Lo studio che abbiamo deciso di condurre trova le sue fondamenta nelle numerose ricerche condotte per comprendere meglio il funzionamento delle aree visive. Queste ricerche hanno dimostrato l’esistenza di alcuni neuroni, situati nei campi visivi frontali, che svolgono una funzione di tagging inibitorio, contribuendo alla selezione delle informazioni visive rilevanti discriminandole da quelle non rilevanti per l’ambiente visivo. Per verificare questo processo, abbiamo utilizzato il MILO task (multi-item-localization task): un compito in cui viene chiesto ai partecipanti di cliccare su una sequenza di numeri rappresentati su palline da biliardo, numerate da 1 a 8, in ordine crescente nel minor tempo possibile e con la massima precisione possibile. Ad ogni partecipante è stato somministrato il compito due volte: una prima e una dopo la stimolazione magnetica transcranica (TMS). La TMS viene somministrata a bassa frequenza (1Hz) per 30 minuti, in modo tale da ottenere un effetto inibitorio. Lo studio mira a comprendere meglio il funzionamento delle aree cerebrali coinvolte nell’attenzione visuospaziale. Ci aspettiamo che i tempi di risposta agli item del secondo compito (somministrato post stimolazione) siano più lunghi rispetto a quelli ottenuti prima della stimolazione. Questi risultati confermerebbero l’ipotesi del nostro esperimento, per cui i neuroni dei campi visivi frontali siano effettivamente alla base del processo di tagging inibitorio.
Localizzazione di Item Multipli e Tagging Inibitorio: Il Ruolo dei Campi Oculari Frontali
D'ONOFRIO, MIRANDA
2023/2024
Abstract
Lo studio che abbiamo deciso di condurre trova le sue fondamenta nelle numerose ricerche condotte per comprendere meglio il funzionamento delle aree visive. Queste ricerche hanno dimostrato l’esistenza di alcuni neuroni, situati nei campi visivi frontali, che svolgono una funzione di tagging inibitorio, contribuendo alla selezione delle informazioni visive rilevanti discriminandole da quelle non rilevanti per l’ambiente visivo. Per verificare questo processo, abbiamo utilizzato il MILO task (multi-item-localization task): un compito in cui viene chiesto ai partecipanti di cliccare su una sequenza di numeri rappresentati su palline da biliardo, numerate da 1 a 8, in ordine crescente nel minor tempo possibile e con la massima precisione possibile. Ad ogni partecipante è stato somministrato il compito due volte: una prima e una dopo la stimolazione magnetica transcranica (TMS). La TMS viene somministrata a bassa frequenza (1Hz) per 30 minuti, in modo tale da ottenere un effetto inibitorio. Lo studio mira a comprendere meglio il funzionamento delle aree cerebrali coinvolte nell’attenzione visuospaziale. Ci aspettiamo che i tempi di risposta agli item del secondo compito (somministrato post stimolazione) siano più lunghi rispetto a quelli ottenuti prima della stimolazione. Questi risultati confermerebbero l’ipotesi del nostro esperimento, per cui i neuroni dei campi visivi frontali siano effettivamente alla base del processo di tagging inibitorio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/66179