I rapidi cambiamenti climatici causati dall'uomo stanno portando, purtroppo, la biodiversità dei mari verso l'estinzione. Questo è un dato di fatto, che purtroppo in questi anni se ne sente sempre più spesso parlare ai telegiornali; tutte le persone, quindi, che accendono la tv almeno una volta al giorno ne sono al corrente: è un buon punto di partenza. Però non esiste una valutazione del rischio ben fatta sulle specie marine più in pericolo e questa è una grande falla del sistema: si parla di salvare i mari, di svolgere ogni giorno piccole azioni che aiutano il pianeta, di rispettare i 17 obbiettivi dell'agenda 2030 (stabilite nel settembre del 2015 durante un vertice delle Nazioni Unite), di prendere coscienza grazie alle giornate mondiali dedicate, di partecipare alle proteste come quelle dei fridays for future... tante belle premesse, ma non si conoscono dettagliatamente quali siano gli animali più a rischio di cui dovremmo preoccuparci prima di tutto. Per fortuna che nell'articolo "Are Mediterranean marine threatened species at high risk by climate change?" è stato utilizzato un approccio scientifico per valutare il rischio di novanta specie marine del Mediterraneo minacciate dai cambiamenti climatici. Gli organismi che sono risultati nell'avere il maggior rischio sono: tartarughe marine, mammiferi marini, Antozoi e Condroitti. Perchè lo studio è stato efettuato proprio nel Mediterraneo? Perchè il Mar Mediterraneo è il secondo tra le più grandi sedi marine di biodiversità al mondo (Coll et al., 2010), dove anche, purtroppo, la valutazione dei rischi per gli organismi dovuti al cambiamento climatico è necessaria ma ancora assente. Grazie a questo studio è stato messo in chiaro in modo oggettivo che serve al più presto una strategia di conservazione contro i cambiamenti climatici da pianificare e applicare. In aggiunta a ciò gli autori di questo articolo sperano di offrire nuove consapevolezze e conoscenze per una sistematica e localizzata strategia per dare la priorità alla vita degli organismi marini più vulnerabili visto la grande accelerazione dei cambiamenti climatici.
Cambiamenti climatici e specie a rischio nel Mar Mediterraneo
CHIEMENTIN, MARTINA
2023/2024
Abstract
I rapidi cambiamenti climatici causati dall'uomo stanno portando, purtroppo, la biodiversità dei mari verso l'estinzione. Questo è un dato di fatto, che purtroppo in questi anni se ne sente sempre più spesso parlare ai telegiornali; tutte le persone, quindi, che accendono la tv almeno una volta al giorno ne sono al corrente: è un buon punto di partenza. Però non esiste una valutazione del rischio ben fatta sulle specie marine più in pericolo e questa è una grande falla del sistema: si parla di salvare i mari, di svolgere ogni giorno piccole azioni che aiutano il pianeta, di rispettare i 17 obbiettivi dell'agenda 2030 (stabilite nel settembre del 2015 durante un vertice delle Nazioni Unite), di prendere coscienza grazie alle giornate mondiali dedicate, di partecipare alle proteste come quelle dei fridays for future... tante belle premesse, ma non si conoscono dettagliatamente quali siano gli animali più a rischio di cui dovremmo preoccuparci prima di tutto. Per fortuna che nell'articolo "Are Mediterranean marine threatened species at high risk by climate change?" è stato utilizzato un approccio scientifico per valutare il rischio di novanta specie marine del Mediterraneo minacciate dai cambiamenti climatici. Gli organismi che sono risultati nell'avere il maggior rischio sono: tartarughe marine, mammiferi marini, Antozoi e Condroitti. Perchè lo studio è stato efettuato proprio nel Mediterraneo? Perchè il Mar Mediterraneo è il secondo tra le più grandi sedi marine di biodiversità al mondo (Coll et al., 2010), dove anche, purtroppo, la valutazione dei rischi per gli organismi dovuti al cambiamento climatico è necessaria ma ancora assente. Grazie a questo studio è stato messo in chiaro in modo oggettivo che serve al più presto una strategia di conservazione contro i cambiamenti climatici da pianificare e applicare. In aggiunta a ciò gli autori di questo articolo sperano di offrire nuove consapevolezze e conoscenze per una sistematica e localizzata strategia per dare la priorità alla vita degli organismi marini più vulnerabili visto la grande accelerazione dei cambiamenti climatici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67584