L’obiettivo di questa tesi è quello di esporre i principi alla base dei potenziali evocati, focalizzandosi sul possibile ruolo di questi potenziali nella diagnosi di disturbi cognitivi in pazienti affetti da Parkinson. Nella prima parte dell’elaborato vengono descritti i principi biologici alla base dell’elettroencefalogramma per poi passare ad una descrizione generale dei potenziali evocati. Viene in seguito discussa l’elaborazione del segnale rilevato, realizzata mediando più risposte evocate nel tempo, che permette di aumentare il rapporto segnale-rumore e quindi di distinguere i potenziali che vogliamo rilevare da altri segnali elettrici che sono legati all’attività spontanea del cervello. Si passa poi alla descrizione di vari tipi di potenziali evocati, quali i potenziali visivi, uditivi, cognitivi e somatosensoriali, focalizzandosi principalmente sulle varie tecniche di stimolazione e sulle forme d’onda caratteristiche di questi ultimi. Maggior rilievo viene dato ai potenziali evocati cognitivi, i quali possono essere generati con paradigmi molto semplici e consentono di studiare processi cognitivi senza la necessità di una risposta comportamentale da parte del paziente. In seguito, l’elaborato si concentra sul Parkinson ed in particolare su uno spettro di sintomi non motori che influenzano la vita del paziente, tra questi il deterioramento cognitivo, il quale può manifestarsi in due forme distinte: il disturbo cognitivo lieve (PD-MCI) e la demenza (PDD). La demenza nel morbo di Parkinson, influisce notevolmente sulla qualità della vita del paziente e per questo motivo l’identificazione di nuovi indicatori di questa condizione è importante per la possibile individuazione di nuove cure terapeutiche. La diagnosi dei disturbi cognitivi nel Parkinson è dunque l’argomento principale della parte conclusiva della tesi, in cui vengono presentati i criteri di diagnosi maggiormente utilizzati al giorno d’oggi per poi passare all’esposizione di quello che potrebbe essere un nuovo criterio utilizzabile. In particolare viene mostrato come un possibile indicatore elettrofisiologico del deterioramento cognitivo possa essere una diminuzione delle risposte EEG delta quando al soggetto vengono presentati una serie di stimoli cognitivi.
Metodi per lo studio dei potenziali evocati e applicazioni nella rilevazione di disturbi cognitivi in pazienti affetti da Parkinson
TOMMASIN, VERONICA
2023/2024
Abstract
L’obiettivo di questa tesi è quello di esporre i principi alla base dei potenziali evocati, focalizzandosi sul possibile ruolo di questi potenziali nella diagnosi di disturbi cognitivi in pazienti affetti da Parkinson. Nella prima parte dell’elaborato vengono descritti i principi biologici alla base dell’elettroencefalogramma per poi passare ad una descrizione generale dei potenziali evocati. Viene in seguito discussa l’elaborazione del segnale rilevato, realizzata mediando più risposte evocate nel tempo, che permette di aumentare il rapporto segnale-rumore e quindi di distinguere i potenziali che vogliamo rilevare da altri segnali elettrici che sono legati all’attività spontanea del cervello. Si passa poi alla descrizione di vari tipi di potenziali evocati, quali i potenziali visivi, uditivi, cognitivi e somatosensoriali, focalizzandosi principalmente sulle varie tecniche di stimolazione e sulle forme d’onda caratteristiche di questi ultimi. Maggior rilievo viene dato ai potenziali evocati cognitivi, i quali possono essere generati con paradigmi molto semplici e consentono di studiare processi cognitivi senza la necessità di una risposta comportamentale da parte del paziente. In seguito, l’elaborato si concentra sul Parkinson ed in particolare su uno spettro di sintomi non motori che influenzano la vita del paziente, tra questi il deterioramento cognitivo, il quale può manifestarsi in due forme distinte: il disturbo cognitivo lieve (PD-MCI) e la demenza (PDD). La demenza nel morbo di Parkinson, influisce notevolmente sulla qualità della vita del paziente e per questo motivo l’identificazione di nuovi indicatori di questa condizione è importante per la possibile individuazione di nuove cure terapeutiche. La diagnosi dei disturbi cognitivi nel Parkinson è dunque l’argomento principale della parte conclusiva della tesi, in cui vengono presentati i criteri di diagnosi maggiormente utilizzati al giorno d’oggi per poi passare all’esposizione di quello che potrebbe essere un nuovo criterio utilizzabile. In particolare viene mostrato come un possibile indicatore elettrofisiologico del deterioramento cognitivo possa essere una diminuzione delle risposte EEG delta quando al soggetto vengono presentati una serie di stimoli cognitivi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67670