BACK GROUND: L’aumento delle patologie croniche a livello mondiale sta diventando una grave sfida nel settore sanitario. L’andamento delle persone affette da queste patologie pone una notevole pressione sui sistemi sanitari, richiedendo un attenta analisi e risorse adeguate per gestirla. Le ferite corniche rappresentano una problematica strettamente correlata a fattori di anzianità e alle patologie concomitanti di tipo primario, e per questo motivo il numero delle ferite aperte aumenta progressivamente. Il “burden” causato dalle ferite croniche è dovuto al fallimento terapeutico dettato all’applicazione delle cure standard. La causa principale dell’inefficacia delle cure si basa sulla formazione di uno aggregato batterico definito anche come “biofilm”, il quale si deposita sul letto della ferita, e non permette la penetrazione dei principi attivi delle medicazioni utilizzate. L’impiego di farmaci antibiotici di tipo locale e sistemico sulle ferite croniche provoca la resistenza antibiotica, la quale è un fenomeno ampiamente diffuso e conosciuto. OBIETTIVI: L’obiettivo della seguente revisione sistematica è identificare le strategie terapeutiche, alternative alla somministrazione di antibiotici, in grado di eradicare e prevenire la formazione del biofilm nelle lesioni croniche. Si analizzerà il meccanismo d’azione di ciascun trattamento in relazione alla promozione della chiusura della ferita. MATERIALI E METODI: La revisione è stata condotta attraverso inclusione di 10 studi comprensivi di 4 RCT, una metanalisi, uno studio clinico, uno studio comparativo e d1 trial clinico. La popolazione di riferimento è rappresentata dalle persone di genere femmine e maschile, con età superiore o uguale a 18 anni che manifestino delle ferite croniche. Gli articoli selezionati sono redatti in lingua inglese ed italiana, appartenenti alla fascia temporale dal 2012 al 2024. RISULTATI: L’innovativo approccio del “Wound hygiene” permette una nuova visione della gestione della ferita cronica mirando alla risoluzione delle cause che hanno generato la ferita, incentivandone la gestione tramite la preparazione del letto della ferita e la corretta scelta della medicazione. Le persone con ferite croniche trattate attraverso l’azione delle soluzioni a base tensioattiva oppure con la medicazione a pressione negativa raggiungo risultati ottimali nella guarigione della ferita, anche da ceppi di batteri multiresistenti. Si individuano esiti più favorevoli nella gestione dei segni e sintomi, dell’inibizione della crescita microbica e del tempo di guarigione. Le ricerche portano a considerare anche altre strategie come oli essenziali, Larve di Lucilla Sericata, miele e nanoparticelle che presentano caratteristiche antimicrobiche; tuttavia, non sono presenti sufficienti studi per l’implicazione della pratica. CONCLUSIONI: Le strategie come la medicazione a pressione negativa e soluzioni tensioattive in combinazione con antimicrobici potrebbero essere delle valide alternative per avviare efficaci cure delle lesioni croniche. Emerge una chiara necessità di condurre studi che includano campioni più ampi e metodologie di alta qualità al fine di approfondire i meccanismi correlati alla ferita cronica e migliorare le strategie terapeutiche. KEYWORDS: “Chronic wound”, “strategy”, “Treatment “ “Hygiene” , “Biofilm”, e “Surfactant
La persona con ferite croniche, approccio al wound hygiene: l'efficacia delle strategie antibiofilm.
FONTOLAN, EMMA
2022/2023
Abstract
BACK GROUND: L’aumento delle patologie croniche a livello mondiale sta diventando una grave sfida nel settore sanitario. L’andamento delle persone affette da queste patologie pone una notevole pressione sui sistemi sanitari, richiedendo un attenta analisi e risorse adeguate per gestirla. Le ferite corniche rappresentano una problematica strettamente correlata a fattori di anzianità e alle patologie concomitanti di tipo primario, e per questo motivo il numero delle ferite aperte aumenta progressivamente. Il “burden” causato dalle ferite croniche è dovuto al fallimento terapeutico dettato all’applicazione delle cure standard. La causa principale dell’inefficacia delle cure si basa sulla formazione di uno aggregato batterico definito anche come “biofilm”, il quale si deposita sul letto della ferita, e non permette la penetrazione dei principi attivi delle medicazioni utilizzate. L’impiego di farmaci antibiotici di tipo locale e sistemico sulle ferite croniche provoca la resistenza antibiotica, la quale è un fenomeno ampiamente diffuso e conosciuto. OBIETTIVI: L’obiettivo della seguente revisione sistematica è identificare le strategie terapeutiche, alternative alla somministrazione di antibiotici, in grado di eradicare e prevenire la formazione del biofilm nelle lesioni croniche. Si analizzerà il meccanismo d’azione di ciascun trattamento in relazione alla promozione della chiusura della ferita. MATERIALI E METODI: La revisione è stata condotta attraverso inclusione di 10 studi comprensivi di 4 RCT, una metanalisi, uno studio clinico, uno studio comparativo e d1 trial clinico. La popolazione di riferimento è rappresentata dalle persone di genere femmine e maschile, con età superiore o uguale a 18 anni che manifestino delle ferite croniche. Gli articoli selezionati sono redatti in lingua inglese ed italiana, appartenenti alla fascia temporale dal 2012 al 2024. RISULTATI: L’innovativo approccio del “Wound hygiene” permette una nuova visione della gestione della ferita cronica mirando alla risoluzione delle cause che hanno generato la ferita, incentivandone la gestione tramite la preparazione del letto della ferita e la corretta scelta della medicazione. Le persone con ferite croniche trattate attraverso l’azione delle soluzioni a base tensioattiva oppure con la medicazione a pressione negativa raggiungo risultati ottimali nella guarigione della ferita, anche da ceppi di batteri multiresistenti. Si individuano esiti più favorevoli nella gestione dei segni e sintomi, dell’inibizione della crescita microbica e del tempo di guarigione. Le ricerche portano a considerare anche altre strategie come oli essenziali, Larve di Lucilla Sericata, miele e nanoparticelle che presentano caratteristiche antimicrobiche; tuttavia, non sono presenti sufficienti studi per l’implicazione della pratica. CONCLUSIONI: Le strategie come la medicazione a pressione negativa e soluzioni tensioattive in combinazione con antimicrobici potrebbero essere delle valide alternative per avviare efficaci cure delle lesioni croniche. Emerge una chiara necessità di condurre studi che includano campioni più ampi e metodologie di alta qualità al fine di approfondire i meccanismi correlati alla ferita cronica e migliorare le strategie terapeutiche. KEYWORDS: “Chronic wound”, “strategy”, “Treatment “ “Hygiene” , “Biofilm”, e “SurfactantFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/65090