Alla luce dei cambiamenti che di recente hanno stravolto il diritto processuale civile, risulta necessaria una riflessione sul principio della ragionevole durata del processo. Interessanti sono i risvolti normativi e giurisprudenziali che sono scaturiti dalla sua applicazione. Partendo dalle fonti normative ci si accorge come tale principio non sia solo sancito nell’articolo 111, comma 2, della Costituzione, ma sia consacrato anche in fonti sovranazionali. È proprio sulla base dell’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che si è giunti a condannare l’Italia dinanzi alla Corte di Strasburgo. Dopo una breve rassegna delle principali riforme che hanno segnato la storia del processo civile, il principio è stato analizzato a partire dalle sue applicazioni concrete nella giurisprudenza della Corte di Cassazione. Non potendo indagare esaustivamente ciascun istituto lambito da queste sentenze, l’indagine si è focalizzata solo su alcuni di essi: la notificazione delle impugnazioni; la questione di giurisdizione; l’autorizzazione della chiamata in garanzia; i poteri dell’interveniente in giudizio. In ciascun paragrafo, a seguito di una breve disamina dei tratti salienti dell’istituto, si è perseguito l’obiettivo di vagliare compiutamente le soluzioni adottate dalla Cassazione e di valutarne l’operato in maniera critica. Si è potuto constatare il ruolo pregnante svolto della magistratura nel supplire le carenze del potere legislativo, tentando di contrastare l’irragionevole durata del processo. In virtù di questa situazione il legislatore ha cercato di risolvere il problema istituendo una commissione, presieduta dal professore Francesco Paolo Luiso, deputata all’elaborazione di proposte per intervenire sul processo civile e potenziare gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. Grazie all’ampia relazione illustrativa, la quale indica con chiarezza i principi e i criteri direttivi, corredata da un ampio articolato, si è potuto ottenere un lavoro immediatamente convertibile in legge. A seguire, infatti, venne adottato il d. Lgs. n. 149 del 2022, meglio conosciuto come ‘riforma Cartabia’, che si basa sul disegno di legge approntato dalla commissione. Di conseguenza non si è potuto prescindere dall’analisi scrupolosa sia del testo della relazione finale, che del testo di legge. Un’attenta lettura di entrambi ha permesso di estrapolare le più importanti novità che sono state avanzate, soprattutto in materia di mediazione e di negoziazione assistita. In virtù delle riflessioni svolte è emersa una diversa configurazione del rapporto tra potere giudiziario e legislativo che potrebbe intaccare uno dei capisaldi dello Stato di diritto, cioè il principio di divisione dei poteri. L’analisi delle sentenze della Corte di Cassazione ha mostrato come la magistratura tenda ad invadere spazi che sono propri del legislatore. Obiettivo di tale elaborato non era esclusivamente quello di giungere a questo risultato, ponendo un focus sulla magistratura, ma di mettere in luce un problema di spettro più ampio. Si è rivelato fondamentale, perciò, lo studio approfondito delle recenti soluzioni legislative, al fine di comprendere le prospettive future della giustizia civile.

La ragionevole durata del processo tra legislazione e interpretazione delle norme processuali

MANCINI, MARIAVITTORIA
2023/2024

Abstract

Alla luce dei cambiamenti che di recente hanno stravolto il diritto processuale civile, risulta necessaria una riflessione sul principio della ragionevole durata del processo. Interessanti sono i risvolti normativi e giurisprudenziali che sono scaturiti dalla sua applicazione. Partendo dalle fonti normative ci si accorge come tale principio non sia solo sancito nell’articolo 111, comma 2, della Costituzione, ma sia consacrato anche in fonti sovranazionali. È proprio sulla base dell’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che si è giunti a condannare l’Italia dinanzi alla Corte di Strasburgo. Dopo una breve rassegna delle principali riforme che hanno segnato la storia del processo civile, il principio è stato analizzato a partire dalle sue applicazioni concrete nella giurisprudenza della Corte di Cassazione. Non potendo indagare esaustivamente ciascun istituto lambito da queste sentenze, l’indagine si è focalizzata solo su alcuni di essi: la notificazione delle impugnazioni; la questione di giurisdizione; l’autorizzazione della chiamata in garanzia; i poteri dell’interveniente in giudizio. In ciascun paragrafo, a seguito di una breve disamina dei tratti salienti dell’istituto, si è perseguito l’obiettivo di vagliare compiutamente le soluzioni adottate dalla Cassazione e di valutarne l’operato in maniera critica. Si è potuto constatare il ruolo pregnante svolto della magistratura nel supplire le carenze del potere legislativo, tentando di contrastare l’irragionevole durata del processo. In virtù di questa situazione il legislatore ha cercato di risolvere il problema istituendo una commissione, presieduta dal professore Francesco Paolo Luiso, deputata all’elaborazione di proposte per intervenire sul processo civile e potenziare gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. Grazie all’ampia relazione illustrativa, la quale indica con chiarezza i principi e i criteri direttivi, corredata da un ampio articolato, si è potuto ottenere un lavoro immediatamente convertibile in legge. A seguire, infatti, venne adottato il d. Lgs. n. 149 del 2022, meglio conosciuto come ‘riforma Cartabia’, che si basa sul disegno di legge approntato dalla commissione. Di conseguenza non si è potuto prescindere dall’analisi scrupolosa sia del testo della relazione finale, che del testo di legge. Un’attenta lettura di entrambi ha permesso di estrapolare le più importanti novità che sono state avanzate, soprattutto in materia di mediazione e di negoziazione assistita. In virtù delle riflessioni svolte è emersa una diversa configurazione del rapporto tra potere giudiziario e legislativo che potrebbe intaccare uno dei capisaldi dello Stato di diritto, cioè il principio di divisione dei poteri. L’analisi delle sentenze della Corte di Cassazione ha mostrato come la magistratura tenda ad invadere spazi che sono propri del legislatore. Obiettivo di tale elaborato non era esclusivamente quello di giungere a questo risultato, ponendo un focus sulla magistratura, ma di mettere in luce un problema di spettro più ampio. Si è rivelato fondamentale, perciò, lo studio approfondito delle recenti soluzioni legislative, al fine di comprendere le prospettive future della giustizia civile.
2023
The reasonable length of the process between legislation and interpretation of procedural rules
Processo
Eccessiva durata
Interpretazione
Riforme
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/66723