Il cancro è una patologia causata da mutazioni genetiche che coinvolgono principalmente geni cruciali nella regolazione della crescita e della proliferazione cellulare. Queste mutazioni possono manifestarsi per una serie di motivi, tra cui l'accumulo di errori non riparati durante la divisione cellulare, danni al DNA causati da agenti ambientali come il tabacco e i raggi ultravioletti, e mutazioni genetiche ereditarie. Normalmente, il nostro organismo è in grado di riparare i danni ed eliminare le cellule danneggiate; tuttavia, alcune di queste cellule sfuggono ai meccanismi endogeni di controllo, proliferando incontrollatamente e portando quindi alla formazione di tumori. Diversi approcci terapeutici sono stati sviluppati nel tempo per il trattamento di questa patologia. Essi includono sia trattamenti locali come la chirurgia e la radioterapia, che trattamenti sistemici, come la chemioterapia e l'immunoterapia. Tra i farmaci sistemici, i complessi metallici a base di platino hanno ricevuto particolare attenzione finora nella clinica antitumorale e, sebbene rappresentino ancora oggi il gold standard, vi è un crescente interesse nello sviluppo di nuovi complessi contenenti altri metalli e, tra questi una particolare attenzione è rivolta ai complessi di lantanidi. In questa tesi è stata valutata la citotossicità di nuovi complessi organometallici contenenti gadolinio (Gd), europio (Eu), disprosio (Dy) e itterbio (Yb) prendendo in considerazione tre linee cellulari tumorali umane: A2780 (carcinoma ovarico), A2780cis (carcinoma ovarico resistente al cisplatino) e LN-229 (glioblastoma), oltre a cellule mesoteliali non tumorali (Met-5A). Successivamente, per il complesso caratterizzato dalla più elevata attività antiproliferativa è stato approfondito il meccanismo d'azione, valutando innanzitutto la capacità di indurre stress ossidativo intracellulare mediante la produzione di specie reattive dell'ossigeno e di influenzare il potenziale elettrico transmembrana mitocondriale. Analisi citofluorimetriche hanno permesso di evidenziare eventuali effetti sul ciclo cellulare, mentre grazie a esperimenti di microscopia a epifluorescenza è stata indagata la localizzazione intracellulare.
Studio dell’attività antiproliferativa e individuazione dei bersagli intracellulari di complessi omonucleari a base di lantanidi ed eteronucleari a base di lantanidi e platino
FAVERO, MARTA
2023/2024
Abstract
Il cancro è una patologia causata da mutazioni genetiche che coinvolgono principalmente geni cruciali nella regolazione della crescita e della proliferazione cellulare. Queste mutazioni possono manifestarsi per una serie di motivi, tra cui l'accumulo di errori non riparati durante la divisione cellulare, danni al DNA causati da agenti ambientali come il tabacco e i raggi ultravioletti, e mutazioni genetiche ereditarie. Normalmente, il nostro organismo è in grado di riparare i danni ed eliminare le cellule danneggiate; tuttavia, alcune di queste cellule sfuggono ai meccanismi endogeni di controllo, proliferando incontrollatamente e portando quindi alla formazione di tumori. Diversi approcci terapeutici sono stati sviluppati nel tempo per il trattamento di questa patologia. Essi includono sia trattamenti locali come la chirurgia e la radioterapia, che trattamenti sistemici, come la chemioterapia e l'immunoterapia. Tra i farmaci sistemici, i complessi metallici a base di platino hanno ricevuto particolare attenzione finora nella clinica antitumorale e, sebbene rappresentino ancora oggi il gold standard, vi è un crescente interesse nello sviluppo di nuovi complessi contenenti altri metalli e, tra questi una particolare attenzione è rivolta ai complessi di lantanidi. In questa tesi è stata valutata la citotossicità di nuovi complessi organometallici contenenti gadolinio (Gd), europio (Eu), disprosio (Dy) e itterbio (Yb) prendendo in considerazione tre linee cellulari tumorali umane: A2780 (carcinoma ovarico), A2780cis (carcinoma ovarico resistente al cisplatino) e LN-229 (glioblastoma), oltre a cellule mesoteliali non tumorali (Met-5A). Successivamente, per il complesso caratterizzato dalla più elevata attività antiproliferativa è stato approfondito il meccanismo d'azione, valutando innanzitutto la capacità di indurre stress ossidativo intracellulare mediante la produzione di specie reattive dell'ossigeno e di influenzare il potenziale elettrico transmembrana mitocondriale. Analisi citofluorimetriche hanno permesso di evidenziare eventuali effetti sul ciclo cellulare, mentre grazie a esperimenti di microscopia a epifluorescenza è stata indagata la localizzazione intracellulare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/68612