Con questo elaborato si cerca di analizzare come e perché l’archetipo di Odisseo, il suo personaggio, il suo mito e la sua storia abbiano attraversato e intriso la letteratura europea fino alla contemporaneità. Odisseo, da sempre considerato il primo “uomo moderno”, porta con sé le grandi tematiche dell’uomo che cerca il suo posto nel mondo attraverso l’esperienza del viaggio, che è frattura e riscoperta della propria interiorità, ma anche una condizione esistenziale che sembra condannare ad un esilio perenne, e ad un viaggio che non può esaurirsi. Attraverso l’analisi di due autori come Claudio Magris e Milan Kundera possiamo tentare di comprendere come il modello greco di Odisseo abbia pervaso la letteratura europea orientale e occidentale. Nonostante i diversi contesti culturali, sembrano infatti celarsi tra questi due autori punti di contatto e vicinanze nel pensiero e nella percezione dell’uomo in relazione all’esperienza del viaggio. Al di là del “nóstos”, il dolore del ritorno, che accompagna il viaggio, diventa necessario muoversi seguendo corsi d’acqua, relazionarsi costantemente con lo spazio e col tempo, lasciare e ritrovare la propria rotta, le proprie radici; intraprendere un viaggio in cui Itaca non sia solo il punto d’arrivo, ma un’ennesima partenza verso nuove domande sul posto che occupiamo, o siamo destinati ad occupare, nel mondo. Perché, se come sostiene Kundera, i romanzi non affermano niente ma sono strumenti per porre e porsi domande, ciò che resta è il tentativo di intraprendere un viaggio, accompagnati da Odisseo, l’eroe multiforme.
Itaca e oltre. Riscritture della figura di Odisseo tra Claudio Magris e Milan Kundera
SORBARA, CHIARA
2023/2024
Abstract
Con questo elaborato si cerca di analizzare come e perché l’archetipo di Odisseo, il suo personaggio, il suo mito e la sua storia abbiano attraversato e intriso la letteratura europea fino alla contemporaneità. Odisseo, da sempre considerato il primo “uomo moderno”, porta con sé le grandi tematiche dell’uomo che cerca il suo posto nel mondo attraverso l’esperienza del viaggio, che è frattura e riscoperta della propria interiorità, ma anche una condizione esistenziale che sembra condannare ad un esilio perenne, e ad un viaggio che non può esaurirsi. Attraverso l’analisi di due autori come Claudio Magris e Milan Kundera possiamo tentare di comprendere come il modello greco di Odisseo abbia pervaso la letteratura europea orientale e occidentale. Nonostante i diversi contesti culturali, sembrano infatti celarsi tra questi due autori punti di contatto e vicinanze nel pensiero e nella percezione dell’uomo in relazione all’esperienza del viaggio. Al di là del “nóstos”, il dolore del ritorno, che accompagna il viaggio, diventa necessario muoversi seguendo corsi d’acqua, relazionarsi costantemente con lo spazio e col tempo, lasciare e ritrovare la propria rotta, le proprie radici; intraprendere un viaggio in cui Itaca non sia solo il punto d’arrivo, ma un’ennesima partenza verso nuove domande sul posto che occupiamo, o siamo destinati ad occupare, nel mondo. Perché, se come sostiene Kundera, i romanzi non affermano niente ma sono strumenti per porre e porsi domande, ciò che resta è il tentativo di intraprendere un viaggio, accompagnati da Odisseo, l’eroe multiforme.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/68039