In 1968, the psychiatrist and psychoanalyst Stoller spoke of gender identity as something contrasting with the biological bisexuality advocated by Freud. Today, more than half a century later, identity development has become an increasingly intentional and self-conscious act. The hegemonic masculinities described by sociologist Connell in 1993 have been joined over the years by models of personalized and positive masculinities that have been depopulated in books, movies, series, and social networks. Accomplices in their spread have been the so-called “new media” which, by making possible forms of connectivity that were once unfeasible, have enabled the enjoyment of spatially and temporally distant models, assuming the role of primary tools of identity construction. In this new context, modern adolescents, at a stage of full development of their social and personal identities, have been confronted with a universe of potentially infinite alternatives against which to choose what to be and become. The objective of this research is to understand young people's perception of the concept of masculinity and the influence of this on their social usage practices, in terms of both the production of their content and the enjoyment of others' content. ​

Nel 1968 lo psichiatra e psicoanalista Stoller parlava di identità di genere come di un qualcosa di contrastante con la bisessualità biologica sostenuta da Freud. Oggi, più di mezzo secolo dopo, lo sviluppo dell’identità è diventato un atto sempre più intenzionale e autocosciente. Alle maschilità egemoniche descritte dalla sociologa Connell nel 1993, negli anni si sono affiancati modelli di maschilità personalizzata e positiva che hanno spopolato in libri, film, serie, social network. Complici della loro diffusione sono stati i cosiddetti “nuovi media” che, rendendo possibili forme di connettività un tempo non realizzabili, hanno permesso la fruizione di modelli spazialmente e temporalmente distanti, assumendo il ruolo di strumenti primari di costruzione identitaria. In questo nuovo contesto, gli adolescenti moderni, in una fase di pieno sviluppo delle proprie identità sociali e personali, si sono perciò trovati di fronte ad un universo di alternative potenzialmente infinite rispetto a cui scegliere cosa essere e diventare. Obiettivo di questa ricerca è quindi comprendere la percezione del concetto di maschilità da parte dei giovani e l’influenza di questa sulle loro pratiche di utilizzo dei social, in termini tanto di produzione di contenuti propri quanto di fruizione di contenuti altrui.

Giovani e maschilità: uno studio sulle percezioni e sulle pratiche di rappresentazione online

DIMARTI, INDHIA
2023/2024

Abstract

In 1968, the psychiatrist and psychoanalyst Stoller spoke of gender identity as something contrasting with the biological bisexuality advocated by Freud. Today, more than half a century later, identity development has become an increasingly intentional and self-conscious act. The hegemonic masculinities described by sociologist Connell in 1993 have been joined over the years by models of personalized and positive masculinities that have been depopulated in books, movies, series, and social networks. Accomplices in their spread have been the so-called “new media” which, by making possible forms of connectivity that were once unfeasible, have enabled the enjoyment of spatially and temporally distant models, assuming the role of primary tools of identity construction. In this new context, modern adolescents, at a stage of full development of their social and personal identities, have been confronted with a universe of potentially infinite alternatives against which to choose what to be and become. The objective of this research is to understand young people's perception of the concept of masculinity and the influence of this on their social usage practices, in terms of both the production of their content and the enjoyment of others' content. ​
2023
Youth and masculinity: a study of perceptions and practices of online representation
Nel 1968 lo psichiatra e psicoanalista Stoller parlava di identità di genere come di un qualcosa di contrastante con la bisessualità biologica sostenuta da Freud. Oggi, più di mezzo secolo dopo, lo sviluppo dell’identità è diventato un atto sempre più intenzionale e autocosciente. Alle maschilità egemoniche descritte dalla sociologa Connell nel 1993, negli anni si sono affiancati modelli di maschilità personalizzata e positiva che hanno spopolato in libri, film, serie, social network. Complici della loro diffusione sono stati i cosiddetti “nuovi media” che, rendendo possibili forme di connettività un tempo non realizzabili, hanno permesso la fruizione di modelli spazialmente e temporalmente distanti, assumendo il ruolo di strumenti primari di costruzione identitaria. In questo nuovo contesto, gli adolescenti moderni, in una fase di pieno sviluppo delle proprie identità sociali e personali, si sono perciò trovati di fronte ad un universo di alternative potenzialmente infinite rispetto a cui scegliere cosa essere e diventare. Obiettivo di questa ricerca è quindi comprendere la percezione del concetto di maschilità da parte dei giovani e l’influenza di questa sulle loro pratiche di utilizzo dei social, in termini tanto di produzione di contenuti propri quanto di fruizione di contenuti altrui.
Maschilità
Adolescenza
Social Network
Genere
Nuovi media
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/65565