Il craving è un'esperienza soggettiva descritta come un “desiderio incoercibile”, una “fame irresistibile”, una “urgenza appetitiva di natura patologica”, un “bisogno imperioso” (APA, 2013). L’interesse verso tale costrutto deriva dalla sua significativa implicazione nelle dipendenze patologiche: oltre ad esserne un criterio diagnostico (a partire dal DSM-5), è anche una variabile altamente associata alla persistenza e alla recidività della dipendenza. La difficoltà sorgono a partire dalla definizione epistemologica del costrutto, ancora non del tutto condivisa dalla comunità scientifica. La mancanza di una visione comune si traduce nella mancanza di strumenti di assessment e di valutazione. Tale ricerca vuole unire le visioni di tipo biologico, cognitivo e psicologico rispetto al craving e alla sua percezione intrasoggettiva. Il fine ultimo è di fornire delle direzioni di approfondimento per future analisi e, soprattutto, di delineare dei percorsi di trattamento specifici per ciascun paziente dipendente. Per finire, il craving è dunque inteso come fattore di moderazione nei disturbi di dipendenza patologica e l’intervento su di esso può notevolmente diminuire il rischio di ricaduta.
Il ruolo chiave del craving nelle dipendenze patologiche
GAMANJI, LAURA
2023/2024
Abstract
Il craving è un'esperienza soggettiva descritta come un “desiderio incoercibile”, una “fame irresistibile”, una “urgenza appetitiva di natura patologica”, un “bisogno imperioso” (APA, 2013). L’interesse verso tale costrutto deriva dalla sua significativa implicazione nelle dipendenze patologiche: oltre ad esserne un criterio diagnostico (a partire dal DSM-5), è anche una variabile altamente associata alla persistenza e alla recidività della dipendenza. La difficoltà sorgono a partire dalla definizione epistemologica del costrutto, ancora non del tutto condivisa dalla comunità scientifica. La mancanza di una visione comune si traduce nella mancanza di strumenti di assessment e di valutazione. Tale ricerca vuole unire le visioni di tipo biologico, cognitivo e psicologico rispetto al craving e alla sua percezione intrasoggettiva. Il fine ultimo è di fornire delle direzioni di approfondimento per future analisi e, soprattutto, di delineare dei percorsi di trattamento specifici per ciascun paziente dipendente. Per finire, il craving è dunque inteso come fattore di moderazione nei disturbi di dipendenza patologica e l’intervento su di esso può notevolmente diminuire il rischio di ricaduta.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/66194