Lo studio si propone di offrire una panoramica esaustiva e sufficiente del genere cinematografico dei “kaiju”. Il termine, letteralmente tradotto dal giapponese in “strana bestia”, è comunemente usato per indicare i mostri giganti delle storie di finzione, creature spesso minacciose la cui stazza è elemento di pericolo e di stupore insieme. Il Kaiju come categoria è sfruttato in vari media, ma l’elaborato si concentrerà sull’output filmico, più corposo e più rilevante ai fini di una comprensione delle sue caratteristiche. Nella parte iniziale si definiranno i cardini basilari: come il genere viene inteso come entità a sé, e come venga messo a confronto con altri generi come la fantascienza, il fantasy e l’horror. Ci si baserà sulle prospettive, anche discordanti, di vari studiosi, per identificare i tratti comuni delle storie di mostri che esulano dalla semplice presenza di una creatura gigante, così come i punti di divergenza. Si presenteranno i due film largamente considerati capostipiti del genere: King Kong (1933) e Godzilla (1954); di essi si presenteranno, oltre a una necessaria esposizione della trama, il contesto e processo di produzione, fondamentali per capire le ispirazioni alla base delle pellicole, e una disamina delle tematiche chiave. Si aggiunge anche un’illustrazione di come le storie sono evolute nei decenni nei rispettivi franchise. Nella parte centrale si prenderà in considerazione una casistica di film kaiju dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. L’intento è quello di mostrare la variazione interna al genere a livello di estetica e tematiche. Diversi autori – tra cui i premiati cineasti Guillermo del Toro e Bong Joon-ho – hanno infatti dato il loro contributo alla categoria. Un’analisi di rilevanti casi-studio servirà a illustrare i modi in cui il Kaiju si adatta alle diverse sensibilità relative al momento e luogo di produzione e rilascio dei film, riprendendo idee espresse già nei due film fondanti ma anche aggiornandole, integrandole e aggiungendone altre. Nella parte finale ci si dedicherà a un franchise specifico, il recente e ancora attivo MonsterVerse, nato dalla collaborazione degli studio americani Legendary Pictures e Warner Bros. Si tratta di un “universo cinematografico condiviso” – termine di cui si segneranno i parametri – che presenta due nuove iterazioni dei kaiju originali, occupanti lo stesso spazio narrativo per la prima volta dagli anni ’60. Tramite il confronto tra questi Godzilla e Kong (e comprimari) con le loro diverse versioni (precedenti ma anche contemporanee) e un’esposizione delle caratteristiche specifiche dei film costituenti si mostrerà il punto di approdo attuale della traiettoria lanciata dalle due pellicole originali e come questa particolare resa del Kaiju si posizioni all’interno del genere.

IL CINEMA DEI "MOSTRI GIGANTI": PERSISTENZE E VARIAZIONI NEL KAIJU

GRECO, SIMONE
2023/2024

Abstract

Lo studio si propone di offrire una panoramica esaustiva e sufficiente del genere cinematografico dei “kaiju”. Il termine, letteralmente tradotto dal giapponese in “strana bestia”, è comunemente usato per indicare i mostri giganti delle storie di finzione, creature spesso minacciose la cui stazza è elemento di pericolo e di stupore insieme. Il Kaiju come categoria è sfruttato in vari media, ma l’elaborato si concentrerà sull’output filmico, più corposo e più rilevante ai fini di una comprensione delle sue caratteristiche. Nella parte iniziale si definiranno i cardini basilari: come il genere viene inteso come entità a sé, e come venga messo a confronto con altri generi come la fantascienza, il fantasy e l’horror. Ci si baserà sulle prospettive, anche discordanti, di vari studiosi, per identificare i tratti comuni delle storie di mostri che esulano dalla semplice presenza di una creatura gigante, così come i punti di divergenza. Si presenteranno i due film largamente considerati capostipiti del genere: King Kong (1933) e Godzilla (1954); di essi si presenteranno, oltre a una necessaria esposizione della trama, il contesto e processo di produzione, fondamentali per capire le ispirazioni alla base delle pellicole, e una disamina delle tematiche chiave. Si aggiunge anche un’illustrazione di come le storie sono evolute nei decenni nei rispettivi franchise. Nella parte centrale si prenderà in considerazione una casistica di film kaiju dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. L’intento è quello di mostrare la variazione interna al genere a livello di estetica e tematiche. Diversi autori – tra cui i premiati cineasti Guillermo del Toro e Bong Joon-ho – hanno infatti dato il loro contributo alla categoria. Un’analisi di rilevanti casi-studio servirà a illustrare i modi in cui il Kaiju si adatta alle diverse sensibilità relative al momento e luogo di produzione e rilascio dei film, riprendendo idee espresse già nei due film fondanti ma anche aggiornandole, integrandole e aggiungendone altre. Nella parte finale ci si dedicherà a un franchise specifico, il recente e ancora attivo MonsterVerse, nato dalla collaborazione degli studio americani Legendary Pictures e Warner Bros. Si tratta di un “universo cinematografico condiviso” – termine di cui si segneranno i parametri – che presenta due nuove iterazioni dei kaiju originali, occupanti lo stesso spazio narrativo per la prima volta dagli anni ’60. Tramite il confronto tra questi Godzilla e Kong (e comprimari) con le loro diverse versioni (precedenti ma anche contemporanee) e un’esposizione delle caratteristiche specifiche dei film costituenti si mostrerà il punto di approdo attuale della traiettoria lanciata dalle due pellicole originali e come questa particolare resa del Kaiju si posizioni all’interno del genere.
2023
THE CINEMA OF "GIANT MONSTERS": CONSTANTS AND VARIABLES IN THE KAIJU
CINEMA
GENERE
KAIJU
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/66692