Introduction: Autoimmune bullous diseases are characterized by the presence of predominantly IgG class autoantibodies directed against epithelial cell adhesion molecules, leading to the formation of blisters and erosions on the skin and/or mucous membranes. The diagnosis of these diseases is always based on laboratory procedures, particularly on direct immunofluorescence on fresh frozen tissue samples, which currently is the diagnostic gold standard. However, this method presents some limitations, as it requires obtaining an adequate fresh sample that must be processed rapidly and cannot be preserved. Study purpose: The aim of this study is to evaluate the utility of direct immunofluorescence analysis on formalin-fixed paraffin-embedded tissue samples. To achieve this goal, we compared the results of this procedure with those of routine direct immunofluorescence on fresh samples. Materials and Methods: This pilot study enrolled 5 patients diagnosed with autoimmune bullous diseases already confirmed histologically and with direct immunofluorescence. Formalin-fixed paraffin-embedded skin samples were used. The tissue was sectioned thinly and mounted on positively charged histological slides. The material was then subjected to deparaffinization and rehydration, followed by heat-induced antigen retrieval in combination with fluorescence-labeled antibodies. Results: Our results showed concordance between fresh and formalin-fixed samples for pemphigus, while, in patients with pemphigoid, no antibodies were detected in the formalin-fixed samples. Conclusions: The proposed method may serve as a valid alternative to routine immunofluorescence for the diagnosis of pemphigus group pathologies in cases where there are no fresh samples available. While it is not useful in pemphigoid group disorders.

Introduzione: Le patologie bollose autoimmuni sono caratterizzate dalla presenza di autoanticorpi prevalentemente di classe IgG diretti contro le molecole di adesione cellulare dell’epitelio, che portano alla formazione di bolle ed erosioni a livello di cute e/o mucose. La diagnosi di queste malattie si basa sempre su procedure laboratoristiche, in particolare, sull’immunofluorescenza diretta su campione di cute del paziente estratto a fresco, che costituisce il gold standard diagnostico per evidenziare gli autoanticorpi. Tuttavia, questa metodica presenta dei limiti, in quanto è necessario ottenere un campione adeguato che deve essere processato in tempi rapidi e non può essere conservato a lungo. Scopo dello studio: L’obiettivo del presente studio è valutare l’utilità dell’analisi di immunofluorescenza diretta su campioni di tessuto fissati in formalina e inclusi in paraffina. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo confrontato i risultati di tale procedura con quelli della immunofluorescenza diretta di routine sul campione a fresco. Materiali e metodi: Questo studio pilota ha arruolato 5 pazienti con diagnosi di patologie bollose autoimmuni confermate istologicamente e tramite immunofluorescenza diretta. Sono stati utilizzati campioni di cute fissati in formalina e inclusi in paraffina. Il tessuto è stato tagliato in sezioni sottili e fissato su vetrini istologici carichi positivamente. Il materiale è stato poi sottoposto a deparaffinizzazione e reidratazione e, in seguito, al Heat-Induced Antigen Retrieval (HIAR) in combinazione con anticorpi marcati a fluorescenza. Risultati: I nostri risultati hanno mostrato una concordanza tra il campione a fresco e il campione in formalina per quanto riguarda il pemfigo, mentre, per i soggetti con pemfigoide non sono stati evidenziati gli anticorpi nei campioni fissati in formalina. Conclusioni: La metodica proposta può essere una valida alternativa all’immunofluorescenza di routine per la diagnosi delle patologie del gruppo del pemfigo, quando non è disponibile un campione a fresco. Tuttavia, non è utile per le patologie del gruppo del pemfigoide. Scopo dello studio: L’obiettivo del presente studio è di valutare l’utilità dell’analisi di immunofluorescenza diretta su campioni di tessuto fissati in formalina e inclusi in paraffina. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo confrontato i risultati di tale procedura con quelli della immunofluorescenza diretta di routine sul campione a fresco. Materiali e metodi: Questo studio pilota ha arruolato 5 pazienti con diagnosi di patologie bollose autoimmuni confermate istologicamente e tramite immunofluorescenza diretta. Sono stati utilizzati campioni di cute fissati in formalina e inclusi in paraffina. Il tessuto è stato tagliato in sezioni sottili e fissato su vetrini istologici carichi positivamente. Il materiale è stato poi sottoposto a deparaffinizzazione e reidratazione e, in seguito, a heat-induced antigen retrieval in combinazione con anticorpi marcati a fluorescenza. Risultati: I nostri risultati hanno mostrato una concordanza tra il campione a fresco e il campione in formalina per quanto riguarda il pemfigo, mentre, per i soggetti con pemfigoide bolloso, non sono stati evidenziati gli anticorpi nei campioni fissati in formalina. Conclusioni: La metodica proposta può essere una valida alternativa all’immunofluorescenza di routine per la diagnosi delle patologie del gruppo del pemfigo.

Immunofluorescenza diretta su prelievo bioptico fissato in formalina di patologie bollose autoimmuni: studio pilota

MEDVEDEVA, ALEKSANDRA
2023/2024

Abstract

Introduction: Autoimmune bullous diseases are characterized by the presence of predominantly IgG class autoantibodies directed against epithelial cell adhesion molecules, leading to the formation of blisters and erosions on the skin and/or mucous membranes. The diagnosis of these diseases is always based on laboratory procedures, particularly on direct immunofluorescence on fresh frozen tissue samples, which currently is the diagnostic gold standard. However, this method presents some limitations, as it requires obtaining an adequate fresh sample that must be processed rapidly and cannot be preserved. Study purpose: The aim of this study is to evaluate the utility of direct immunofluorescence analysis on formalin-fixed paraffin-embedded tissue samples. To achieve this goal, we compared the results of this procedure with those of routine direct immunofluorescence on fresh samples. Materials and Methods: This pilot study enrolled 5 patients diagnosed with autoimmune bullous diseases already confirmed histologically and with direct immunofluorescence. Formalin-fixed paraffin-embedded skin samples were used. The tissue was sectioned thinly and mounted on positively charged histological slides. The material was then subjected to deparaffinization and rehydration, followed by heat-induced antigen retrieval in combination with fluorescence-labeled antibodies. Results: Our results showed concordance between fresh and formalin-fixed samples for pemphigus, while, in patients with pemphigoid, no antibodies were detected in the formalin-fixed samples. Conclusions: The proposed method may serve as a valid alternative to routine immunofluorescence for the diagnosis of pemphigus group pathologies in cases where there are no fresh samples available. While it is not useful in pemphigoid group disorders.
2023
Direct immunofluorescence on formaline-fixed biopsy sample for autoimmune blistering disorders: pilot study
Introduzione: Le patologie bollose autoimmuni sono caratterizzate dalla presenza di autoanticorpi prevalentemente di classe IgG diretti contro le molecole di adesione cellulare dell’epitelio, che portano alla formazione di bolle ed erosioni a livello di cute e/o mucose. La diagnosi di queste malattie si basa sempre su procedure laboratoristiche, in particolare, sull’immunofluorescenza diretta su campione di cute del paziente estratto a fresco, che costituisce il gold standard diagnostico per evidenziare gli autoanticorpi. Tuttavia, questa metodica presenta dei limiti, in quanto è necessario ottenere un campione adeguato che deve essere processato in tempi rapidi e non può essere conservato a lungo. Scopo dello studio: L’obiettivo del presente studio è valutare l’utilità dell’analisi di immunofluorescenza diretta su campioni di tessuto fissati in formalina e inclusi in paraffina. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo confrontato i risultati di tale procedura con quelli della immunofluorescenza diretta di routine sul campione a fresco. Materiali e metodi: Questo studio pilota ha arruolato 5 pazienti con diagnosi di patologie bollose autoimmuni confermate istologicamente e tramite immunofluorescenza diretta. Sono stati utilizzati campioni di cute fissati in formalina e inclusi in paraffina. Il tessuto è stato tagliato in sezioni sottili e fissato su vetrini istologici carichi positivamente. Il materiale è stato poi sottoposto a deparaffinizzazione e reidratazione e, in seguito, al Heat-Induced Antigen Retrieval (HIAR) in combinazione con anticorpi marcati a fluorescenza. Risultati: I nostri risultati hanno mostrato una concordanza tra il campione a fresco e il campione in formalina per quanto riguarda il pemfigo, mentre, per i soggetti con pemfigoide non sono stati evidenziati gli anticorpi nei campioni fissati in formalina. Conclusioni: La metodica proposta può essere una valida alternativa all’immunofluorescenza di routine per la diagnosi delle patologie del gruppo del pemfigo, quando non è disponibile un campione a fresco. Tuttavia, non è utile per le patologie del gruppo del pemfigoide. Scopo dello studio: L’obiettivo del presente studio è di valutare l’utilità dell’analisi di immunofluorescenza diretta su campioni di tessuto fissati in formalina e inclusi in paraffina. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo confrontato i risultati di tale procedura con quelli della immunofluorescenza diretta di routine sul campione a fresco. Materiali e metodi: Questo studio pilota ha arruolato 5 pazienti con diagnosi di patologie bollose autoimmuni confermate istologicamente e tramite immunofluorescenza diretta. Sono stati utilizzati campioni di cute fissati in formalina e inclusi in paraffina. Il tessuto è stato tagliato in sezioni sottili e fissato su vetrini istologici carichi positivamente. Il materiale è stato poi sottoposto a deparaffinizzazione e reidratazione e, in seguito, a heat-induced antigen retrieval in combinazione con anticorpi marcati a fluorescenza. Risultati: I nostri risultati hanno mostrato una concordanza tra il campione a fresco e il campione in formalina per quanto riguarda il pemfigo, mentre, per i soggetti con pemfigoide bolloso, non sono stati evidenziati gli anticorpi nei campioni fissati in formalina. Conclusioni: La metodica proposta può essere una valida alternativa all’immunofluorescenza di routine per la diagnosi delle patologie del gruppo del pemfigo.
Pemfigo
Pemfigoide
Immunofluorescenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/66995