Il calcio nella vite ricopre molteplici funzioni con una rilevanza nell’aspetto strutturale. Questo elemento contribuisce alla formazione di solide ed elastiche pareti cellulari, contribuendo poi alla buona stabilità delle membrane cellulari. Il calcio poi è conosciuto per il suo ruolo di messaggero chimico tra i vari organi e tessuti delle piante, ed è noto che il cambiamento della sua concentrazione all’interno delle cellule è uno dei segnali iniziali che si innescano nei processi di difesa delle piante contro i patogeni. Quindi possiamo capire benissimo che il calcio nella vite, come in tutte le piante, deve essere presente perché è un elemento fondamentale; il problema che si sta riscontrando ultimamente è un aumento della presenza di questo catione all’interno del grappolo e poi nel prodotto finito, che di per sé non ha nessun impatto né sulla gestione del vigneto e neanche dal punto di vista organolettico sul prodotto finito, ma va a comportare la produzione di vini più instabili dandoci quindi maggiori problemi in cantina. L’instabilità calcica era un argomento molto discusso prima dell’avvento della viticoltura e dell’enologia moderna proprio perché su vino venivano riscontrate importanti concentrazioni di calcio, dovute o all’utilizzo di prodotti fitosanitari che contenevano l’elemento in questione come la poltiglia bordolese oppure per l’utilizzo di contenitori in cemento che lo rilasciavano. Al giorno d’oggi queste pratiche non esistono quasi più, però paradossalmente si verificano ugualmente aumenti di calcio e il perché non è ancora ben chiaro; questi incrementi potrebbero derivare da disacidificazioni con l’utilizzo di sali di calcio, utilizzo di bentoniti calciche, filtrazioni con farine fossili contenenti alte percentuali di calcio, dal troppo assorbimento dell’elemento ad opera della pianta, dall’utilizzo di poliaspartato di potassio... La prevenzione come sempre svolge un ruolo fondamentale, quindi, è opportuno ridurre le pratiche che potrebbero contribuire all’aumento della concentrazione di calcio, ma è altrettanto importante avere un materiale di partenza che non ecceda nelle concentrazioni di tale elemento. Per avere quindi dei grappoli con basse concentrazioni di calcio un elemento su cui possiamo agire è il portainnesto ossia l’organo deputato all’assorbimento radicale degli elementi presenti nella soluzione circolante nel terreno. Sulla base di queste definizioni, due anni di sperimentazione hanno dato la possibilità di valutare il comportamento della varietà Glera associata a otto portainnesti diversi (110R, 110.14, 140RU, SO4, K5BB, 420A, Schwarzmann, 1103P) e di valutare come quest’ultimi vadano ad influenzare l’assorbimento di calcio. I dati raccolti riguardo le concentrazioni di calcio sul mosto mettono in risalto un’alta omogeneità nell’assorbimento dell’elemento tra vari portainnesti. Correlando a questi dati l’assorbimento di potassio e magnesio, il grado zuccherino e l’acidità indotti dalla porzione ipogea della pianta è stato possibile definire le caratteristiche dei diversi portainnesti.

Influenza del portainnesto sull'assorbimento di calcio su Glera

DALLE NOGARE, GIACOMO
2023/2024

Abstract

Il calcio nella vite ricopre molteplici funzioni con una rilevanza nell’aspetto strutturale. Questo elemento contribuisce alla formazione di solide ed elastiche pareti cellulari, contribuendo poi alla buona stabilità delle membrane cellulari. Il calcio poi è conosciuto per il suo ruolo di messaggero chimico tra i vari organi e tessuti delle piante, ed è noto che il cambiamento della sua concentrazione all’interno delle cellule è uno dei segnali iniziali che si innescano nei processi di difesa delle piante contro i patogeni. Quindi possiamo capire benissimo che il calcio nella vite, come in tutte le piante, deve essere presente perché è un elemento fondamentale; il problema che si sta riscontrando ultimamente è un aumento della presenza di questo catione all’interno del grappolo e poi nel prodotto finito, che di per sé non ha nessun impatto né sulla gestione del vigneto e neanche dal punto di vista organolettico sul prodotto finito, ma va a comportare la produzione di vini più instabili dandoci quindi maggiori problemi in cantina. L’instabilità calcica era un argomento molto discusso prima dell’avvento della viticoltura e dell’enologia moderna proprio perché su vino venivano riscontrate importanti concentrazioni di calcio, dovute o all’utilizzo di prodotti fitosanitari che contenevano l’elemento in questione come la poltiglia bordolese oppure per l’utilizzo di contenitori in cemento che lo rilasciavano. Al giorno d’oggi queste pratiche non esistono quasi più, però paradossalmente si verificano ugualmente aumenti di calcio e il perché non è ancora ben chiaro; questi incrementi potrebbero derivare da disacidificazioni con l’utilizzo di sali di calcio, utilizzo di bentoniti calciche, filtrazioni con farine fossili contenenti alte percentuali di calcio, dal troppo assorbimento dell’elemento ad opera della pianta, dall’utilizzo di poliaspartato di potassio... La prevenzione come sempre svolge un ruolo fondamentale, quindi, è opportuno ridurre le pratiche che potrebbero contribuire all’aumento della concentrazione di calcio, ma è altrettanto importante avere un materiale di partenza che non ecceda nelle concentrazioni di tale elemento. Per avere quindi dei grappoli con basse concentrazioni di calcio un elemento su cui possiamo agire è il portainnesto ossia l’organo deputato all’assorbimento radicale degli elementi presenti nella soluzione circolante nel terreno. Sulla base di queste definizioni, due anni di sperimentazione hanno dato la possibilità di valutare il comportamento della varietà Glera associata a otto portainnesti diversi (110R, 110.14, 140RU, SO4, K5BB, 420A, Schwarzmann, 1103P) e di valutare come quest’ultimi vadano ad influenzare l’assorbimento di calcio. I dati raccolti riguardo le concentrazioni di calcio sul mosto mettono in risalto un’alta omogeneità nell’assorbimento dell’elemento tra vari portainnesti. Correlando a questi dati l’assorbimento di potassio e magnesio, il grado zuccherino e l’acidità indotti dalla porzione ipogea della pianta è stato possibile definire le caratteristiche dei diversi portainnesti.
2023
Influence of rootstock on the absorption of calcium on Glera
calcio
portainnesto
glera
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/67877