L’ansia è una risposta emotiva caratterizzata da una maggiore attenzione verso potenziali minacce che induce a comportamenti difensivi atti a proteggere l’organismo. Questa risposta può assumere carattere patologico quando si manifesta in modo eccessivo, andando ad impattare su diversi aspetti della quotidianità degli individui che ne sono affetti. In questi casi può portare alla comparsa di disturbi d’ansia, che si manifestano tramite stati di paura e disagio eccessivi e persistenti, di conseguenza anche avvenimenti o situazioni semplici vengono percepite come eventi pericolosi. Esistono varie tipologie di disturbi d’ansia, classificati in base ai criteri diagnostici di due manuali, ossia il DSM-5 ed il ICD-11, tra queste troviamo: il disturbo d’ansia da separazione, il mutismo selettivo, le fobie specifiche, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo di panico, l’agorafobia e il disturbo di ansia generalizzata. L’origine di questi disturbi non è ancora del tutto chiara e, data la loro multifattorialità, per poter individuare il trattamento migliore va approfondita la causa che li provoca. Tra le cause principali all’origine dei disturbi troviamo i fattori ambientali ed i geni, tra questi ultimi in particolare abbiamo il gene del trasportatore della serotonina (5-HTT), del recettore serotoninergico 5-HT1A, della monoammino ossidasi A, dell’enzima catecol-O-metiltrasferasi (COMT), dell’enzima fosfodiesterasi 4B e del fattore neurotrofico cerebrale (BDNF). Il trattamento dei disturbi d’ansia avviene prevalentemente in sede ambulatoriale, tuttavia, nei casi più gravi è addirittura previsto il ricovero. La terapia farmacologica viene indicata principalmente per il trattamento di disturbi come ansia generalizzata, ansia sociale, o disturbo di panico e prevede l’utilizzo di antidepressivi come gli SSRI o SNRI, oppure farmaci ad azione sedativo ipnotica come le benzodiazepine per trattare episodi acuti. In alternativa, nei casi refrattari alla terapia convenzionale, esistono una serie di farmaci prescritti off-label come la mirtazapina o l’agomelatina. Per poter sviluppare i farmaci vengono effettuati varie tipologie di test sui modelli animali, in particolare sui topi, in quanto presentano svariati elementi comportamentali in comune con l’uomo. Fondamentalmente esistono 2 macrogruppi di test: quelli basati sulle risposte incondizionate e quelli basati sulle risposte condizionate. Questi ultimi, tuttavia, al giorno d’oggi sono stati abbandonati per motivi etici, in quanto arrecavano sofferenza all’animale. Alternativamente ai topi classici, vengono utilizzati sempre più i cosiddetti knockout mice, ossia dei topi ai quali viene disattivato un gene specifico in modo da poter osservare in che modo lo stesso ne influenza i comportamenti. Negli ultimi anni poi, si stanno provando nuove strade, in particolar modo quella del modello Zebrafish. Per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi farmaci per la cura dei disturbi d’ansia, la ricerca necessita di ulteriori approfondimenti. Ad oggi sono in fase di sperimentazione diverse sostanze che agiscono su target classici, ed altre che invece utilizzano approcci alternativi. Del primo gruppo fanno parte composti come l’AVN-101 e il gepirone, che agiscono sui recettori serotoninergici, del secondo invece fanno parte sostanze come i cannabinoidi e neuropeptidi. Ulteriore approccio in via di approfondimento è quello delle terapie digitali che, attraverso la fusione di studi tradizionali e lo sviluppo tecnologico, propongono interventi terapeutici attraverso la guida di programmi software.
Il trattamento dei disturbi d'ansia: terapia tradizionale e nuovi sviluppi.
QUATTRONE, CARLOTTA
2023/2024
Abstract
L’ansia è una risposta emotiva caratterizzata da una maggiore attenzione verso potenziali minacce che induce a comportamenti difensivi atti a proteggere l’organismo. Questa risposta può assumere carattere patologico quando si manifesta in modo eccessivo, andando ad impattare su diversi aspetti della quotidianità degli individui che ne sono affetti. In questi casi può portare alla comparsa di disturbi d’ansia, che si manifestano tramite stati di paura e disagio eccessivi e persistenti, di conseguenza anche avvenimenti o situazioni semplici vengono percepite come eventi pericolosi. Esistono varie tipologie di disturbi d’ansia, classificati in base ai criteri diagnostici di due manuali, ossia il DSM-5 ed il ICD-11, tra queste troviamo: il disturbo d’ansia da separazione, il mutismo selettivo, le fobie specifiche, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo di panico, l’agorafobia e il disturbo di ansia generalizzata. L’origine di questi disturbi non è ancora del tutto chiara e, data la loro multifattorialità, per poter individuare il trattamento migliore va approfondita la causa che li provoca. Tra le cause principali all’origine dei disturbi troviamo i fattori ambientali ed i geni, tra questi ultimi in particolare abbiamo il gene del trasportatore della serotonina (5-HTT), del recettore serotoninergico 5-HT1A, della monoammino ossidasi A, dell’enzima catecol-O-metiltrasferasi (COMT), dell’enzima fosfodiesterasi 4B e del fattore neurotrofico cerebrale (BDNF). Il trattamento dei disturbi d’ansia avviene prevalentemente in sede ambulatoriale, tuttavia, nei casi più gravi è addirittura previsto il ricovero. La terapia farmacologica viene indicata principalmente per il trattamento di disturbi come ansia generalizzata, ansia sociale, o disturbo di panico e prevede l’utilizzo di antidepressivi come gli SSRI o SNRI, oppure farmaci ad azione sedativo ipnotica come le benzodiazepine per trattare episodi acuti. In alternativa, nei casi refrattari alla terapia convenzionale, esistono una serie di farmaci prescritti off-label come la mirtazapina o l’agomelatina. Per poter sviluppare i farmaci vengono effettuati varie tipologie di test sui modelli animali, in particolare sui topi, in quanto presentano svariati elementi comportamentali in comune con l’uomo. Fondamentalmente esistono 2 macrogruppi di test: quelli basati sulle risposte incondizionate e quelli basati sulle risposte condizionate. Questi ultimi, tuttavia, al giorno d’oggi sono stati abbandonati per motivi etici, in quanto arrecavano sofferenza all’animale. Alternativamente ai topi classici, vengono utilizzati sempre più i cosiddetti knockout mice, ossia dei topi ai quali viene disattivato un gene specifico in modo da poter osservare in che modo lo stesso ne influenza i comportamenti. Negli ultimi anni poi, si stanno provando nuove strade, in particolar modo quella del modello Zebrafish. Per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi farmaci per la cura dei disturbi d’ansia, la ricerca necessita di ulteriori approfondimenti. Ad oggi sono in fase di sperimentazione diverse sostanze che agiscono su target classici, ed altre che invece utilizzano approcci alternativi. Del primo gruppo fanno parte composti come l’AVN-101 e il gepirone, che agiscono sui recettori serotoninergici, del secondo invece fanno parte sostanze come i cannabinoidi e neuropeptidi. Ulteriore approccio in via di approfondimento è quello delle terapie digitali che, attraverso la fusione di studi tradizionali e lo sviluppo tecnologico, propongono interventi terapeutici attraverso la guida di programmi software.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/68620