The Iran hostage crisis, which occurred between November 1979 and January 1981, marked a turning point in the relationshipd between the United States and Iran. The two countries had experienced a golden period during the regime of Shah Mohammed Reza Pahlavi (1953-1979), which began with a coup d'état supported by Washington and ended with the coming to power of Ayatollah Ruhollah Khomeini. The latter, acting as a spokesperson for political dissent against the shah, became the key figure of the 1978-1979 Revolution which culminated with the establishment of the Islamic Republic. In the last years of the revolution, Khomeini declared that it was American interference, which was accepted by the shah, that condemned Iran to decades of injustice and corruption. From this perspective, the American embassy in Tehran constituted a natural target of hatred for the revolutionaries, who considered it the main center of American espionage within their country. On November 4, 1979, the embassy was stormed by several Iranian revolutionary students, who held 52 American officials hostage for 444 days, thus provoking one of the most controversial diplomatic crises.

La crisi degli ostaggi in Iran, avvenuta tra il novembre del 1979 e il gennaio del 1981, segnò un punto di svolta nei rapporti tra gli Stati Uniti e l'Iran. I due paesi avevano conosciuto un periodo d'oro durante il regime dello shah Mohammed Reza Pahlavi (1953-1979), iniziato con un colpo di stato sostenuto proprio da Washington e terminato con l'arrivo al potere dell'ayatollah Ruhollah Khomeini. Quest'ultimo, facendosi portavoce del dissenso politico contro lo shah, divenne la figura cardine della Rivoluzione del 1978-1979 che culminerà con l'instaurazione della Repubblica islamica. Negli ultimi anni della rivoluzione, Khomeini aveva dichiarato che fossero state le ingerenze americane, avvenute con il favore dello shah, a condannare l'Iran a decenni di ingiustizia e corruzione. In quest'ottica, l'ambasciata americana a Teheran costituiva un naturale bersaglio d'odio per i rivoluzionari, che la consideravano il principale centro di spionaggio americano all'interno del loro paese. Il 4 novembre 1979 l'ambasciata venne presa d'assalto da parte di diversi studenti rivoluzionari iraniani, i quali avrebbero mantenuto in ostaggio per 444 giorni 52 funzionari americani, provocando così una delle più controverse crisi diplomatiche.

La crisi degli ostaggi, spartiacque nei rapporti fra Stati Uniti e Iran

AHMETAJ, LEDIO
2023/2024

Abstract

The Iran hostage crisis, which occurred between November 1979 and January 1981, marked a turning point in the relationshipd between the United States and Iran. The two countries had experienced a golden period during the regime of Shah Mohammed Reza Pahlavi (1953-1979), which began with a coup d'état supported by Washington and ended with the coming to power of Ayatollah Ruhollah Khomeini. The latter, acting as a spokesperson for political dissent against the shah, became the key figure of the 1978-1979 Revolution which culminated with the establishment of the Islamic Republic. In the last years of the revolution, Khomeini declared that it was American interference, which was accepted by the shah, that condemned Iran to decades of injustice and corruption. From this perspective, the American embassy in Tehran constituted a natural target of hatred for the revolutionaries, who considered it the main center of American espionage within their country. On November 4, 1979, the embassy was stormed by several Iranian revolutionary students, who held 52 American officials hostage for 444 days, thus provoking one of the most controversial diplomatic crises.
2023
The Hostage Crisis: as a watershed in the relationship between the USA. and Iran
La crisi degli ostaggi in Iran, avvenuta tra il novembre del 1979 e il gennaio del 1981, segnò un punto di svolta nei rapporti tra gli Stati Uniti e l'Iran. I due paesi avevano conosciuto un periodo d'oro durante il regime dello shah Mohammed Reza Pahlavi (1953-1979), iniziato con un colpo di stato sostenuto proprio da Washington e terminato con l'arrivo al potere dell'ayatollah Ruhollah Khomeini. Quest'ultimo, facendosi portavoce del dissenso politico contro lo shah, divenne la figura cardine della Rivoluzione del 1978-1979 che culminerà con l'instaurazione della Repubblica islamica. Negli ultimi anni della rivoluzione, Khomeini aveva dichiarato che fossero state le ingerenze americane, avvenute con il favore dello shah, a condannare l'Iran a decenni di ingiustizia e corruzione. In quest'ottica, l'ambasciata americana a Teheran costituiva un naturale bersaglio d'odio per i rivoluzionari, che la consideravano il principale centro di spionaggio americano all'interno del loro paese. Il 4 novembre 1979 l'ambasciata venne presa d'assalto da parte di diversi studenti rivoluzionari iraniani, i quali avrebbero mantenuto in ostaggio per 444 giorni 52 funzionari americani, provocando così una delle più controverse crisi diplomatiche.
Crisi internazionale
Ostaggi
Stati Uniti
Iran
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/67910