Qual è stato il rapporto del regista con le arti figurative e in che modo sono entrate nei suoi film? Quali pittori, quale estetica lo ha condizionato o lo ha influenzato? Come è avvenuto il passaggio dal bianco e nero al colore? Che tipo di quadri dipingeva? Queste sono le domande che mi sono posta guardando i film di Antonioni e alle quali cercherò di dare una risposta. Analizzerò l’uso del colore prendendo in esame i film Il deserto Rosso e Il Mistero di Oberwald., esplorerò le connessioni tra i film di Antonioni e l’arte moderna, in particolare l’espressionismo astratto di Mark Rothko e l’action painting di Pollock. Parlerò infine di Antonioni pittore. Wim Wenders, co-autore di Al di là delle nuvole, lo ha definito “pittore dello schermo”. Da questa affermazione sono partita per provare ad indagare lo sguardo “pittorico” di Antonioni, cineasta che ci ha regalato inquadrature di raffinata bellezza pensate e composte alla stregua di dipinti. In modo particolare nei film in bianco e nero della trilogia (La notte, L’eclissi e L’avventura) la sua costante attenzione al valore estetico e formale dell’immagine rende il suo stile unico e riconoscibile. I silenzi, le dilatazioni, lo sguardo che si ampia e diventa elemento di racconto, i tempi morti inducono lo spettatore a “guardare” meglio, più intensamente, a cercare l’invisibile, a modificare lo sguardo sulle cose. Il residuo filmico, la traccia che resta dentro di noi dopo la visione dei suoi film ci “lavora” dentro a livello emotivo, sedimentandosi, lasciando un segno.
Michelangelo Antonioni pittore attraverso il cinema: Il deserto rosso e Il mistero di Oberwald.
BARDINO, GIOVANNA
2023/2024
Abstract
Qual è stato il rapporto del regista con le arti figurative e in che modo sono entrate nei suoi film? Quali pittori, quale estetica lo ha condizionato o lo ha influenzato? Come è avvenuto il passaggio dal bianco e nero al colore? Che tipo di quadri dipingeva? Queste sono le domande che mi sono posta guardando i film di Antonioni e alle quali cercherò di dare una risposta. Analizzerò l’uso del colore prendendo in esame i film Il deserto Rosso e Il Mistero di Oberwald., esplorerò le connessioni tra i film di Antonioni e l’arte moderna, in particolare l’espressionismo astratto di Mark Rothko e l’action painting di Pollock. Parlerò infine di Antonioni pittore. Wim Wenders, co-autore di Al di là delle nuvole, lo ha definito “pittore dello schermo”. Da questa affermazione sono partita per provare ad indagare lo sguardo “pittorico” di Antonioni, cineasta che ci ha regalato inquadrature di raffinata bellezza pensate e composte alla stregua di dipinti. In modo particolare nei film in bianco e nero della trilogia (La notte, L’eclissi e L’avventura) la sua costante attenzione al valore estetico e formale dell’immagine rende il suo stile unico e riconoscibile. I silenzi, le dilatazioni, lo sguardo che si ampia e diventa elemento di racconto, i tempi morti inducono lo spettatore a “guardare” meglio, più intensamente, a cercare l’invisibile, a modificare lo sguardo sulle cose. Il residuo filmico, la traccia che resta dentro di noi dopo la visione dei suoi film ci “lavora” dentro a livello emotivo, sedimentandosi, lasciando un segno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/65539