Il concetto di riabilitazione psichiatrica ha origine dalla rilevata correlazione tra prolungata permanenza in istituzioni chiuse e lo sviluppo di condizioni psicopatologiche, come la sindrome da istituzionalizzazione. Viene definita dall’OMS come “un complesso di interventi medici, psicologici, pedagogico-sociali volti a reintegrare una persona con deficit neuro-psichici in una situazione in cui possa fare migliore uso delle proprie capacità residue in un contesto sociale il più normale possibile”. L’obiettivo della tesi è dimostrare l’importanza del miglioramento delle abilità neurocognitive dei pazienti affetti da schizofrenia che, di conseguenza, migliora anche il funzionamento dell’individuo nella società. Tale miglioramento può essere possibile tramite il rimedio cognitivo, che si pone l’obiettivo di migliorare e/o ripristinare le funzioni cognitive utilizzando un ampio spettro di strategie. Nel primo capitolo viene esposto il concetto generale della schizofrenia e in particolare i domini cognitivi che vengono intaccati nella malattia, i deficit psicopatologici, e i disturbi della cognizione sociale e le conseguenze presenti a livello psicosociale. Il secondo capitolo introduce il rimedio cognitivo, l’assessment svolto inizialmente, in interim e in conclusione all’intervento riabilitativo, le tecniche utilizzate e le evidenze di efficacia. Il terzo capitolo affronta in modo più specifico due interventi di rimedio cognitivo, la Cognitive Remediation Therapy e il Cogpack, che verranno poi ripresi nell’ultimo capitolo. L’obiettivo è quello di presentare i metodi, le tecniche, le differenze e le analogie tra i due programmi di rimedio cognitivo, e naturalmente le evidenze e l’efficacia di entrambe. L’ultimo capitolo porta un contributo sperimentale, in quanto verrà trattato un caso clinico in cui sono state utilizzate le tecniche di rimedio cognitivo e di riabilitazione psicosociale su due pazienti ospiti di una comunità terapeutica riabilitativa protetta. In conclusione i due casi clinici confermano la tesi iniziale, ovvero interventi di rimedio cognitivo, associati ad interventi di riabilitazione psicosociale, hanno migliorato il funzionamento degli individui nella società.
Alterazioni psiconeurologiche della schizofrenia e tecniche di riabilitazione cognitiva: come il miglioramento delle abilità neurocognitive migliora il funzionamento psicosociale dell'individuo
FERHATI, REDINA
2022/2023
Abstract
Il concetto di riabilitazione psichiatrica ha origine dalla rilevata correlazione tra prolungata permanenza in istituzioni chiuse e lo sviluppo di condizioni psicopatologiche, come la sindrome da istituzionalizzazione. Viene definita dall’OMS come “un complesso di interventi medici, psicologici, pedagogico-sociali volti a reintegrare una persona con deficit neuro-psichici in una situazione in cui possa fare migliore uso delle proprie capacità residue in un contesto sociale il più normale possibile”. L’obiettivo della tesi è dimostrare l’importanza del miglioramento delle abilità neurocognitive dei pazienti affetti da schizofrenia che, di conseguenza, migliora anche il funzionamento dell’individuo nella società. Tale miglioramento può essere possibile tramite il rimedio cognitivo, che si pone l’obiettivo di migliorare e/o ripristinare le funzioni cognitive utilizzando un ampio spettro di strategie. Nel primo capitolo viene esposto il concetto generale della schizofrenia e in particolare i domini cognitivi che vengono intaccati nella malattia, i deficit psicopatologici, e i disturbi della cognizione sociale e le conseguenze presenti a livello psicosociale. Il secondo capitolo introduce il rimedio cognitivo, l’assessment svolto inizialmente, in interim e in conclusione all’intervento riabilitativo, le tecniche utilizzate e le evidenze di efficacia. Il terzo capitolo affronta in modo più specifico due interventi di rimedio cognitivo, la Cognitive Remediation Therapy e il Cogpack, che verranno poi ripresi nell’ultimo capitolo. L’obiettivo è quello di presentare i metodi, le tecniche, le differenze e le analogie tra i due programmi di rimedio cognitivo, e naturalmente le evidenze e l’efficacia di entrambe. L’ultimo capitolo porta un contributo sperimentale, in quanto verrà trattato un caso clinico in cui sono state utilizzate le tecniche di rimedio cognitivo e di riabilitazione psicosociale su due pazienti ospiti di una comunità terapeutica riabilitativa protetta. In conclusione i due casi clinici confermano la tesi iniziale, ovvero interventi di rimedio cognitivo, associati ad interventi di riabilitazione psicosociale, hanno migliorato il funzionamento degli individui nella società.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/64382