La comunicazione politica, post ventennio, con la ricostituzione dei partiti di massa è stata sempre legata alle piazze e all'utilizzo di mezzi di divulgazione incentrati su manifesti e comizi. Questo finché nuove tecnologie e nuovi mezzi di comunicazione di massa non hanno fisicamente allontanato politici ed elettori: in primis la radio e a seguire i cinegiornali che ne hanno reso superflua la compresenza in uno stesso luogo, svuotando progressivamente le piazze, abbandonate dalle folle e dai politici, consentendo a quest’ultimi di entrare direttamente nelle case degli elettori. Poi l’arrivo della televisione ha restituito alla classe politica la sua fisicità, mutando i politici in eleganti, brillanti e sorridenti oratori, da Berlinguer a Pertini, al populista Craxi. Ma colui che ha cambiato il modo di comunicare in assoluto è stato sicuramente Silvio Berlusconi, che iniziò la “discesa in campo” con il suo famoso messaggio televisivo. Oggi la politica si fa sul web. Lo spazio mediatico, infatti, rimane saldamente nelle mani di politici che basano il proprio personal brand sulla visceralità e sull’emozione: il tipo di personalità che serve a catturare l’attenzione di milioni di potenziali elettori incollati ai propri smartphone. Una diretta Facebook, un post Instagram o un tweet per commentare un fatto o attaccare un avversario valgono come dieci comizi, raggiungono molte più persone di quanto è immaginabile e rimangono più a lungo sotto gli occhi di tutti. I social network hanno di fatto trasformato la realtà politica in una perenne campagna elettorale.

La comunicazione Politica in Italia nelle campagne elettorali dal 1946 alla fine della Seconda Repubblica

PICCINI, MASSIMO
2023/2024

Abstract

La comunicazione politica, post ventennio, con la ricostituzione dei partiti di massa è stata sempre legata alle piazze e all'utilizzo di mezzi di divulgazione incentrati su manifesti e comizi. Questo finché nuove tecnologie e nuovi mezzi di comunicazione di massa non hanno fisicamente allontanato politici ed elettori: in primis la radio e a seguire i cinegiornali che ne hanno reso superflua la compresenza in uno stesso luogo, svuotando progressivamente le piazze, abbandonate dalle folle e dai politici, consentendo a quest’ultimi di entrare direttamente nelle case degli elettori. Poi l’arrivo della televisione ha restituito alla classe politica la sua fisicità, mutando i politici in eleganti, brillanti e sorridenti oratori, da Berlinguer a Pertini, al populista Craxi. Ma colui che ha cambiato il modo di comunicare in assoluto è stato sicuramente Silvio Berlusconi, che iniziò la “discesa in campo” con il suo famoso messaggio televisivo. Oggi la politica si fa sul web. Lo spazio mediatico, infatti, rimane saldamente nelle mani di politici che basano il proprio personal brand sulla visceralità e sull’emozione: il tipo di personalità che serve a catturare l’attenzione di milioni di potenziali elettori incollati ai propri smartphone. Una diretta Facebook, un post Instagram o un tweet per commentare un fatto o attaccare un avversario valgono come dieci comizi, raggiungono molte più persone di quanto è immaginabile e rimangono più a lungo sotto gli occhi di tutti. I social network hanno di fatto trasformato la realtà politica in una perenne campagna elettorale.
2023
Political communication in Italy in electoral campaigns from 1946 to the end of the Second Republic
PARTITI DI MASSA
TELEVISIONE
BERLUSCONI
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Piccini_Massimo.pdf

accesso riservato

Dimensione 2.02 MB
Formato Adobe PDF
2.02 MB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/65781