La cadenza di pedalata è una delle poche variabili che il ciclista può controllare, e che risulta di fondamentale importanza per massimizzare la prestazione. In questo elaborato vengono trattati in modo approfondito e con un approccio evidence-based, i fattori esterni ed interni che possono influenzare la scelta di una possibile cadenza ottimale. Difatti, la cadenza scelta liberamente dal ciclista non coincide sempre con quella ottimale. Il consumo di ossigeno, l’attività elettromiografica, lattato, consumo relativo di carboidrati e percezione dello sforzo presentano una condivisa relazione ad “U” con la cadenza. Per definire una determinata cadenza “alta” o “bassa” occorre compararla con la frequenza di pedalata che minimizza le variabili analizzate allo specifico power output (PO), tale si rileva a cadenze crescenti all’aumentare del PO. La cadenza di pedalata ottimale non è univoca e deve prendere in considerazione il PO e il livello del ciclista, in quanto l’allenamento può creare adattamenti alle cadenze maggiormente esercitate. Per incrementare la prestazione sulla durata, la strategia vincente sembrerebbe essere l’utilizzo di cadenze superiori a quella ottimale per PO medio-bassi. L’utilizzo di cadenze elevate può essere una variabile aggiuntiva da controllare e variare nella stesura di un allenamento. È consigliabile per una corretta programmazione dell’allenamento comprendere tutto il range di cadenze impiegate durante le competizioni.
LA CADENZA DI PEDALATA OTTIMALE E IMPLICAZIONI PER L’ALLENAMENTO
PAJETTA, RICCARDO
2023/2024
Abstract
La cadenza di pedalata è una delle poche variabili che il ciclista può controllare, e che risulta di fondamentale importanza per massimizzare la prestazione. In questo elaborato vengono trattati in modo approfondito e con un approccio evidence-based, i fattori esterni ed interni che possono influenzare la scelta di una possibile cadenza ottimale. Difatti, la cadenza scelta liberamente dal ciclista non coincide sempre con quella ottimale. Il consumo di ossigeno, l’attività elettromiografica, lattato, consumo relativo di carboidrati e percezione dello sforzo presentano una condivisa relazione ad “U” con la cadenza. Per definire una determinata cadenza “alta” o “bassa” occorre compararla con la frequenza di pedalata che minimizza le variabili analizzate allo specifico power output (PO), tale si rileva a cadenze crescenti all’aumentare del PO. La cadenza di pedalata ottimale non è univoca e deve prendere in considerazione il PO e il livello del ciclista, in quanto l’allenamento può creare adattamenti alle cadenze maggiormente esercitate. Per incrementare la prestazione sulla durata, la strategia vincente sembrerebbe essere l’utilizzo di cadenze superiori a quella ottimale per PO medio-bassi. L’utilizzo di cadenze elevate può essere una variabile aggiuntiva da controllare e variare nella stesura di un allenamento. È consigliabile per una corretta programmazione dell’allenamento comprendere tutto il range di cadenze impiegate durante le competizioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/67944