Il "caporalato", nato nel secolo scorso nel settore agricolo, rappresenta un grave problema di sfruttamento lavorativo, colpendo soprattutto i lavoratori stranieri extracomunitari. Questa forma illegale di reclutamento, sanzionata penalmente oggi ma non in passato, è caratterizzata da orari e retribuzioni ingiuste, violazioni della normativa sul lavoro e condizioni di vita disumane. Il primo capitolo affronta la definizione del fenomeno e riporta episodi tragici avvenuti, evidenziando il ruolo dei caporali nel perpetrare lo sfruttamento. Il Progetto "Primo Rapporto su agromafie e caporalato" della Federazione Lavoratori Agroindustria, intitolato a Placido Rizzotto ucciso per il suo impegno contro lo sfruttamento, cerca di contrastare l'illegalità e promuovere pari diritti e dignità per i lavoratori. Diversi progetti, come "Invisibili delle campagne di raccolta", evidenziano la diffusione del caporalato in varie regioni italiane e le iniziative per contrastarlo tramite testimonianze dirette dei lavoratori. Si evidenziano diverse tipologie di caporalato: il tradizionale nel settore agricolo, l'urbano (edilizia, servizi, logistica) e il digitale, coinvolgendo le App, come nel caso dei riders. Nel secondo capitolo si affronta la tipicità, antigiuridicità e colpevolezza del reato. Si descrive la legislazione normativa relativa al caporalato nel tempo, inclusa la legge 1369/1960, la legge Biagi del 2003 e il decreto legge 138/2011 con l'articolo 603 bis del codice penale che riconosce il caporalato come reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, punendolo con reclusione e multa. Si menziona infine la sentenza del 15 ottobre 2021, numero 2805, rappresentativa della prima condanna per caporalato digitale nel caso Uber, evidenziando le problematiche collegate all'attuazione dell'articolo 603 bis del codice penale.
Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro: il c.d. “caporalato”
FRADELLIN, MARTINA
2023/2024
Abstract
Il "caporalato", nato nel secolo scorso nel settore agricolo, rappresenta un grave problema di sfruttamento lavorativo, colpendo soprattutto i lavoratori stranieri extracomunitari. Questa forma illegale di reclutamento, sanzionata penalmente oggi ma non in passato, è caratterizzata da orari e retribuzioni ingiuste, violazioni della normativa sul lavoro e condizioni di vita disumane. Il primo capitolo affronta la definizione del fenomeno e riporta episodi tragici avvenuti, evidenziando il ruolo dei caporali nel perpetrare lo sfruttamento. Il Progetto "Primo Rapporto su agromafie e caporalato" della Federazione Lavoratori Agroindustria, intitolato a Placido Rizzotto ucciso per il suo impegno contro lo sfruttamento, cerca di contrastare l'illegalità e promuovere pari diritti e dignità per i lavoratori. Diversi progetti, come "Invisibili delle campagne di raccolta", evidenziano la diffusione del caporalato in varie regioni italiane e le iniziative per contrastarlo tramite testimonianze dirette dei lavoratori. Si evidenziano diverse tipologie di caporalato: il tradizionale nel settore agricolo, l'urbano (edilizia, servizi, logistica) e il digitale, coinvolgendo le App, come nel caso dei riders. Nel secondo capitolo si affronta la tipicità, antigiuridicità e colpevolezza del reato. Si descrive la legislazione normativa relativa al caporalato nel tempo, inclusa la legge 1369/1960, la legge Biagi del 2003 e il decreto legge 138/2011 con l'articolo 603 bis del codice penale che riconosce il caporalato come reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, punendolo con reclusione e multa. Si menziona infine la sentenza del 15 ottobre 2021, numero 2805, rappresentativa della prima condanna per caporalato digitale nel caso Uber, evidenziando le problematiche collegate all'attuazione dell'articolo 603 bis del codice penale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/64423