La rottura prematura della membrana fetale (Premature Rupture Of Membranes, PROM) è una complicanza ostetrica significativa, con un tasso di incidenza nelle gravidanze di circa il 3-4%. In particolare, in seguito a procedure diagnostiche, come l’amniocentesi, o ad interventi fetoscopici, nei quali la membrana fetale viene perforata, l’avvento di PROM è notevolmente frequente. La conseguenza principale della PROM è la nascita prematura dei feti, con i gravi rischi associati alla loro salute e sopravvivenza. Attualmente, l’approccio principale nella gestione di questa problematica consiste nel trattamento con antibiotici e corticosteroidi, al fine di allungare il più possibile il tempo di gestazione e ridurre le severità delle conseguenze sulla salute dei nascituri. Tuttavia, questi approcci tendono ad affrontare la condizione in modo prevalentemente sintomatico, senza risolvere la causa sottostante. Inoltre, una soluzione di questo tipo mantiene comunque significativamente alti i rischi di sviluppare infezioni intra-amniotiche e disabilità fisiche e/o neurologiche nei nascituri. Per questi motivi, è importante sviluppare tecniche più innovative e mirate soprattutto a ripristinare l’integrità e la funzione di barriera della membrana fetale, per migliorare l’efficacia e la sicurezza della gestione clinica della PROM e estendere l’utilizzo della fetoscopia, portando così maggiori benefici. Dopo aver esplorato la complessità della membrana fetale, analizzandone struttura e funzione, ed esaminato le principali cause, conseguenze e tecniche attuali di gestione della PROM, questa tesi si concentra sulla ricerca e la valutazione di tecniche innovative per la riparazione della membrana, sfruttando i biomateriali. Verranno principalmente esaminati quattro diversi approcci: l’utilizzo di Amniopatch, di collagen plug, di fibrin sealant e di mussel glue, eventualmente con il supporto o l’aggiunta di altri componenti. Tali procedure saranno descritte e, successivamente, studiate nel dettaglio e confrontate tra loro, attraverso l’analisi di diversi studi clinici e preclinici, per poterne valutare l’efficacia.
Rottura prematura della membrana fetale: approcci alla riparazione attraverso l'utilizzo di biomateriali
BIASIOLO, CHIARA
2023/2024
Abstract
La rottura prematura della membrana fetale (Premature Rupture Of Membranes, PROM) è una complicanza ostetrica significativa, con un tasso di incidenza nelle gravidanze di circa il 3-4%. In particolare, in seguito a procedure diagnostiche, come l’amniocentesi, o ad interventi fetoscopici, nei quali la membrana fetale viene perforata, l’avvento di PROM è notevolmente frequente. La conseguenza principale della PROM è la nascita prematura dei feti, con i gravi rischi associati alla loro salute e sopravvivenza. Attualmente, l’approccio principale nella gestione di questa problematica consiste nel trattamento con antibiotici e corticosteroidi, al fine di allungare il più possibile il tempo di gestazione e ridurre le severità delle conseguenze sulla salute dei nascituri. Tuttavia, questi approcci tendono ad affrontare la condizione in modo prevalentemente sintomatico, senza risolvere la causa sottostante. Inoltre, una soluzione di questo tipo mantiene comunque significativamente alti i rischi di sviluppare infezioni intra-amniotiche e disabilità fisiche e/o neurologiche nei nascituri. Per questi motivi, è importante sviluppare tecniche più innovative e mirate soprattutto a ripristinare l’integrità e la funzione di barriera della membrana fetale, per migliorare l’efficacia e la sicurezza della gestione clinica della PROM e estendere l’utilizzo della fetoscopia, portando così maggiori benefici. Dopo aver esplorato la complessità della membrana fetale, analizzandone struttura e funzione, ed esaminato le principali cause, conseguenze e tecniche attuali di gestione della PROM, questa tesi si concentra sulla ricerca e la valutazione di tecniche innovative per la riparazione della membrana, sfruttando i biomateriali. Verranno principalmente esaminati quattro diversi approcci: l’utilizzo di Amniopatch, di collagen plug, di fibrin sealant e di mussel glue, eventualmente con il supporto o l’aggiunta di altri componenti. Tali procedure saranno descritte e, successivamente, studiate nel dettaglio e confrontate tra loro, attraverso l’analisi di diversi studi clinici e preclinici, per poterne valutare l’efficacia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67414