Nell’ultimo decennio, l’Unione europea (UE) ha affrontato una serie di sfide che hanno messo alla prova la capacità di azione dell’organizzazione e la solidarietà tra i suoi Stati membri: tra queste sfide, l’euroscetticismo si è affermato come un fenomeno significativo e complesso emergendo sia nei Paesi fondatori, che tra gli ultimi che hanno aderito all’UE. Di fronte al primo caso nella storia dell’Unione di uscita da parte di un membro, i partiti euroscettici hanno cambiato il loro approccio critico verso l’UE: dall’evento della Brexit, i governi anti-UE non puntano più a uscire dall’organizzazione, bensì a trasformarla dall’interno tentando di eliminarne il suo carattere sovranazionale e dando voce ai propri interessi nazionali. In questo contesto, Ungheria e Polonia si sono distinte per il proprio atteggiamento critico e spesso conflittuale nei confronti delle istituzioni europee e delle politiche comunitarie. L’ evoluzione dell’euroscetticismo ungherese e polacco costituisce un ambito di studio di notevole interesse volto a comprendere le dinamiche politiche e sociali che influenzano la percezione e il rapporto tra cittadinanza e del corpo politico con Bruxelles. Nonostante entrambe le Nazioni abbiano tratto significativi vantaggi dai finanziamenti e dalle opportunità derivanti dall’appartenenza all’UE, l’emergere di movimenti politici nazionalisti e populisti ha generato una crescente retorica anti-europea, mettendo in discussione i valori fondamentali dell’Unione e creando tensioni politiche che minacciano l’integrità del progetto europeo. Nell’attuale contesto europeo dove l’ascesa dell’euroscetticismo intacca la società e la politica in Ungheria e in Polonia influenzando gli altri Stati membri, è interessante osservare tale processo ponendosi le seguenti domande: quali fattori storici, culturali e politici hanno contribuito alla formazione di tale clima di sfiducia verso l’UE? E quali sono stati e quali saranno i futuri impatti dell’euroscetticismo ungherese e polacco all’interno dell’Unione europea? Inoltre, è interessante analizzare il processo alla luce dei più recenti risultati delle ultime elezioni che hanno interessato il rinnovamento del Parlamento polacco nel 2023 e del Parlamento europeo nel 2024: nel primo caso, in Polonia sono state interrotte le ripetute vittorie del partito euroscettico Diritto e Giustizia, dando vita ad un nuovo governo europeista guidato da Piattaforma Civica; nelle elezioni europee, i voti dei polacchi ai partiti europeisti sono stati maggiori di quelli euroscettici, mentre in Ungheria per la prima volta il partito di Viktor Orbán ha ricevuto un solo seggio in più rispetto alle forze europeiste del Paese.
L'evoluzione dell'euroscetticismo: i casi di Ungheria e Polonia.
DAVANZO, MATTEO
2023/2024
Abstract
Nell’ultimo decennio, l’Unione europea (UE) ha affrontato una serie di sfide che hanno messo alla prova la capacità di azione dell’organizzazione e la solidarietà tra i suoi Stati membri: tra queste sfide, l’euroscetticismo si è affermato come un fenomeno significativo e complesso emergendo sia nei Paesi fondatori, che tra gli ultimi che hanno aderito all’UE. Di fronte al primo caso nella storia dell’Unione di uscita da parte di un membro, i partiti euroscettici hanno cambiato il loro approccio critico verso l’UE: dall’evento della Brexit, i governi anti-UE non puntano più a uscire dall’organizzazione, bensì a trasformarla dall’interno tentando di eliminarne il suo carattere sovranazionale e dando voce ai propri interessi nazionali. In questo contesto, Ungheria e Polonia si sono distinte per il proprio atteggiamento critico e spesso conflittuale nei confronti delle istituzioni europee e delle politiche comunitarie. L’ evoluzione dell’euroscetticismo ungherese e polacco costituisce un ambito di studio di notevole interesse volto a comprendere le dinamiche politiche e sociali che influenzano la percezione e il rapporto tra cittadinanza e del corpo politico con Bruxelles. Nonostante entrambe le Nazioni abbiano tratto significativi vantaggi dai finanziamenti e dalle opportunità derivanti dall’appartenenza all’UE, l’emergere di movimenti politici nazionalisti e populisti ha generato una crescente retorica anti-europea, mettendo in discussione i valori fondamentali dell’Unione e creando tensioni politiche che minacciano l’integrità del progetto europeo. Nell’attuale contesto europeo dove l’ascesa dell’euroscetticismo intacca la società e la politica in Ungheria e in Polonia influenzando gli altri Stati membri, è interessante osservare tale processo ponendosi le seguenti domande: quali fattori storici, culturali e politici hanno contribuito alla formazione di tale clima di sfiducia verso l’UE? E quali sono stati e quali saranno i futuri impatti dell’euroscetticismo ungherese e polacco all’interno dell’Unione europea? Inoltre, è interessante analizzare il processo alla luce dei più recenti risultati delle ultime elezioni che hanno interessato il rinnovamento del Parlamento polacco nel 2023 e del Parlamento europeo nel 2024: nel primo caso, in Polonia sono state interrotte le ripetute vittorie del partito euroscettico Diritto e Giustizia, dando vita ad un nuovo governo europeista guidato da Piattaforma Civica; nelle elezioni europee, i voti dei polacchi ai partiti europeisti sono stati maggiori di quelli euroscettici, mentre in Ungheria per la prima volta il partito di Viktor Orbán ha ricevuto un solo seggio in più rispetto alle forze europeiste del Paese.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67675