzo. Di conseguenza, mutarono anche le istanze della collettività, interessata alla coltivazione e alla vendita di sostanze stupefacenti a basso rischio. La legislazione, seppur con minimi cambiamenti, rimane orientata alle esigenze proibizionistiche del passato, risultando perciò lacunosa. Significativa in tal senso, la giurisprudenza, che interviene non solo attribuendo un significato preciso alle disposizioni, ma anche regolamentando le situazioni sprovviste di tutela, in altre parole supplendo il legislatore. Oggi le sentenze sono talmente rilevanti, che spesso i precedenti giudiziali e le massime assumono valore normativo, conseguendo un forte depauperamento del sistema positivo tradizionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/64338